Negli ambienti di Hollywood, quando si è saputo che avrebbero reinterpretato il classico La Bella e La Bestia, le domande sulla bocca di tutti erano diverse: perché rifarlo? Perché toccare il primo film animato di Disney (25 anni fa) che oltretutto aveva catturato una nomination come miglior film? Perché rischiare così su due piedi 160 milioni di dollari quando c’è la Pixar e i videogame? Quando Cartoon Network sforna anno dopo anno degli show fantastici? (il mio preferito è Rick & Morty, ma a mani basse).
La prima risposta venne accantonata quando Emma Watson accettò di entrare nel cast, visto che si era impegnata in prima persona a garantire al regista e alla produzione del film una totale collaborazione. Per la seconda dobbiamo ringraziare i passi da gigante che f/x in generale, e green screen hanno fatto da un quarto di secolo a questa parte. Per la parte finanziaria, gli esperti sono sicuri che solo nel primo week end in USA, il film incasserà un minimo di 120-150 milione di dollari, garantendogli un opening secondo solo all’ultimo Guerre Stellari. Anzi, c’è chi dice che è una strategia vera e propria della Disney, bravissimi a costruire un impero di successo trasformando i vecchi film animati in live action movies, film come Maleficent (con Angelina Jolie), Cenerentola (con Lily James), e l’ultimo Il Libro della Giungla. Non contenti, adesso si butteranno su Dumbo e Mulan, visto anche che grazie all’ultimo successo economico di La La Land (417 milioni di dollari mondiali) si è scoperto che al pubblico piacciono di nuovi i musical.
Tutto questo viene a galla, dopo una chiacchierata con il regista Bill Condon (quello di Dreamgirls, i due film finali di Twilight, Il Quinto Potere) e gli altri attori del film, principalmente Josh Gad (di cara fama e memoria in Frozen, qui sarà Le Fou) che nel film interpreterà il primo personaggio gay della storia disneyana; Luke Evans (sarà Gaston), e il bellissimo Dan Stevens (ovvero La Bestia).
La maggior parte delle nostre attenzioni sono concentrate su di lei. Emma Charlotte Watson, la nuova principessa femminista del sistema Hollywoodiamo. «Divertente che mi abbiano eletto come portavoce, dopotutto non sono nemmeno americana. Ma capisco benissimo il perché, anzi, ne sono fiera. È ora che noi donne la smettiamo di dire sempre di sì, e cominciamo a dire anche qualche no. Come ho fatto io quando ho rifiutato il ruolo di Cenerentola –andato poi a Lily James– perché ero e sono convintissima che sia un personaggio troppo sottomesso con cui non mi identifico. Invece ho accettato immediatamente, senza neanche leggere la sceneggiatura, quando mi hanno proposto di interpretare Belle, nel nuovo La Bella e La Bestia».
Alla promozione del film, in pieno inverno newyorkese, Emma Watson, indossa solo capi eco friendly e ha anche creato un nuovo account su Instagram – @The_Press_Tour – per promuovere solo designer ecosostenibili durante i suoi incontri con la stampa. Non male come portavoce di una causa.
Perché Belle?
Prima di tutto perche Belle è la mia principessa preferita, perchè ha un carattere ribelle, e perché nonostante sia una principessa Disney a tutti gli effetti, è anche una donna intraprendente, che non aspetta di essere salvata dal principe, ma è in controllo del proprio destino. È una figura positiva, che attrae anche una nuova generazione di donne che aspira all’indipendenza, allo stesso tempo è molto glamour e anche coraggiosa, non ha paura de La Bestia solo perché è diverso dagli altri, anzi alla fine sarà proprio lei a salvarlo. In questo film Belle ha anche una particolare storia alle spalle: ha inventato una specie di lavatrice che gli permette di poter passare più tempo con i suoi amati libri. È decisamente femminista».
Qual è la scena più importante?
Per me, quella del ballo, perché ci fa capire che si sta innamorando e che finalmente qualcuno è riuscito a fare breccia.
Ecosostenibilità nella moda, perché è importante?
Recitare è solo una parte della mia vita, sostengo battaglie sociali e ambientali e sono attivista in tutto quello che mi interessa. Quando mi chiedono di indossare un capo voglio sapere tutto, come viene prodotto, qual è il suo impatto nel mondo, quali sono le ragioni morali per cui dovrei promuovere una brand piuttosto che un altro. Sono una fan di Stella McCartney, la prima designer ad essere veramente green, vegana, che ha avuto successo bandendo dalle sue linee componenti di origine animale, piume, pelli e pellicce, utilizzando materiali innovativi. Un’altra che seguo è Filippa K, scandinava, minimalista, pulita.
Questa sua estrema determinazione a sostegno di un’etica integerrima in senso globale è stato il segnale che le ha fatto ritagliare un posto speciale nel cuore di milioni di donne come attivista e femminista, oltre ad averla portata ad essere eletta Good Will Ambassador (ambasciatrice di buona volontà) delle Nazioni Unite per la parità dei diritti delle donne nel mondo.
Perché attivista?
Perché è ora che qualcuno ne parli e poi dimostri personalmente come ci si comporta. Non fraintendetemi, non sono l’unica al mondo ad avere una coscienza, mi limito a fare ciò che mi sta a cuore, ciò che voglio, ciò che mi sento. Come le elezioni presidenziali americane di Trump, per esempio, che tutti vedono come un disastro. Io voglio vederla invece come una scossa tellurica che possa far smuovere qualcosa nei ragazzi, e farli stare attenti ai messaggi politici, farli leggere, farli riversare per le strade, ad impegnarli seriamente nella vita politica del proprio paese, devono capire che possono cambiarlo, se vogliono, se ci provano, se fanno qualcosa, anche un qualcosa di infinitesimale.
Tu quando hai cominciato?
Durante un viaggio in Bangladesh sono stata ospitata da una ragazza della mia età e per qualche giorno ho vissuto la sua realtà. E la cosa mi ha scioccato. Mi ha aperto gli occhi e cambiato la vita. Non che non sapessi a linee generali in cosa consistano le differenze fra uomini e donne nel mondo, ma ho visto con i miei occhi quel tipo di trattamento spudorato. Basta essere considerate come oggetti sessuali, di piacere. Basta essere considerate esseri inferiori, basta con la disparità di genere. Basta.
Come Belle anche tu hai la passione della lettura, leggendaria la tua campagna in cui lasci libri sulla metropolitana inglese. L’hai fatto anche qui a New York?
Ho sempre amato leggere, è l ‘unico modo per viaggiare con la mente, perdersi in mondi fantastici. Ho fondato questo book club – il goodreads – perché voglio promuovere letture importanti per il nostro ruolo di donne nella società di oggi. Come sapete, collaboro anche con Books on the underground, un’iniziativa che promuove la distribuzione di libri nella metropolitana di Londra, nascondendoli in posti impensati, come una caccia al tesoro. E sì, l’ho fatto anche a New York, grazie all’aiuto dei social media, sono riuscita a distribuirne un centinaio. Sono piccole idee che secondo me aiutano a migliorare il nostro stile di vita, l’importante è non perdere mai il senso dell’umorismo. L’umorismo è essenziale per affrontare soggetti difficili come razzismo, discriminazione di genere e di classe. Se non puoi ridere di te stesso e ridere con gli altri, non credo si possa creare un cambiamento sociale importante.
La Bella e La Bestia esce in sala il 16 Marzo. Che poi sia stata La Bestia di Rolling Stone ad intervistarla tanto meglio.