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Il creatore di ‘Ciao 2020’: «Grazie Italia per averci regalato Pupo!»

Abbiamo parlato con Ivan Urgant e il suo alter ego Giovanni Urganti per farci raccontare lo show più assurdo e divertente degli ultimi mesi. «Datemi una bici, mi aspettano a Sanremo!»

Foto: Stepan Tretyakov

L’ultimo dell’anno del 2020 rischiava di passare alla storia come uno dei meno divertenti del secolo, con le discoteche svuotate e gli show televisivi orfani delle grande piazze. Ma nelle ultime ore del 31 dicembre sui social e nelle chat le parole Ciao 2020 hanno iniziato a prendere un significato diverso: non un addio malinconico e scontato per l’anno della grande pandemia ma l’hashtag “venuto dal freddo” che ha portato nelle case italiane 50 minuti di divertimento puro e spensierato.

Ciao 2020! è lo show tutto in italiano e in stile anni ’80 che ha fatto impazzire gli italiani per qualche giorno: ideato da Ivan Urgant, il popolare conduttore di Вечерний Ургант – Serata Urgant (in onda tutti i giorni alle 23.30) è stato trasmesso da Canale Uno il 30 dicembre.

Per saperne di più abbiamo cercato a Mosca Giovanni Urganti, lo show man cui Ivan Urgant ha lasciato il posto per la 1419esima puntata, e così ci ha risposto nel suo “perfetto” italiano.

Ciao Giovanni, quest’anno lo show di Capodanno di Canale Uno ha fatto un omaggio alle grandi star italiane famose in Russia. Insomma, visto che per colpa della pandemia l’Italia non è venuta da voi siete venuti voi in Italia…
Certo! Ci mancate da morire! A volte vedo nei sogni l’espresso al prezzo di 170 euro in piazza San Marco a Venezia. Ed eccoci qua… ci è capitata l’occasione di ringraziare tutta l’Italia per averci regalato Pupo!

Come sono andati gli ascolti? I russi hanno apprezzato?
Gli ascolti sono andati bene! Lo spettatore russo ascoltava con piacere la lingua poco conosciuta e leggeva i sottotitoli in russo sfocati…

Dall’Italia volevamo ringraziarti per aver riscoperto Mamma Maria una grande canzone un po’ dimenticata… meno male che qualcuno ci aiuta a mantenere vivi i capolavori della tradizione.
Non lo metto in dubbio… però personalmente per me non c’è niente di meglio della canzone di Celentano Pay Pay Pay dell’album Soli.

Senti Giovanni, quest’anno abbiamo qualche incertezza con l’organizzazione del Festival di Sanremo, saresti libero la prima settimana di marzo?
La prima settimana di marzo è la mia stagione preferita: ancora c’è troppo freddo per uscire con la bici, ma già inizi a depilarti le gambe… Dove potrei andare combinato così? Solamente a Sanremo!

Ecco, volevo dirti che 50 minuti non bastano, bisogna pensare a quattro serate di quattro ore: te la senti?
Vorrei ricordarti che mi appartiene un record in Russia nel pronunciare senza sosta la parola “bravissimo” per sei giorni di seguito, durante le ultime elezioni presidenziali. Quindi ce la faremo!

Foto: Stepan Tretyakov

Grazie Giovanni! Se non ti dispiace ora parlerei con Ivan, il tuo autore!
Ottimo! Corro a tingermi i capelli e ad attillare la giacca, a presto! La lascio con Ivan…

Ciao Ivan, ma siete impazziti? Qui in Italia eravamo pronti a passare un capodanno un po’ mesto, chiusi in casa a guardare la tv per arrivare a mezzanotte e andare a dormire a mezzanotte e dieci, e invece con Ciao 2020! c’è stata gente che ha ballato nei salotti e sui balconi. Come vi è venuto in mente di fare uno show tutto in italiano?
L’idea è nata dal nulla. L’Italia, come tutti noi, ha sofferto nel 2020. Noi non siamo potuti andare in Italia e, d’altronde, da nessun’altra parte. Ci manca viaggiare all’estero, ci manca la lingua straniera. Volevamo fare qualcosa che portasse gioia e divertimento prima di tutto a noi stessi.

I russi che cantano le canzoni più popolari del 2020 in italiano? Con il suono di batterie e tastiere elettroniche? Perfetto! Chiamiamo “gli artisti dell’anno” e parliamo tutti in italiano? Fighissimo! Mettiamo tutto ciò sotto la cornice dello show italiano tipico degli anni ’80? Lo puoi far vedere anche a tuo padre senza vergognarti! Porterà gioia ad altri oltre che a noi? Ci siamo detti: anche se non piacerà a nessuno, almeno per 50 minuti prima dell’anno nuovo dal principale canale del Paese non verrà fuori neanche una parola in russo. Sarà dunque una bella storia da scrivere ai nipoti dalla prigione! Ma tutto è andato bene. È piaciuto a tutti.

