Vestito di tutto punto (shorts cargo militare di colore blu, crocs da dr. Killdare rosse, camicia & cravatta) eccomi presentarmi come di consueto al Four Season Hotel a Beverly Hills, dove, dopo aver dato la macchina (oltre che un paio di dollari aka smakarooni, greenbacks, bucks, notes, bills, bones, cheddar, clams, dead presidents…) al valet parking (rigorosamente in mano e gestito dai messicani) mi fiondo alla presentazione stampa per la serie televisiva Big Little Lies (15 marzo arriva su Sky Atlantic) Un grosso evento senza alcuna ombra di dubbio, visto la security e il numero di agenti, publicists, et pr che pupullano la stanza antecedente a dove incontreremo Nicole Kidman e Reese Witherspoon, rispettivamente produttrici ed attrici protagoniste della serie HBO tratto dall’omonimo romanzo thriller di Liane Moriarty, in Italia edito da Mondadori, piu regista Jean-Marc Vallée di Dallas Buyers Club e Wild, oltre che lo scrittore David E. Kelly di fama L.A. Law, Ally McBeal e La Famiglia Brock.
Cast stellare, perchè oltre che Whiterspoon & Kidman, ci saranno anche Shailene Woodley, Laura Dern e Zoe Kravitz, oltre che Alex Skarsgard (The Legend of Tarzan) e Adam Scott (Parks and Recreation). Diretta da Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club e Wild), la serie, creata da David E. Kelly (di fama Ally McBeal) racconta la vita di una tranquilla cittadina californiana dove nulla è come sembra, a partire da madri all’apparenza perfette, padri-mariti-genitori di successo… violenza domestica, abusi e bullismo, il tutto fra pettegolezzi, segreti, tradimenti e persino un omicidio di cui dovremmo scoprire sia il morto che l’assassino. C’è dell’elettricità per il corridoio, ve lo garantisco, perché non è di tutti i giorni che si incontrano Nicola Kidman e Reese Whiterspoon e anche perché noi giornalisti abbiamo avuto il privilegio e il piacere di vedere tutte le sette puntate. Risultato? È uno degli show migliori dell’anno, a cominciare dalla sigla di apertura con la bellissima canzone Cold Little Heart di Michael Kiwanuka.
La prima domanda per entrambe. Come vi siete divise i ruoli?
Nicole: «Quando mi sono incontrata con Liane Moriarty – la scrittrice del best seller – lei pensava che il ruolo di Celeste fosse il più adatto a me. Poi ho scoperto che Jean-Marc non aveva ancora deciso».
Reese: «Io invece quando ho parlato con Jean-Marc, era convinto che il ruolo di Celeste dovevo farlo io. Ma al primo meeting con David Kelley, ho scoperto che secondo lui ero “ovviamente Madeline”. Ancora non ho capito se era un insulto o un complimento! In ogni caso secondo me hanno scelto bene, funziona bene così com’e’».
Come attrici, quanto vi siete immedesimate nei panni di queste donne?
Nicole: «Ogni ruolo è diverso, ogni attore ha un approccio differente ad ogni ruolo. Il mio metodo, per esempio, cambia a seconda della sceneggiatura e del regista con cui lavoro. A volte faccio riferimento a esperienze o emozioni della mia vita privata, altre faccio ricerca sul soggetto e uso la mia immaginazione. L’importante è trovare il filo che ti conduce in quel luogo dove scopri tutto quello che devi sapere sul tuo personaggio».
Reese: «Nicole è molto brava, mi sono incantata tante volte a guardarla, a volte non sembrava neanche che recitasse. Anche Shailene è incredibile».
Nicole: «Reese devo interromperti perché sei troppo modesta. Dovete sapere che Reese preferisce parlare solo degli altri, mai di se stessa. Ma quando leggete il libro e capite il ruolo che ha Madeline nella storia e il tipo di persona che é, allora vi rendete conto del lavoro che ha fatto Reese in questo ruolo. Madeline parla continuamente, non smette mai. Per me è un comportamento terrificante, non saprei da dove cominciare. Pochissime attrici potrebbero fare questo ruolo. Devi bilanciare commedia, dramma e logorrea, una parlata veloce e fluente, quasi da malattia mentale, e allo stesso tempo trasmettere emozioni. Le ho anche chiesto di rivelarmi il suo segreto, “Come fai?” e le mi risponde alzando le spalle “Lo faccio e basta”».
Miss Kidman. C’e’ una scena con suo marito, Alexander Skarsgard, dove per dieci minuti parla del vostro matrimonio. Mentre Reese non smette mai di parlare, Celeste invece traspare molte delle sue emozioni con il silenzio e le sue espressioni facciali. Quanto e’ difficile recitare una scena del genere?
