Incontriamo Elisabetta Sgarbi, Mirco e Moreno “il Biondo” degli Extraliscio a poche ore dalla proiezione evento alle Giornate degli Autori. Avrebbero suonato la sera stessa all’Isola di Edipo, dopo la proiezione del “filmino” La nave sul monte. Ci anticipano quel che c’è da sapere sul loro nuovo cortometraggio e sulle imprese impossibili che caratterizzano il DNA della band romagnola.
Insieme avete già realizzato il lungometraggio “doc ‘n’ roll” Extraliscio – Punk da balera e il videoclip È bello perdersi. Come è nato questo nuovo progetto cinematografico?
Mirco: Definiamo questo lavoro realizzato insieme a Elisabetta “filmino”. Affettuosamente. Non è più la canzone che detta i tempi, ma la macchina da presa che trova il proprio respiro. Abbiamo scelto il pezzo La nave sul monte che rimanda al film Fitzcarraldo di Herzog, dove c’è una parte di sogno e di imprese impossibili. Ci troviamo molto a nostro agio con le imprese impossibili: abbiamo portato Extraliscio a Sanremo e questo è il nostro secondo anno consecutivo alla Mostra di Venezia! Il nostro compito come band inizialmente era riportare il liscio ai giovani, ma la cosa grandiosa che sta facendo Elisabetta è che sta riportando il liscio “alla Musica”: parliamo di un genere non più amato, non più apprezzato, come di serie B. Con i suoi film Elisabetta sta ridando dignità a un genere, a un sentire e a uno stile che erano andati un po’ perduti.
L’avete scritto insieme? Come lavorate nei progetti cinematografici firmati da Elisabetta?
Elisabetta Sgarbi: L’abbiamo scritto insieme, ma insieme siamo anche l’uno contrapposto all’altro. Ci ritroviamo però su un terreno comune e abbiamo varie affinità. Questo “filmino” non volevo farlo, perché i tempi del mio cinema non sono i tempi del videoclip. Non lo chiamerei mai “videoclip”, anche se alla fine una sua parte illustrerà la canzone in Rete, quindi fungerà da videoclip… Quando abbiamo pensato di realizzarlo abbiamo visto molti set possibili, pensavamo di dovere andare in una direzione e poi siamo andati altrove. Il luogo che cercavamo è un luogo dell’immaginario, ma è anche un luogo reale (la vera nave sul monte, arenata sulle colline di Genga, in provincia di Ancona, nda), accade a volte che le cose che immagini diventino vere, cosa che succede di frequente con questa band. Uno dei caratteri tipici dei romagnoli è proprio quello che gli Extraliscio definiscono “rendere possibile l’impossibile”! Mirco dice: «Chiamiamo un amico che gira tutto in un giorno per 400 euro…». E io: «Ma no! Abbiamo una canzone bellissima, mettiamo in piedi un set!». Lui: «Non vale la pena, sono energie e soldi buttati!». Insomma uno contro l’altro…
Come avete trovato una soluzione?
ES: Mirco mi dice che esiste effettivamente una nave su un monte e mi manda delle foto. Vado a fare ricerche e chiedo aiuto all’unica persona di famiglia che nella sua vita ha fatto con me imprese impossibili: mio fratello Vittorio, che conosce l’Italia come fosse un Tom Tom! Gli chiedo: «come faccio ad andare su questa nave?». E lui: «Ci penso io!». Chiama il sindaco che è molto disponibile, ma dice che c’è un proprietario… Di fronte alla mia telefonata e al nome Sgarbi – tanto ci ha pensato Vittorio – questo signore mi dice: «Impossibile! Non si può assolutamente fare…». Questa persona è riuscita a realizzare un sogno: dedicare una nave di trenta metri circa a suo figlio scomparso, figlio che amava il mare. «Non voglio riprese, non voglio scandali, non voglio mi si dica che ho deturpato il paesaggio. Voi qui dentro non verrete mai!», osserva il proprietario. A quel punto bisognava arrendersi e optare per il piano B (per inciso, Mirco spingeva per il piano B!): l’amico operatore che fa tutto per pochi euro… Non mi sono per niente arresa! Dentro alla casa editrice La nave di Teseo e alla Betty Wrong edizioni musicali c’è un signore molto ambizioso che è marchigiano. Gli abbiamo detto: «Faccia lei! Deve incontrare questo signore, portargli delle olive ascolane, convincerlo!». Ce l’ha fatta, dopo un anno di trattative. Per girarlo poi ci sono voluti solo due giorni! Due sono anche i capitoli in cui è diviso il filmino. Nel secondo, la voce di Mirco “si fa” clarinetto, il clarinetto di Moreno il Biondo. Gli spazi si aprono ancora di più, la ripresa dall’alto è ancor più spericolata, il vuoto domina la valle e il suono del clarinetto riempie i vuoti… Nel film c’è anche un pezzo inedito, è la bellissima versione solo strumentale al clarinetto di Moreno.
Come l’hai pensata, Moreno?
Moreno: Una delle particolarità è la tonalità. Normalmente il liscio vive di tre tonalità, scontrandosi invece con una stesura armonica di una tonalità non abituale. È venuto fuori un suono davvero particolare. Il clarinetto in do, che è definito uno strumento in disuso, viene invece valorizzato nella sua massima espressione, perché rimane brillante nel suono, rimane un poco sguaiato e pettegolo, però con queste tonalità non usuali acquista pienezza… Suonare la melodia di una canzone con un clarinetto in do mi fa capire, ancora di più, le potenzialità della nostra musica!
Mirco: Al mondo sono stati solo due musicisti a usare il clarinetto in do, Moreno il Biondo e Ravel! Scrivilo questo!