“L’Uomo in Nero fuggì nel deserto e il Pistolero lo seguì”. Così inizia L’ultimo cavaliere, il primo volume della serie di romanzi di Stephen King La Torre Nera, ispirata alla Terra di Mezzo de Il Signore degli Anelli di Tolkien, di cui King è stato un grande ammiratore sin dagli anni ’60.
A differenza dell’autore inglese, King ha ridefinito il genere fantasy, manipolandolo con elementi horror, western e sci-fi. 35 anni dopo la pubblicazione del primo libro, arriva l’adattamento cinematografico, diretto dal danese Nikolaj Arcel, sceneggiatore di Uomini che odiano le donne e regista dell’acclamato Royal Affair. I personaggi principali sono Idris Elba, che interpreta Roland Deschain, e Matthew McConaughey, nei panni del perfido Uomo in Nero.
Nella mente di Stephen King, la storia nasce dalla poesia di Robert Browning, Childe Roland alla Torre Nera giunse, che narra le avventure del cavaliere Roland alla ricerca di una misteriosa Torre Nera. Dopo aver visto Il Buono, il Brutto, il Cattivo di Sergio Leone, King decise di plasmare look e manierismo di Roland sulla figura del pistolero Uomo senza nome, interpretato da Clint Eastwood. Il film comincia a metà della storia, quando Jake, un ragazzo newyorkese, grazie a delle visioni, scopre un’universo parallelo. Qui incontra Roland, il protagonista di quei sogni.
Roland Deschain vive in un mondo post apocalittico, in rovina, governato da un sistema feudale, dettato da regole da selvaggio west.
Insieme, Jake e Roland sono alla disperata ricerca della leggendaria Torre Nera, dove sembra si trovi il portale che tiene in equilibrio l’universo, un accesso magico ad altre dimensioni spazio temporali. Tra vari mostri e personaggi misteriosi che incontrerà, Roland dovrà combattere contro la sua nemesi, il malvagio stregone Walter Padick, a.k.a. Uomo in Nero, a.k.a. Randall Flagg a.k.a. The Walkin’ Dude. Nel cast ci sono anche Katheryn Winnick, Jackie Earle Haley, Abbey Lee, Nicholas Hamilton, José Zuñiga, Tom Taylor, Michael Barbieri e Karl Thaning. Il film sarà sugli schermi il 10 agosto. Sotto sole cocente e palme californiane, abbiamo messo a confronto i due protagonisti. Ecco l’intervista a Matthew McConaughey.
Quali sono state le ragioni per cui hai deciso di accettare questo ruolo?
Ho sempre voluto far parte di una franchise, anche se tutte le possibilità che mi venivano offerte erano sempre al secondo o terzo capitolo, tipo I Guardiani della Galassia Vol. 2, di cui mi piaceva molto la sceneggiatura, ma che creativamente non ho trovato molto stimolante. Quando ho letto La Torre Nera ho capito subito che potevo essere uno degli autori dell’Uomo in nero, uno dei primi a concepire la sua nascita e il suo sviluppo: sarei stato io a introdurre il personaggio ai fan e ai nuovi adepti. Walter è un personaggio complesso, ha un bellissimo senso dell’umorismo, la sua cattiveria ha molte sfaccettature, è diabolico, perverso e mefistofelico. È stato molto divertente immedesimarmi in lui.
Qual è stato il tuo processo di preparazione al ruolo?
Per ogni ruolo cerco di creare una situazione che mi crei tensione e mi renda meno sicuro, giusto per dubitare delle mie possibilità. Quando non provo queste insicurezze, vuole dire che c’è qualcosa che non funziona nel mio approccio al ruolo. Ogni giorno cerco di stimolare la mia curiosità a improvvisare qualcosa di nuovo, per spaventarmi un po’ e dare il mio meglio. Anche la musica è importante, devo avere delle canzoni che fanno parte della colonna sonora per prepararmi: per ogni ruolo creo la mia playlist, è più facile trovare il ritmo e il tono giusto in ogni scena.
Quanta libertà hai avuto sul set?
Nik è un regista straordinario, a cui piace improvvisare. Prima di cominciare le riprese gli ho scritto alcuni aspetti che avrei voluto incorporare nella figura di Walter Padick, dicendogli che non era assolutamente una richiesta, ma un desiderio di poter aggiungere qualcosa di mio al personaggio. Ho compilato una lista giusto per fargli capire cosa pensavo di lui e come lo vedevo nella storia. Alla fine ci siamo ritrovati con una ventina di pagine e varie opzioni da esplorare, le abbiamo provate tutte sul set e quando non funzionavano passavamo a quelle successive. È stata una collaborazione molto stimolante, ho sfidato la sua regia e lui ha provocato varie reazioni sul mio modo di recitare, entrambi abbiamo avuto la possibilità di cambiare opinione sui suggerimenti dell’altro, oltre che modificare le nostre convinzioni. È stato un processo interessante e creativo, che ha aggiunto spessore al personaggio.
Hai letto i libri di King prima di girare?
Non sarei riuscito a leggerli tutti, ma ho letto e riletto il primo romanzo della serie. Poi il produttore Ron Howard e Akiva Goldsman, che ha lavorato alla sceneggiatura, mi hanno dato una lista di capitoli da leggere, quelli che secondo loro rappresentavano il nucleo fondamentale della storia. Idris è un grande ammiratore della saga, li sta leggendo tutti quanti.
Sei un fan di Stephen King? Lui è mai venuto sul set?
Sono un grande fan di Stephen, abbiamo tanti amici in comune. No, non è mai venuto sul set, dice che non ha tempo, che preferisce scrivere. Prima di iniziare le riprese gli ho mandato una mail, chiedendogli di scrivermi una battuta che rappresentasse Walter. Mi ha risposto: “Il suo sorriso è fantastico, ecco perché ha il mondo in pugno”. Credo sia un omaggio a Cab Calloway e alla canzone I’ve Got the World on a String. Ma forse era anche un segno di incoraggiamento per me.
A questo link trovate l’intervista all’altro protagonista de ‘La Torre Nera’ Idris Elba.