Per tutti Meredith Mickelson è la celebre top model: la ragazza statuaria, born in Atlanta nel 1999, scoperta a soli 14 anni e finita subito sulle copertine di tutto il mondo. Per altri – i più gossippari – è una delle ex fiamme di Matteo Berrettini. E forse è proprio per tutte queste ragioni che Meredith ha deciso, da qualche tempo, di darsi al cinema: per mostrare il suo vero volto e far vedere che, oltre a un fisico mozzafiato e uno sguardo da cerbiatta, c’è molto di più.
Ed è così che è finita nel super action Paradox Effect, il film prodotto da ILBE, la società di Andrea Iervolino e Lady Monika Bacardi, e presentato in anteprima all’ultima Festa del Cinema di Roma. Tra una sparatoria e l’altra, e accanto a volti come Harvey Keitel e Olga Kurylenko, spunta infatti lei, in versione punk: arriva, corre e frega ai due protagonisti una preziosissima borsa contenente droga e soldi. «Lo so, può sembrare strano aprirsi a un nuovo mondo professionale dopo che, per dieci anni, hai fatto un’altra cosa», ammette Mickelson. «Ma desideravo uscire dalla mia comfort zone: vorrei coinvolgere le persone in un modo più profondo e fare tirare a loro volta fuori le proprie emozioni, riscoprendole».
In realtà a spingerla a recitare è stato suo fratello, morto due anni fa: «Continuava a ripetermi che avrei dovuto provare, che sarei stata brava, ma a me la sola idea intimidiva. Poi, quando è morto, qualcosa è scattato: è come se il suo slancio fosse passato dentro di me. Ho iniziato a crederci, a dirmi: forse ha ragione, posso farcela». Così si è lanciata, gettando il cuore oltre l’ostacolo, ma senza improvvisarsi. Per essere all’altezza dei ruoli, Mickelson si è messa sotto a studiare: la sua mentore è Catlin Adams, già acting coach di Brad Pitt, Nicole Kidman, Naomi Watts, Jane Fonda e Amy Adams. «Le lezioni sono tostissime e io sicuramente sono la peggiore della classe: tutti gli altri hanno esperienze alle spalle», assicura. «Però imparo tantissimo, ogni giorno. Grazie a Catlin sto crescendo, ed è un mestiere che adoro: è come se mi parlasse».
La neoattrice è così scrupolosa che, sebbene il suo ruolo in Paradox Effect non sia da protagonista, ha voluto prepararsi per calarsi nei panni della punk italoamericana: ha persino preso lezioni da un dialect coach, per essere sicura di avere la giusta cadenza. «Ho amato questo ruolo: interpreto una ex tossicodipendente, senza famiglia. Un’anima perduta. Ecco, credo che il pubblico si potrà riconoscere in lei… e non mi riferisco all’uso delle droghe (ride, nda). Penso alla sua anima spezzata: è uno specchio che può parlare a molti». Meredith ha amato così tanto questo ruolo che sul set continuava a chiedere: “Va bene così o la rifacciamo?”. A un certo punto «mi hanno detto: “Basta, tranquilla, va benissimo così, ti impediamo di venire ancora una volta da noi!”».
Se dovesse indicare un modello di riferimento, la modella non ha dubbi: il suo spirito guida è la “Barbie” Margot Robbie. Ha adorato tanto il film quanto la sua interprete. «Ammiro il suo essere così eclettica: penso in particolare a Tonya. Robbie ha uno stile recitativo sempre diverso, folle, sfumato», spiega. «Quanto a Barbie, non l’avrei mai detto, eppure… guardando il film ho pianto! È pieno di monologhi riuscitissimi, che sono profondi e allo stesso tempo chiari da capire». Inevitabilmente il discorso si sposta quindi sul mondo della moda: un universo popolato prevalentemente da Barbie girls. Qui infatti l’imperfezione non è ammessa, anche se «piano piano le cose stanno cambiando».
In ogni caso, era un ambiente decisamente esigente quando ha iniziato Meredith: «È fondamentale avere la testa sulle spalle. Molto dipende anche dall’età in cui inizi a lavorare, ma è tosta perché vieni costantemente giudicata per il tuo corpo. Non tutti hanno la fortuna di aver avuto un grande team di supporto come il mio». Se quindi la sua infanzia è stata felice («Ho avuto la miglior famiglia che si potesse avere»), la sua gioventù è stata invece «faticosa: a 14, 15 anni già sfilavo, quindi frequentavo una scuola online. Venivo da una piccola città della Georgia e mi sono ritrovata in questo mondo gigantesco e fantastico. Son dovuta crescere velocemente, è stato bello ma allo stesso tempo complesso. In particolare, quando a 15 anni ti dicono chi sei, ti senti confusa tanto che, ancora adesso, sto cercando di capirlo. I social non hanno certo aiutato: tutti quei commenti, quando sei ancora adolescente, mi hanno incasinato la testa».
Il che, detto da una sventolona come lei, è tutto dire. Ovviamente, per la cronaca: come qualsiasi donna, persino lei riesce a trovare dei difetti su sé stessa. Detto questo, la chiacchierata non poteva però concludersi senza una domanda su Berrettini: l’anno scorso si era a lungo vociferato di una storia d’amore tra loro. Quanto c’è di vero? «Eravamo due giovani che si sono conosciuti e si sono divertiti, capisci cosa intendo?», allude Meredith per poi chiarire: «Siamo usciti insieme, ma non a lungo. Diciamo che è stato un flirt estivo. Di lui conservo bellissimi ricordi».
Questa intervista è stata rilasciata prima dell’annuncio dello sciopero SAG-AFTRA