Nicole: «È difficile, ma non impossibile! Reese mi aveva avvisata, dicendomi che sin dal primo momento che metti piede sul set, Jean-Marc inizia a girare. Non ci sono prove, non si prepara niente. Secondo me questo metodo mi ha aiutato parecchio, per quella scena ci siamo seduti e abbiamo fatto il nostro lavoro, due ciak dopo avevamo finito».
Reese: «Quella scena vale più di qualsiasi corso di recitazione».
Nicole: «Se devo essere sincera ho sempre lavorato con registi che preferivano avere molte versioni della stessa scena. Invece Jean-Marc sa benissimo cosa vuole e se la scena funziona dopo solo un ciak, allora è soddisfatto e vuole passare ad altro. Lo rispetto molto, anche se non e’ facile fidarsi di lui se non lo conosci. Io poi che dubito sempre delle mie performance, ci ho messo un attimo a capire che dovevo semplicemente arrendermi e lasciarmi andare nelle sue mani. È vero che mi sono anche preparata molto prima di girare, immaginando la situazione domestica di Celeste. Volevo aggiungere del mio, un po’ di umanità, di amore, anche se la relazione è molto complessa. Volevo trovare il sistema di farla funzionare, e Alex era sulla mia stessa lunghezza d’onda. Insieme abbiamo lavorato molto bene».
Ora è la volta di David Kelly e Jean-Marc Valée. E’ stato complicato adattare il libro per una miniserie tv?
David: «La base era solida. Il libro è strutturato molto bene, sia dal punto di vista dei personaggi che della storia, che ho trovato avvolgente e intrigante sin dalle prime pagine. Questo e’ il motivo principale per cui ho deciso di partecipare al progetto. Allo stesso tempo ho cercato di essere leale alla trama e alle sfumature dei personaggi e della loro evoluzione. Ci sono degli elementi che variano per ogni personaggio, ma in linea generale siamo stati abbastanza fedeli al materiale di partenza, anche perché avevamo già una base sostanziale con fan in giro per il mondo. L’unica vera differenza è stata di ambientare lo show a Monterey, in California, invece che a Sidney. Anche se siamo sempre in una città sulla costa, il mare è un elemento molto importante, non potevamo sottovalutarlo. Sinceramente non l’ho mai vista come una serie, ma come un film di sette ore. Ecco perchè sono stato fortunato ad avere Jean-Marc dietro la macchina da presa per tutti gli episodi, sarebbe stato inconcepibile conservare lo stesso stile con registi diversi».
Jean, come ti ha convinto Reese ad accettare la regia?
Jean-Marc: «Veramente non ha dovuto sforzarsi troppo! Mi ha fatto leggere le sceneggiature dei primi due episodi. Non volevo leggere il libro prima di accettare il progetto, e la scelta di non leggerlo è stata molto importante. Volevo avere un occhio fresco sul progetto, avevo paura di farmi influenzare troppo dalle parole del libro. Poi dopo aver accettato l’ho letto, e l’ho trovato molto bello, complesso e articolato. Il fatto che ci sia il mistero dell’assassinio è un elemento in più, anche se trovo che sia un pretesto per spiegare il titolo della serie, per rivelare le nostre pecche, i nostri difetti. Ci sono bugie e menzogne, e dal titolo si capisce che saranno proprio loro a farci soffrire. Una di queste e’ quella di Celeste che mente a tutti pur di proteggere il suo uomo. Mente a tutti, anche a se stessa. E poi c’è la grande bugia, quella dolorosa e straziante, che avrà delle conseguenze e cambierà il corso della storia futura. Ringrazio Reese ogni giorno per avermi incluso in questo progetto davvero stupendo».
Nicole, il problema della violenza domestica è enorme in tutto il mondo. Un messaggio nel personaggio di Celeste per tutte le donne?
Nicole: «Sono 10 anni che lavoro per il progetto delle Nazioni Uniti in difesa dei diritti delle donne, ho imparato tantissimo sulla violenza domestica e sulla violenza sulle donne in termine di crimini di guerra. A questo proposito fra qualche giorno andrò in Serbia dove lavorerò alla costruzione di un rifugio per le donne… Ovvio che più se ne parla e più si sparge il messaggio che violenza e abuso domestico sono da cancellare per sempre, e meglio è per l’umanità. Anche nel nostro programma, più si va avanti con la trama e più vi renderete conto come nocivo e pericoloso sia, abbiamo il dovere di tenere vivo almeno il dibattito, ricordare a tutti il tema. Il problema è che non ne possiamo parlare fino alla fine della serie perché c’è di mezzo un omicidio e non vogliamo rivelare troppi dettagli. Oltre a questo tema ci sono anche tema attuali come la violenza sessuale, il tirar su i figli pur essendo una mamma singola, divorzio, famiglia miste, relazione inter-familiari. Sono contenta che abbiamo deciso di fare 7 ore di programmazione perché così possiamo inserire tutte queste problematiche importanti, non solo per il pianeta donna, ma per l’intera umanità.