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Francesca Michielin, la Terra è femmina

La cantautrice debutta come volto di Sky Nature con ‘Effetto Terra’. Una ‘guida’ alla sostenibilità che la riguarda da vicino. E dopo l’esperienza da direttrice d’orchestra a Sanremo confessa: «Sogno un concerto con Emma»

Foto: Sky

Francesca Michielin è un’artista silenziosa, sembra non amare i clamori. Poi però segna successi non male: vince X Factor, arriva due volte sul podio di Sanremo, dirige l’orchestra del Festival quando canta Emma. E dal 6 marzo, alle 21:15, su Sky Nature, debutta come conduttrice di Effetto Terra – Guida pratica per terresti consapevoli, produzione Sky Original che approfondisce temi fondamentali su ecologia e sostenibilità in un decennio cruciale per il pianeta che ci ospita. Motivo per cui il format ha ottenuto la certificazione ufficiale Albert di produzione sostenibile, per l’impatto ridotto sull’ambiente in tutte le fasi della realizzazione, con conseguente riduzione di emissioni di gas serra dirette e indirette.

Francesca, perché hai abbracciato questo progetto?
L’ambiente è uno dei temi che mi interessano di più. A contribuire a questo interesse è stato uno dei concerti che ricordo maggiormente, con fomento e gioia: il Live Earth del 7 luglio 2007, in cui MTV accompagnò quella grande campagna di sensibilizzazione che mi ha svoltato. All’epoca ero una ragazzina che ascoltava i Red Hot Chili Peppers e vedeva questi spot in cui si parlava di sacchetti di plastica, di fare il bagno rispetto alla doccia, piccole cose che si sono perse nella comunicazione generale televisiva e musicale. Abbiano recuperato nell’ultimo periodo. Ed essendo una battaglia che porto avanti nel mio privato da oltre vent’anni, mi sono detta: “Perché non accettare un percorso del genere?”.

Intervisti molte persone. Cosa ti hanno lasciato?
Senza farlo apposta, sono coinvolte tutte donne ed è stato bello confrontarsi su battaglie e ricerche in un mondo che spesso le discrimina. Oppure non ci considera adeguatamente a livello paritario. Questo aspetto è stato interessante e a tratti commovente per me.

Foto: Sky

Che storia ti ha fatto commuovere?
Quella di Paola Prete, ricercatrice dell’Università del Salento, che è anche sede del CNR: una donna in un ambiente pieno di pregiudizi e difficoltà in cui, se vuoi fare la scienziata, devi per forza aver intrapreso un certo tipo di percorso, spesso a scapito della famiglia. Invece lei la famiglia se l’è fatta. E c’è proprio il concetto dell’invisibilità: lei si sente invisibile e studia dei nanofili, filamenti invisibili con cui sta ideando pannelli solari piccolissimi, grandi come un’unghia, ma ad alta efficienza, molto più performanti rispetto agli attuali. Sono stati studiati nel Galles, per contenere più energia possibile. Paola parla di invisibilità, studia cose invisibili, si sente invisibile. Un aspetto che mi ha molto commossa.

Ti sei mai sentita invisibile?
Spesso.

Quando?
Non voglio fare retorica, ma essere donna, nel mondo della musica, in Italia, è difficile. Abbiamo visto le classifiche: c’è pochissima presenza di artiste. Le persone si aspettano sempre qualcosa in più, che non si sbagli un colpo. Questa severità non c’è verso i colleghi uomini. E soprattutto, se sei una persona con una complessità, che ama fare tante cose – scrivere, porsi in tanti ambiti – sembra sempre lo si faccia per compensare il lato artistico.

Invece?
Si può essere persone che, oltre ad amare la musica, hanno altri interessi. Essere donne, in questo Paese, è abbastanza frustrante, ma io vado avanti seminando più che posso.

Sanremo ne è la dimostrazione, visto che sei stata direttrice d’orchestra.
È stato bello, per me, stare così tanto dentro la musica: mi sono occupata per mesi degli arrangiamenti, delle orchestrazioni, del rapporto con gli orchestrali. È difficile, durante il Festival, seguire una cosa così musicale: sappiamo che Sanremo non è solo musica. E poi è stato bello stare con Emma, artisticamente diversa da me, ma con un’attitudine simile. Abbiamo fatto una sorta di campeggio, ogni sera cantavamo cover di altri.

Scusa ma ora devi dirmi che cosa cantavate.
Cantautorato di Bruno Martino, Cremonini, Lady Gaga, jazz, blues, Amy Winehouse.

Prevedete concerti insieme?
Mi piacerebbe fare qualcosa live insieme, ora vediamo che succederà, amo cantare con lei.

Foto: Sky

Torniamo al programma. Tratterai anche dell’inquinamento provocato dal mondo della moda e della cosmesi. Industrie legate allo showbiz. Non hai paura di inimicartele?
Nel programma non c’è mai una condanna, ci sono dati messi su un piatto che lasciano, a chi guarda, la scelta. Non ci si può più nascondere dietro al green washing, non c’è proprio più il tempo per farlo. Spesso molte multinazionali fanno finta di essere green mettendo il loro logo verde, non c’è più tempo per queste cose. Non mi inimicherò nessuno, stiamo solo esponendo un problema.

Prossimo passo?
Sto cercando di rivoluzionare, piano piano, la mia alimentazione, che è la cosa più difficile perché molto personale. Devo dire che fa bene all’anima ridurre il consumo di prodotti animali. E poi sto modificando il modo di vestire, sto attenta all’origine dei capi, sto rivalutando il mio armadio. C’è la paura di vestirsi uguali perché, magari, si indossano per tre giorni gli stessi capi. Bisogna normalizzare questo aspetto anche con i social.

Il commento che ti ha fatto più male, visto che prima parlavi della difficoltà di essere donna?
I commenti che fanno male spesso derivano da uomini che hanno una certa età, hanno fatto un percorso di studi simile al mio, magari hanno fatto il conservatorio. Con la direzione d’orchestra a Sanremo ho ricevuto poche polemiche, ma alcune taglienti tipo: “Eh, ma questa non ha finito il conservatorio”. E poi in realtà quasi nessuno dei direttori d’orchestra è diplomato. Quando sei donna devi sempre dimostrare qualcosa, il doppio standard si combatte dicendo: “Se sono qui è perché, per me, la musica è una cosa seria tanto quanto i miei colleghi”. Non devo rendere conto di nulla. Anche il mio atteggiamento è cambiato.

E adesso come ti vedi?
Sono una persona che, come dice Whitman, contiene moltitudini che sto cercando di gestire al meglio.

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