Lo show tra i più famosi di Comedy Central (canale 128 di Sky e in streaming su NOW TV) cambia tutto e, per la sua sesta edizione sceglie, come conduttrice, l’attrice e stand-up comedian Michela Giraud. Sarà lei il volto di punta di CCN – Comedy Central News, in onda da stasera alle 23:00 e, dalla prossima settimana, doppio appuntamento martedì e mercoledì. Ironica, spiazzante e immediata, la Giraud raccoglie il guanto della sfida.
Qual è stata l’impressione iniziale al timone di CCN?
Molto bello. Ho preso le redini di un programma che conoscevo bene, avendo fatto parte del cast per lungo tempo. Quando mi hanno detto che lo avrei condotto, mi è preso un colpo.
Addirittura!
Temevo facessero confronti con Saverio Raimondo, che mi ha preceduta conducendo lo show per cinque anni.
Raimondo lo hai sentito? Ti ha dato qualche dritta?
Mi ha detto di cambiare tutto e mi ha, in qualche modo, liberata dall’incubo di poter fare una sorta di copia. Avevo paura che, se avessi fatto qualcosa di simile, i critici e i fan del programma mi avrebbero distrutta. Se non avessi avuto Saverio come amico sarebbe stato più difficile.
E con il Covid-19, com’è andata?
Abbiamo un po’ boccheggiato: non sapevamo se CCN si sarebbe fatto. Comedy Central ci ha dato la possibilità di farlo, insieme con la società di produzione Fremantle. Noi lo abbiamo pensato in un modo, poi abbiamo distrutto tutto e lo abbiamo ripensato nuovamente. Dietro CCN c’è tanto lavoro di scrittura e riscrittura. Ce l’abbiamo fatta, alla fine. Ed eccoci qua.
Tu sei una che è forte nell’improvvisazione, mentre CCN è molto scritto.
Completamente scritto.
Ecco. È difficile, per una che ama improvvisare, dover fare i conti con le restrizioni della scrittura?
In realtà nella stand-up comedy è tutto molto scritto. E la scrittura mi ha sempre dato tranquillità: imparo le cose e, quando posso, mi distacco dal testo. Nel Salotto di CCN, la seconda parte dello show, è tutto molto più a mio favore: c’è un canovaccio e parecchia improvvisazione. Quindi vedrete la differenza tra CCN e il Salotto.
A proposito di stand-up comedy, recentemente Renzo Arbore, proprio su Rolling Stone, ha detto che gli stand-up comedian italiani fanno sorridere, più che altro, per l’audacia…
Ha ragione. Lui è stato molto elegante, ma abbiamo capito tutti quello che intendeva dire.
Cioè?
Molti di noi puntano a sconvolgere lo spettatore invece di coinvolgerlo. Non sono esente da questo, ho pezzi molto forti, ma fanno parte di un lato di me che ho sperimentato nel passato, ma non rinnego. La stand-up comedy è percepita come una cosa molto violenta. In realtà è semplicemente portare sé stessi sul palco. Mi piacerebbe che Arbore vedesse CCN e dicesse la sua. Noi quell’intrattenimento leggero lo cerchiamo. Se i ragazzi si approcciano e interpretano la stand-up in rotta totale con il nostro ambiente, dimenticandosi di essere sé stessi, può verificarsi un eccesso di audacia.
Nella prima puntata di CCN ospiti il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Un personaggio che, ultimamente, è un po’ divisivo per le dichiarazioni fatte in merito all’affaire Montanelli e lo smart working.
Tieni presente che Sala l’avrei invitato comunque, ma l’intervista risale a prima delle sue recenti esternazioni. Quindi non troverete quello di cui si sta parlando in questi giorni. È un’altra situazione. Sala è un’icona e un sindaco che, per Milano, ha fatto tanto. Poi ultimamente ha reso pubbliche delle opinioni sulle quali si può essere d’accordo o meno.
E tu sei d’accordo?
Ho le mie idee, ma in questo caso è meglio che parlino le persone competenti, che permettono di farsi un’opinione più strutturata.
Non essendoci alcun legame con l’attualità, non pensi che il risultato possa essere percepito come una specie di operazione simpatia?
Sono i rischi di fare un programma registrato. A ogni modo, Sala è sempre stato visto come un sindaco molto figo. E poi questo è un programma comico.
Nell’intervista chiedi a Sala di fare diventare Roma Nord un feudo di Milano. Non hai paura delle reazioni dei romani, vista la storica rivalità tra Roma e Milano?
È una battuta. E poi noi romani ci indispettiamo un po’ per tutto (ride, ndr).
In CCN c’è una presa in giro, nemmeno troppo velata delle nuove star del piccolo schermo: i virologi!
È la cosa più attuale di un programma che, da sempre, gioca sulla replicabilità cercando di trattare temi generali. Fare ironia, in questo periodo, dopo la tragedia enorme che abbiamo vissuto, è un po’ come camminare sulle uova. Nello specifico, Edoardo Ferrario, ha creato il personaggio di un virologo megalomane: ci siamo dati input su personalità cui fare riferimento.
Chi sono queste personalità?
Non te lo posso dire, ma si capirà. Si tratta di gente che fa un mestiere, ma si scopre star.
Tra i virologi chi sono quelli che ti sono rimasti più impressi?
Mi faceva molto ridere la calma con cui la Capua diceva qualsiasi tipo di cosa, senza scomporsi. Poi conosco Burioni, ma è già un personaggio da tanti anni. Ti posso parlare, però, degli inviati alla Protezione Civile: Marco Sabene del Tg2 non era niente male.
Torniamo a CCN. Proprio all’inizio, in una gag, dici che è una truffa. Lo è davvero?
Be’ sì, perché si atteggia a programma giornalistico, ma non lo è.
E tu, da non-giornalista, cosa stai preparando nel dopo CCN?
Un monologo di stand-up per Comedy Central. Poi recupereremo i live come quello alla Sala Umberto di Roma. Il 13 luglio, invece, sarò al Castello Sforzesco di Milano con Luca Ravenna e Saverio Raimondo.