Mara Maionchi ha avuto un’idea: prendere due protagoniste dello showbiz italico non più di primo pelo come Orietta Berti e Sandra Milo e partire per un viaggio a tre su e giù per la Spagna. Il risultato è Quelle brave ragazze, lo show on the road dal 19 maggio su Sky Uno e in streaming su NOW. Un programma che ha il sapore della festa, della gita tra amiche e che, siamo sicuri, sarà molto divertente. Se non altro perché le tre ragazze sanno il fatto loro davanti a una telecamera. Ne parliamo con l’ideatrice Mara Maionchi.
Com’è nata l’idea per Quelle brave ragazze?
È stata mia: mi allettava l’idea di fare un viaggio con persone un po’ âgé. I giovani corrono, mentre volevo fare una cosa in cui correre diventava problematico.
Ma le conoscevi già le tue compagne di avventura?
Con Orietta da anni, ma non a livello intimo. Mentre la Milo, considerato che la Berti ha un carattere forte, la vedevo come quella un po’ più sciantosa, fanciullesca. E Sandra è perfetta, è proprio una ragazza. Lei è una sognatrice.
In che senso?
Se mi chiedi “Vorresti risposarti?”, pure se è andata bene, ci penserei. Mentre lei ti direbbe che, se capitasse un grande amore, perché no. E questo a 89 anni è fantastico (ride).
Avevi in mente altri personaggi o Berti e Milo sono state la prima scelta?
No, ho subito pensato a loro due. Ho proposto il format a Ilaria Dallatana, produttrice di Blu Yazmine, ed erano tutti molto contenti.
Quindi ti sei divertita?
Non penso di essermi mai divertita così tanto. Mi auguro che il programma vada bene, ma comunque mi sono fatta un regalo.
Perché proprio la Spagna?
Credo per un fatto di comunicazione. La meta l’ha scelta la casa di produzione. Noi non sapevamo dove saremmo andate, lo abbiamo scoperto in aeroporto.
La cosa più divertente che avete fatto?
Io avevo visto solo Barcellona e col programma abbiamo visitato Madrid, Siviglia e Cordoba. Madrid l’ho trovata bellissima, imperiale. La cosa più divertente è stata all’Alhambra a Siviglia.
Come mai?
Volevo fare un filmatino tra questi intarsi e ho ripreso solo i miei piedi. Lì ho capito che ero fuori tempo.
Pregi e difetti di Berti e Milo?
In verità mi è piaciuta la professionalità, l’essersi messe a disposizione del programma. Vista l’età potevano esserci degli intoppi e invece niente: tutto è filato liscio. Mi ha fatto piacere anche per loro, vuol dire che poi così tanta fatica non l’hanno fatta.
C’erano missioni da fare? Prove da superare?
Siamo sempre andate alla “viva il parroco”, senza ritegno, a piedi, su e giù per un van. È stato interessante sotto l’aspetto psicofisico.
C’è una riscoperta delle grandi glorie dello showbiz da parte dei giovani, anche se non vale il contrario. Le nuove generazioni sanno chi sono Berti e Milo, ma i loro nonni non conoscono le celebrities dei ragazzi. Ti sei mai chiesta perché?
Perché finché c’è vita c’è speranza. Uno può esprimersi anche a una certa età. La vita non finisce a 60 anni, ma continua se si ha la fortuna di sentirsi bene… Ornella Vanoni, ad esempio, è diventata molto più simpatica adesso. Noi siamo ragazze per sempre, basta non far ridere la gente facendo cose non più adatte all’età.
Tornerai in tv con Italia’s Got Talent o X Factor?
Non ho ancora conferme definitive, ma se è il caso, volentieri. Con Sky avrei solo Italia’s Got Talent, non X Factor.
E che mi dici dei nuovi giudici di X Factor?
Ambra Angiolini è perfetta, è una che conosce la musica e ha avuto anche in passato esperienze. Mi piace, è una bella idea, una donna conosciuta, particolare, piacevole. I cambiamenti fanno sempre bene. E poi c’è Dargen D’Amico, no?
Così si vocifera su diverse testate, ma non c’è ancora l’ufficialità. Ma a proposito di XF: perché, come succede pure per altri talent, chi esce da lì, eccezion fatta per i Måneskin, non sfonda più?
Perché a volte l’anticipazione del successo richiede molto lavoro.
Cioè?
Uno deve fare promozioni e cose che poco hanno a che fare col mestiere del cantautore. Una mancanza di tempo e concentrazione li può danneggiare. Quello che conta è il frutto della genialità che esce dalla loro professione, conta la ricerca. Manca tutto un lavoro dopo, per motivi di fretta, che invece c’è stato all’inizio. Si toglie tempo alla creatività. Se arrivano quelli già pronti è fantastico, altrimenti va tutto costruito a posteriori.
Il cantante più sottovalutato di X Factor?
