Mentre guardi Mafia Mamma, una farsa slapstick su una donna americana di mezza età che eredita un impero della mafia in Italia (dal 23 ottobre è disponibile su Prime Video), puoi facilmente immaginare la sua star protagonista, Toni Collette, in un episodio dei Soprano. Ma se all’inizio a farti pensare tutto ciò è la sua chioma bionda à la Carmela, alla fine il motivo di questo paragone è il modo in stile Tony con cui guida il clan. Toni Collette brilla in una delle sue performance più scatenate di sempre.
«Mi sono divertita come una pazza!», rivela a Rolling Stone parlando del film. «È stato un set bellissimo. Amo l’Italia. Amo Roma. E ho amato tutto di questo progetto. Non posso nemmeno spiegare quanto è stato divertente ogni singolo giorno di riprese. Questa, a tutti gli effetti, è una delle vette della mia carriera».
Mafia Mamma inizia come una di quelle storie alla “turista (non) per caso nel Bel Paese” che abbiamo visto di recente in The White Lotus o nelle commedie Netflix starring Adam Sandler e Jennifer Aniston. Collette interpreta Kristin, una donna che vive in un tranquillo quartiere residenziale americano e che avrebbe più che mai bisogno di una fuga: il suo capo e i suoi colleghi non la prendono sul serio, il figlio sta per iniziare l’università e dunque “abbandonarla” e, soprattutto, il marito la tradisce (e lei lo coglie in flagrante).
Per sua fortuna, la brutta notizia che le viene di lì a poco comunicata ha un risvolto più che positivo: il nonno italiano che non ha mai conosciuto è morto, e lei viene invitata dall’altra parte dell’oceano per partecipare al funerale e per mettere a posto i suoi affari lasciati in sospeso. Che, si scoprirà, sono naturalmente affari criminali.
Incoraggiata da un’amica che vede quel viaggio come un possibile “Mangia, prega, scopa”, Kristin si lancia alla volta di Roma con due obiettivi: visitare un sacco di posti bellissimi e, se possibile, togliersi lo sfizio di una torrida storia con uno stallone italiano. Non andrà così: il funerale del nonno viene preso d’assalto da una banda di motociclisti armati, e Kristin viene a sapere – per bocca della fedelissima “consigliera” Bianca (Monica Bellucci) – che ora proprio lei è il boss di quella famiglia mafiosa in guerra.
Kristin è comprensibilmente sconvolta da questa inattesa responsabilità, e Collette, a partire da questo momento, ci regala una prova da vera fuoriclasse, la cui stramba energia diventa il vero punto di forza del personaggio. Pronta ad essere avvelenata da un rivale mafioso nel corso di quello che lei credeva essere un appuntamento romantico, scambia come di rito i calici di vino, ritenendo il suo troppo pieno. Qualche minuto più tardi, è l’uomo a stramazzare al suolo, gettandola ancor più nel panico.
Collette raccoglie a piene mani la possibilità di esplorare il suo lato più goffo, il che può sorprendere coloro che di recente la associano a territori ultradark come quelli di Hereditary – Le radici del male e The Staircase – Una morte sospetta. «Sì, cazzo!», dice lei. «Chi non vorrebbe fare una cosa del genere? Ti fa stare da dio!». In particolare, l’attrice ama il fatto che Kristin sia «completamente un pesce fuor d’acqua, ma anche una di quelle persone che precipitano sempre più in basso, in un effetto a catena tragicomico».
«È un ruolo che trova la sua componente di empowerment senza però mai essere dogmatico», aggiunge. «Questo è un film di mafia, ma in fondo non lo è: è la storia di una donna che impara a credere in sé stessa». Collette ha solo aggettivi più che positivi per la sceneggiatura firmata da Amanda Sthers, Michael J. Feldman e Debbie Jhoon: «È quel genere di copione così divertente da farti pisciare sotto. Quando l’ho letto, non potevo credere che l’avessero proposto a me. Pensavo: mi state prendendo in giro? Devo fare tutte davvero queste cose?». Tutto ciò accadeva in piena pandemia, il che ha reso il progetto «una luce in fondo al tunnel»: la stessa luce che lei porta in tutte le scene, anche le più ridicole.
Un’altra fonte di gioia sul set è stata Monica Bellucci, che interpreta la sua supervillain con grazia ed eleganza. «Averla in questo progetto è stato un colpo di fortuna», osserva Collette. «Voglio dire: è Monica Bellucci, cazzo! Un’icona assoluta!». La bizzarra alchimia che c’è tra le due attrici produce alcuni dei momenti migliori del film, come la sequenza in cui Bianca, con una pazienza infinita, fa da tutor a Kristin per guidarla nel mondo sommerso della mafia italiana. Nel corso della guerra contro la famiglia rivale, le due decideranno anche di riprendere in mano il vecchio vitigno del clan, una mera copertura ai traffici mafiosi, e di mettersi a produrre vino sul serio.
Il rapporto tra le due attrici anche fuori dallo schermo ha goduto dello stesso calore. Bellucci è «molto più dolce di quanto possiate pensare», assicura Collette, e rideva anche di fronte alle gag più sfacciate. «Mi piaceva un sacco farla ridere. La sua risata mi riempiva di gioia». Anche Bellucci sul set notava quanto Collette stesse dando il meglio di sé, mentre giravano tra Roma e dintorni: «Monica veniva da me e mi diceva: “Toni, l’Italia ti fa davvero bene”. Vedeva che stavo a poco a poco rifiorendo, esattamente come il mio personaggio».
Ma Collette, nella vita reale, prenderebbe mai le redini di un impero criminale? «Sì, penso che lo farei», risponde senza esitazione. «Forse non sono così brava con la violenza, ma sono molto organizzata, piuttosto cazzuta e decisamente diretta. Sono un’ottima comunicatrice». Probabilmente, ammette, non porterebbe una cesta di muffin fatti in casa a un summit di mafiosi, come invece fa Kristin, ma solo perché non è brava con i dolci: «Mi inventerei sicuramente qualcos’altro».
Se alla fine di Mafia Mamma vi troverete a pensare che vi piacerebbe passare ancora un po’ di tempo con la tenera e tostissima eroina interpretata da Toni Collette, non disperate: è già in discussione un sequel. «Vorremmo fare tre film», promette Collette. «Se hanno girato tre Padrini, allora devono esserci anche tre Mafia Mamma». Ci sembra giusto che Kristin si goda il resto della saga, soprattutto ora che è salita sul trono del boss.
«Spero davvero che tutto questo succederà», dice Collette, prima di salutarci urlando un italianissimo: «Ciao!».