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Kristen Bell, Adam Brody e il segreto della chimica perfetta

In ‘Nobody Wants This’, la nuova serie Netflix che rilancia la rom-com sul piccolo schermo, la coppia di ex teen di culto (lei in ‘Veronica Mars’, lui in ‘The O.C.’) fa scintille. Come ci sono riusciti? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro

Foto: Netflix

Fermatemi se l’avete già sentita: un rabbino e una podcaster arrivano a una festa e Netflix ci fa una serie. Be’, più o meno. Nella nuova rom-com Nobody Wants This, Adam Brody interpreta il rabbino Noah, appena uscito da una lunga relazione con la donna che lui – e soprattutto la sua invadente famiglia e congregazione – pensava avrebbe sposato. Kristen Bell interpreta la podcaster Joanne, che ha costruito un brand parlando apertamente con la sorella Morgan (Justine Lupe) delle loro disordinate vite amorose. Noah e Joanne si incontrano a un evento di un amico comune e la loro chimica è immediata e impressionante. Ma Noah è sul punto di avere una propria congregazione, e l’unica cosa che potrebbe rimandare il sogno di una vita sarebbe una relazione pubblica con una donna così poco trasparente e, soprattutto, non ebrea.

Nobody Wants This brilla per le sue divertenti battute, in particolare quella indirizzate alla coppia principale e pronunciate da Lupe e Timothy Simons, che interpreta il fratello di Noah, Sasha, che rapidamente etichetta sé stesso e Morgan come i “fratelli sfigati”. Soprattutto, però, la serie funziona perché Brody e Bell – le cui vite e carriere si sono incrociate più volte nei due decenni trascorsi da quando erano ventenni e interpretavano dei liceali (lui in The O.C., lei in Veronica Mars) – sono terribilmente affascinanti insieme.

Il mese scorso, Rolling Stone ha parlato con loro su Zoom a proposito di cosa definisce una buona commedia romantica, se Bell ha viaggiato nel bagagliaio dell’auto di Brody il giorno in cui si sono conosciuti, perché Ted Danson è “un pezzo di merda” e altro ancora.

Perché avete voluto fare questa serie?
Kristen Bell: Mi piaceva l’idea di riportare in auge una vera e propria commedia sentimentale, e mi piaceva la dissonanza tra i due personaggi. E credo che una storia alla Romeo e Giulietta funzioni sempre: il mondo non vuole che tu stia insieme, ma tu vuoi stare insieme. La scrittura era davvero fresca e interessante. E appena ho letto il copione, ho pensato: “Be’, ovvio, questo è Brody. Dobbiamo prendere Brody”.
Adam Brody: Per me la prima cosa è stata che sapevo ci sarebbe stata Kristen, un grandissimo talento e una persona con cui sarebbe stata una gioia lavorare. Ho pensato che avremmo potuto realizzare qualcosa di speciale insieme e che, in ogni caso, sarebbe stato un bellissimo set. E poi mi piaceva anche l’idea di interpretare un rabbino: anche se ho già interpretato personaggi ebrei in passato, non avevo mai interpretato qualcuno di così religioso. Ho pensato che sarebbe stato interessante affrontare questo aspetto, che è qualcosa di molto diverso dalla mia personalità.

Kristen, perché doveva essere Brody?
Bell: Perché in una commedia romantica c’è una certa intangibilità che devi saper catturare. E a volte mi è capitato di vedere film o serie tv che avrei voluto funzionassero così tanto, ma la chimica tra gli attori non c’era. Conosco Adam, il suo lavoro e le sue capacità. Si trattava davvero del fascino che pensavo dovesse avere questo personaggio. Doveva essere simpatico, e Adam lo è. Adam ha quella capacità di fare la parte dell’idiota o del cazzone, ma ti attira: non si riesce a smettere di guardarlo. Non ti interessa dove andrà a finire la sua storia, perché è così carismatico. E poi volevo essere al fianco di un attore che, nella finzione, potessi fissare così a lungo negli occhi in modo da far pensare al pubblico: “Mettetevi insieme, per favore!”. Volevo far percepire quel desiderio. E so che Adam ha questo desiderio, e io ce l’ho, e allora mi sono detta: “Fantastico, facciamolo insieme”.