Lorenzo Licitra meritava di più e si è perso nella nebbia del tempo. Ha fatto un pezzo, un singolo, con nessun risultato perché, devo dire, non poteva esserci: troppa fretta, non ha lavorato seriamente. Cantare le canzoni dei Queen con quella vocalità è perfetto. Ma poi fare una canzone come quella, be’: è un po’ più difficile. Bisogna trovare la produzione, il gruppo, insomma, è stato perso. Mi dispiace. I Måneskin in quell’edizione si piazzarono secondi e guarda dove sono arrivati.
Motivo?
Hanno sgobbato, poi per un gruppo è più semplice, lavorano tra di loro, mentre un cantante singolo deve trovare lo staff. Non è sempre facile, ma che dobbiamo fare? Per i solisti che non sono autori è molto complicato.
Hai visto l’Eurovision Song Contest?
Spettacolo molto bello, colossale.
Per chi tifavi?
Mi è piaciuta la Serbia. Konstrakta con la sua In corpore sano l’ho trovata diversa.
Si è parlato anche della spagnola Chanel con SloMo. Che mi dici?
Molto spettacolare.
Ti è piaciuta Stefania, la canzone trionfatrice degli ucraini Kalush Orchestra?
Folkloristica, della loro terra, l’ho trovata abbastanza piacevole. Poi mi sono piaciuti Mahmood e Blanco e la greca Amanda Georgiadi.
E poi?
Anche i tre presentatori li ho trovati gradevoli. Mika gioca in casa, Cattelan sotto questo aspetto è formidabile e la Pausini è bravissima. Benché fosse lungo, lo show non mi ha mai annoiato.
Morgan non è della tua idea. Ha detto che Mika non è italiano, la Pausini non padroneggia la lingua, Cattelan è moscio e Malgioglio inqualificabile…
Mah… sai, Morgan è un inventore… la presentazione di Malgioglio è stata molto particolare, anche per come si veste. E i suoi commenti, a volte, mi sembravano un po’ audaci (ride).
Ma lo porteresti con te a Quelle brave ragazze?
Non lo so, perché gli uomini dopo una certa età sono un po’ noiosi. Anche se Malgioglio non è noioso per niente. E questo è un suo pregio: dice cose che fanno morire dal ridere. È molto forte.
Il prossimo anno vorrebbe andare in gara a Sanremo così, nel caso vincesse, potrebbe rappresentare l’Italia all’ESC.
Le speranze non vanno mai buttate via. Io non potrei mai fare l’ESC perché non so l’inglese e sono negata con le lingue.
L’anno scorso a Rolling Stone hai detto che volevi fare la valletta a Sanremo, ma Amadeus non ti ha ascoltata.
Meno male. Tra quello che mi piacerebbe fare e quello che posso fare c’è una bella differenza! Intanto questa cosa delle vecchie mi è andata in porto. Io volevo chiamare il programma Il viaggio delle vecchie, ma mi hanno detto che non era indicato. Io preferisco la parola “vecchio”. “Anziano” mi fa subito venire in mente la pillola da prendere. Vecchio è sinonimo di esperienza, vita vissuta, come la Milo che c’ha ancora delle speranze.
Tipo?
Un mago le ha detto che avrebbe trovato il grande amore nella sala d’attesa di un dentista e la Berti, in tutte le città spagnole che abbiamo visitato, quando vedeva l’insegna del dentista diceva alla Milo che bisognava andare lì (ride). Abbiamo molto riso su ‘sta stronzata.
Torniamo a Sanremo. Cosa ti è piaciuto e cosa no?
La Rappresentante di Lista, i vincitori Mahmood e Blanco, la dance di qualità di Dargen D’Amico. Ho trovato cose interessanti. Elisa, ad esempio, quando canta mi piace sempre, ha una grande classe. Tananai carino, mi è piaciuto. Giovanni Truppi mi ha un po’ deluso.
Ah sì?
Ero una sua fan sfegatata. Ho fatto fare addirittura un pezzo di Truppi a un concorrente di X Factor. Invece a Sanremo non mi ha entusiasmato e mi è dispiaciuto: ci avrei fatto molto affidamento.
Però il Festival lo promuovi.
Sì, anche sotto il punto di vista della presentazione, degli sketch, mi è piaciuta molto Drusilla, un personaggio ben fatto con una sciccheria che non avrò mai.
Nella prossima edizione di Quelle brave ragazze con chi vorresti partire?
Proprio con Drusilla Foer perché mi piace la sua signorilità fiorentina, alla Paolo Poli, che le invidio molto. Non si scalda mai, mentre io mi accendo alla velocità del fulmine.
Una ce l’abbiamo. E l’altra?
La Vanoni, perché mi fa morire dal ridere: dice cose che non stanno né in cielo né in terra, sono attratta dalle persone che hanno un atteggiamento charmant.