Che questa idea avrebbe funzionato lo avevamo capito dopo aver ascoltato la prima canzone adattata con le parole italiane e con il nuovo arrangiamento. Era Bambina balla. Tutti hanno urlato: “buonissimo” e sono tornati di gran corsa a lavorare…

A oggi su YouTube Ciao 2020! ha 6 milioni di visualizzazioni, sapete quante vengono dall’Italia?
A giudicare dai commenti, gli spettatori italiani sembrano sempre di più. Vorrei ringraziarli perché loro traducono i commenti in russo con Google Translate: penso che suoni tanto adorabile quanto le nostre canzoni in italiano.

Avete fatto un lavoro incredibile, tutto in italiano, è stato difficile? Quanto ci avete messo?
Più o meno tre settimane. Elena in Sicilia traduceva le canzoni, Anna le arrangiava per ritmo e per misura, Irina traduceva i dialoghi in studio e io nel mio camerino rileggevo Dante e bevevo grappa.

A parte Mamma Maria le altre canzoni, che sono cover in italiano di hit russe dell’anno, sono state tradotte in italiano o avete scritto un altro testo? Scusa, ma non parlo russo…
Tutte le canzoni sono state tradotte abbastanza aderenti al testo originale. A mio parere questo le ha parecchio migliorate. A dir la verità, ora le ascolto esclusivamente in italiano…

I vostri testi in italiano non sono proprio perfetti, sono pronunciati in italiano un po’ approssimativo: è un effetto voluto – che a noi fa ridere tantissimo – oppure è proprio stato difficile “imparare” l’italiano?
Non dovreste scordare che la maggior parte di noi fino a quel momento sapeva in italiano solamente alcune frasi: “Portatemi dei pantaloni di una misura in più”, “Avete una Ferrari di un altro colore?” e “Dove posso ricevere il Tax Free?”. Quindi non ci giudicate severamente. Come diceva Garibaldi: “Lasciate parlare questi russi in italiano come vogliono loro, basta che Toto Cutugno abbia il lavoro!”.

Sono obbligata a chiedertelo, gli italiani lo vogliono sapere: vedete l’Italia ancora ferma agli anni ’80 oppure vi siete “vendicati” per tutta la musica pop italiana che è venuta a far fortuna in Russia?
Noi vediamo l’Italia come un Paese bello, allegro, generoso e musicale, il Paese che ci ha regalato il Cremlino, e in cambio noi dobbiamo ascoltare la canzone Felicità fino all’ultimo giorno di vita!

Di’ la verità, c’è un autore italiano misterioso che ha trovato lavoro a Mosca e vi ha aiutato ma non lo vuole dire…
Sono fiero di comunicarti che nessun italiano ha partecipato alla messa in scena di Ciao 2020!

Foto: Stepan Tretyakov

Tu conduci tutti i giorni dal 2012 su Canale Uno il late show Serata Urgant che sembra sul modello di quelli di David Letterman e Jimmy Fallon, immagino che sia una grande macchina produttiva, con tanti autori e anche con ospiti internazionali: hai mai ospitato italiani? Chi ti piacerebbe avere ospite?
Del Piero, Ramazzotti, Bellucci, Cutugno, Bocelli, Ornella Muti, anche se si è scoperto da poco che è anche cittadina russa. Posso dire che gli italiani non sono mai abbastanza, spero che non appena aprono i confini si riverseranno sia nel nostro Paese, sia nel mio show. Sogno di ascoltare dal vivo Jovanotti, fare una chiacchierata con Pirlo e Fedez… e certamente parlare con Paolo Sorrentino e poi chiedergli di far partecipare Pippo Il Secondo nella sua grande serie tv.

Ho visto che la tua intervista più popolare, con 29 milioni di visualizzazioni, è quella dell’autunno 2019 con una timidissima Billie Eilish: ti piacciono le mission impossible?
Billie è meravigliosa, timida e molto talentuosa. Lei ha accettato di venire allo show anche se non era obbligata a farlo. E così, la mia seconda figlia ha finalmente capito che sono il migliore papà del mondo.

Ivan, quando pensi di venire in Italia?
Credetemi cari miei, appena aprono i confini, il primo che scenderà a Milano dall’aereo sarà Giovanni Urganti. E per prima cosa dirà: datemi subito una bici, mi aspettano a Sanremo!

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