Quando si gira una rom-com, come si fa a capire: A) che c’è chimica tra voi, e B) come portarla sullo schermo?
Brody: Innanzitutto, è un atto di fede. Non lo sai finché non lo sai. Ho già lavorato due volte con Kristen in modalità “coppia semi-romantica”, e la conosco personalmente. Sapevo che ci sarebbe stata chimica, eppure sono rimasto sorpreso dal livello di alchimia che questi due personaggi hanno tra loro.
Bell: Non so davvero come spiegarlo. Non mi è mai dispiaciuto nessun partner di scena che ho avuto, per fortuna, ma sicuramente ce ne sono stati alcuni che mi hanno fatto pensare: “Questa persona è molto diversa da me, non usciremmo mai insieme nella vita reale”. Ed è giusto così. Ma poi a un certo punto accade: “Wow, siamo in sintonia”. È come un colpo di fulmine: non sai se ti capiterà o meno. Avendo già lavorato con Adam in passato, sapevo che avremmo potuto raggiungere quell’alchimia, ma mi associo a ciò che ha detto lui, ovvero che persino io sono rimasta sorpresa di quanto fossimo in grado di fissarci negli occhi così a lungo (ride). Quando guardo questa serie, sono la prima a sperare che Joanne e Noah si mettano insieme. È potente. Siamo potenti.

Ho sentito dire da alcuni vostri colleghi – Ted Danson, per esempio – che a volte recitare scene romantiche con qualcuno che si conosce bene nella vita reale può essere difficile. È mai stato un problema in questo caso?
Brody: Non credo. In tutta onestà, ci conoscevamo, ma si trattava più di una stima amichevole che di una vera e propria amicizia. Non eravamo amici intimi. E allo stesso tempo, entrambi abbiamo lavorato sullo schermo con i nostri partner, e abbiamo avuto una certa chimica con loro… quindi non so se questa regola sia valida. Ted Danson è un pezzo di merda! (ride)
Bell: Non credete a una parola di quello che dice. Sono un fan del lavoro di Adam, e conoscendolo personalmente, c’è stata una specie di rete di sicurezza sul set: mi sentivo a mio agio nel suggerire alcuni idee. In tutte le nostre scene d’amore, non ero mai nervosa. Mi sentivo al sicuro, perché lo conoscevo. Questo aiuta molto quando devi entrare in un personaggio e uscire da te stesso.

Vi ricordate quando e come vi siete conosciuti?
Brody: Lei no. Io sì. Eravamo entrambi in Scream 4, anche se non abbiamo condiviso nessuna scena. E il mio agente è un suo caro amico. Le abbiamo dato un passaggio sul retro della sua auto a due posti dalla prima del film a una festa.
Bell: Adam sostiene che io sia entrata nel bagagliaio, ma non me lo ricordo.
Brody: Era una specie di presenza, mentre stavamo guidando. Era una macchina a due posti, quindi più che il sedile posteriore potrebbe essere stato il bagagliaio.
Bell: Non me lo ricordo, ma non lo metto in dubbio, perché è una cosa che farei se avessi bisogno di un passaggio. Potrei tranquillamente mettermi lì. È del tutto in linea con quello che sono.

The O.C. e Veronica Mars sono andate in onda nello stesso periodo, entrambe le serie erano prodotte dallo stesso Studio, ma The O.C. era girata a Los Angeles mentre Veronica Mars a San Diego. Vi siete incrociati in quel periodo?
Brody: Mai.
Bell: Più o meno. Lui dice “mai”, ma mi sembra che ci siano stati degli eventi stampa della Warner Bros. e Adam potrebbe non ricordarsi di me.
Brody: Eravate la spazzatura della UPN (network di proprietà della Warner Bros., ndt).
Bell: Sì, eravamo il figliastro della Warner Bros. Ma l’abbiamo fatta funzionare, per molti anni. Ricordo una o due volte in cui ero nell’appartamento di Adam e lui non c’era. Intendo dire, non ero da sola. Ero con amici comuni e ho pensato: “Oh, questo è l’appartamento di Brody”.

Avete mai parlato di quel periodo in cui entrambi eravate poco più che ventenni ed entrambi interpretavate dei liceali?
Bell: Non ne abbiamo mai parlato, no.
Brody: Immagino di no. Abbiamo quasi avuto un crossover con Gossip Girl, con [Josh Schwartz e Stephanie Savage, che hanno creato anche The O.C.] e mia moglie [Leighton Meester].
Bell: Mio marito [Dax Shepard] ha messo [Brody] in CHiPs. C’è stato più di un incrocio nelle nostre vite adulte, con tanti amici comuni che ci hanno fatto ritrovare.
Brody: Non abbiamo mai parlato delle nostre serie teen, però.
Bell: No, è vero, di quello non abbiamo mai parlato.

Ma c’è stato un periodo in cui vi è stato chiesto di interpretare personaggi sostanzialmente più giovani di voi. Com’è stato?
Brody: Scusa, stiamo parlando di Nobody Wants This?
Bell: È buffo, perché lo stiamo facendo anche adesso. Stiamo interpretando personaggi sostanzialmente più giovani di età, ed entrambi abbiamo qualche problema a riguardo. Tra una scena e l’altra ci chiediamo continuamente: “Sembriamo vecchi come ci sentiamo?”.

Kristen Bell in ‘Veronica Mars’ nel 2005. Foto: Greg Schwartz/UPN/CBS

Kristen, Adam mi ha detto che non gli piace guardare i suoi lavori di quel periodo della sua vita. Tu riguardi mai i primi episodi di Veronica Mars?
Bell: Non volontariamente, no. In parte è perché ho uno specchio, so che aspetto ho (ride). E poi, ci sono così tanti altri buoni contenuti là fuori. I miei figli guardano The Good Place, ed è molto divertente. Non sono abbastanza grandi per guardare Veronica Mars, perché si tratta di argomenti più pre-adolescenziali.

Kristen ha già detto di voler riportare in auge le commedie romantiche. Che tipo di commedie romantiche vi piacciono?
Bell: A me piace quando c’è complessità. Una vera complessità. Non solo: “Si incontrano in uno Starbucks e flirtano, ma hanno orari di lavoro diversi! Come faranno a far funzionare i loro appuntamenti?!?”. Per un po’ le commedie romantiche hanno puntato sulla semplicità, e il motivo per cui mi è piaciuta questa è che ci sono alcune questioni molto complesse in gioco che ricordano Romeo e Giulietta, in cui si desidera così tanto che stiano insieme che si vuole che il mondo scompaia per poterli far stare insieme. E mi piaceva la complessità di una ragazza che non sa come avere un appuntamento perché è un’auto-sabotatrice [che sta] con un “bravo ragazzo”, e il mondo intorno a lui non approva questa relazione, e poi capire se e come possono farla funzionare.
Brody: È un’affermazione molto azzeccata. Penso che in una rom-com niente sia più importante della chimica. Deve esserci una coppia meravigliosa. A parte questo, piace anche a me la complessità, ma non devo averla per forza. Mi piace anche l’evasione pura, e in questo caso bisognava essere molto divertenti. Finché c’è una voce, finché c’è intelligenza nella narrazione, o un bel colpo di scena, allora sono felice.

Kristen, tu hai una certa esperienza di podcasting, e sei sposata con un uomo che li fa spesso. Dax ha dato qualche input sul tuo personaggio?
Bell: No, e mi sto scandalizzando mentre lo dico ad alta voce. Lui dà sempre suggerimenti, cosa che adoro. Il podcasting è un lavoro che gli piace molto. Ama parlare, discutere e chiacchierare con le persone. Ma no, non mi ha dato alcun consiglio di per sé. A parte dire, quando ha letto il copione, che è un pretesto meraviglioso, perché si possono fare così tante cose dal punto di vista del monologo interiore.

Fareste un podcast che parli della vostra vita personale in modo altrettanto schietto come fa Joanne?
Brody: Sinceramente, penso che potrei.
Bell: Potrei anch’io. Do molto valore all’autenticità. È un buon modo per superare la vergogna. Penso che sia parte di ciò che mi è piaciuto del personaggio di Joanne.
Brody: Io, come lei, sono incapace di tenere per me i pensieri.

Adam Brody con Peter Gallagher nel finale di ‘The O.C.’. Foto: Warner Bros./Everett Collection

Adam, hai detto che la religione non era una parte importante della tua vita mentre crescevi, ma che hai sviluppato un maggiore apprezzamento per le tradizioni mentre interpretavi Seth Cohen. Com’è stato per te interpretare un personaggio così incentrato sulla fede?
Brody: In un certo senso, opprimente. Mi sentivo come se avessi una discreta responsabilità tra le mani. Per quanto questa serie sia leggera nei toni, volevo provare a rendere giustizia al personaggio. Sfortunatamente, tra il momento in cui ho ottenuto la parte e le riprese, si sono verificati entrambi gli scioperi (di attori e sceneggiatori, ndt). Ma questo mi ha lasciato abbastanza tempo per leggere, ascoltare e guardare un sacco di cose. Ho approfondito un sacco di diversi aspetti dell’ebraismo, della storia di quel popolo alla sua cultura. È stato molto bello e molto utile.

Tovah Feldshuh, che interpreta la madre di Noah, è persino più bassa di te, Kristen, ma quasi tutti gli altri nel cast sono molto alti. Nel corso della tua carriera, cosa hai imparato sul recitare scene con persone che potrebbero essere più alte di te di trenta centimetri?
Bell: Numero uno, devi chiedere una cassetta della frutta (ride). Che è ciò su cui ti metti per poterti adattare nell’inquadratura con il tuo partner di scena. Ma questo è solo un piccolo dettaglio. L’altra cosa è che non ho mai interpretato personaggi silenziosi o timidi, tranne forse una o due volte. Quindi suppongo di fare affidamento sulla stessa cosa su cui fa affidamento Tovah, ovvero: portare una personalità chiassosa e finire per sembrare più alta.

Joanne, Veronica Mars e la Eleanor di The Good Place non hanno molto in comune, ma hanno tutte vite e personalità che potrebbero essere descritte come “disordinate”. È un tipo di personaggio che l’industria pensa che tu sappia interpretare bene o è qualcosa che cerchi tu?
Bell:
Non cerco affatto il disordine nella mia vita personale. Sono anzi una tipa po’ noiosa, se devo essere sincera. Ma sì, gravito verso personaggi che, sulla carta, sono disordinati o addirittura antipatici. Penso che questo sia ciò che ho imparato facendo Forgetting Sarah Marshall (da noi Non mi scaricare, ndt): una sensazione esaltante quando mi viene data la sfida di prendere qualcuno che è intrinsecamente antipatico sulla carta e chiedersi, ok, come faccio a farlo piacere? Dove sono i momenti in questa scena in cui posso mostrarti una vera vulnerabilità solo per un momento per farti digerire il mio cattivo comportamento? Aver imparato questo durante Sarah Marshall si è riversato nel resto della mia carriera, ed è ciò che mi ha attratto verso personaggi più disordinati, come dici tu. Penso anche che nel mio essere così bassa ci sia anche qualcosa da, non so nemmeno come dirlo… cartone animato?
Brody: Ecco cosa stavo per dire: “da cartone animato”.
Bell: Non pensi che ti farò del male in nessun momento. Per questo motivo, quando impreco, è così divertente. Non pensi che una cosa del genere potrebbe mai uscire dalla mia bocca. C’è questo contrasto su cui posso giocare molto.

Adam, Kristen ha parlato prima di come hai la capacità di interpretare persone il cui comportamento può essere egoistico, ma che restano amabili. Come fai?
Brody: Oh, cavolo. La risposta breve è: non lo so. Una risposta più lunga è che sono una specie di loro avvocato. Sosterrò sempre loro e il loro punto di vista. E poi dipende sempre dall’obiettivo della storia. Non è che non puoi tifare o seguire un personaggio che è una persona terribile, perché puoi farlo benissimo. Ma alcune storie sono progettate per personaggi molto simpatici, altre no. Non voglio generalizzare troppo, ma se abbiamo bisogno che il pubblico stia dalla parte di un personaggio e non vogliamo che si allontani da lui, allora a volte devi ammorbidire un lato qua e là. Penso che certi miei personaggi siano stati scritti come egoisti, ma se li interpreti in modo abbastanza dolce, forse non lo appaiono così tanto.
Bell: Puoi ammorbidire un lato o affilarlo. Quando recito, è esattamente quello che faccio. Guardo dove sono i lati più duri e quelli più morbidi, e li inverto per mantenere il personaggio interessante.

Kristen, quando abbiamo parlato di The Good Place, hai detto che non eri sicura di voler fare un’altra serie. Ovviamente, è passato del tempo e c’è stata un’intera pandemia nel mezzo. Ma cosa ti ha fatto cambiare idea?
Bell: Ciò che è cambiato è che ho trascorso tre o quattro anni senza farlo. Sono tornata a concentrarmi completamente sulla mia vita reale. Stavo ancora producendo un po’ di progetti, cosa che adoro. Non lo so. Mi sono semplicemente svegliata una mattina e ho pensato: “Forse voglio recitare di nuovo. Vediamo come va”. E il tempismo era giusto.
Brody: Questa è l’ultima volta, di sicuro.
Bell: Di sicuro. Questa sarà la fine. Non cerco mai di pianificare le cose. Mi baso solo sul mio istinto. E quindi se nella mia e-mail mi arriva qualcosa del tipo “Ehi, queste persone hanno pensato a te per questo progetto”, allora do un’occhiata. Se mi sembra giusto, dico di sì, e se non mi sembra giusto, dico di no. Volevo prendermi una pausa, l’ho fatto. E poi mi è sembrato giusto tornare. È semplicemente andata così.

Per quanto tempo andreste avanti a fare Nobody Wants This?
Bell:
Finché non ci cadranno le facce.
Brody: Sì, finché non ci cadranno le facce.
Bell: Quindi… due anni?
Brody: Sì, due anni.

Da Rolling Stone US

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