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Simona Ventura: «Mi sarebbe piaciuto avere Sfera Ebbasta a The Voice»

Dopo i programmi con Maria De Filippi e la scelta di abbandonare Mediaset, la conduttrice torna in TV con la voglia di portare in Italia un reality inaspettato, tra la rivelazione Elettra Lamborghini e una frecciatina dedicata a Manuel Agnelli

Foto di Simona Chioccia/ IPA

Riuscire a intercettare Simona Ventura non è esattamente la cosa più semplice del mondo: va sempre di corsa, ha pochissimo tempo e mille impegni e ospitate per il lancio di The Voice of Italy, il talent show targato Rai2 che, eccezion fatta per (la miracolata, è proprio il caso di dirlo) Sister Cristina, non ha tirato fuori una popstar neanche per sbaglio. Super Simo è stata, quindi, chiamata (probabilmente) per rinvigorire uno show un po’ asettico e senza grossi slanci. Una sfida, tanto per capirci.

Del resto lei è abituata alle sfide: ha preso in mano un programma come Quelli che…il calcio regalandogli un nuovo assetto, ha portato al successo il reality L’Isola dei Famosi (di cui è stata anche concorrente, cosa mai successa prima) e il talent dei record X Factor che l’ha vista dietro al bancone dei giudici sia su Rai2 che su SkyUno. Dopo un periodo a Mediaset sotto l’ala protettiva di Maria De Filippi, torna sulla seconda rete Rai.

Il 23 aprile, alle 21:20, riparte The Voice of Italy. E lo fa in una collocazione (apparentemente) non semplice: da pochissimi giorni è stato reso noto, infatti, che il martedì, alla stessa ora, c’è il Grande Fratello di Barbara d’Urso. Il pensiero va subito al Sanremo del 2004, ricordato (anche) per una controprogrammazione talmente aggressiva che avrebbe fatto impallidire Carlo Conti. Il risultato? Nella terza serata la kermesse canora fu superata dal papà di tutti i reality. Sarà per questo che la Ventura, sul palco dell’Ariston non ha più voluto mettere piede nel ruolo di conduttrice. Va detto, però, che viste le premesse e le innumerevoli difficoltà, fu un Sanremo più che sottovalutato, come show e a livello musicale.

Il talent che premia la voce rappresenta, quindi, per la Ventura, l’ennesima sfida nella battaglia dello share. Del resto, quando c’è da trottare, Simo lo fa a testa alta e a schiena dritta (tanto per citarla) perché il suo motto “Crederci sempre, arrendersi mai” è proprio una filosofia di vita che in questi anni – anche quando era data per spacciata – è stata la molla per farla risorgere dalle sue ceneri, come un’araba fenice.

Il cast di ‘The Voice of Italy’

Simona, un ritorno che ha il sapore della rivincita.
La rivincita non è un qualcosa che metto tra le mie priorità. Non lo definirei nemmeno una rinascita. Questa su Rai2 è una nuova vita professionale in un’azienda, la Rai, che per 11 anni mi ha dato tanto. Nel frattempo ho fatto dei lunghi giri, delle bellissime esperienze che rivendico tutte.

Come quelle su Canale 5…
Certo. Tre anni in cui ho condotto due edizioni di Selfie – Le cose cambiano, ho partecipato a un talent bellissimo come Amici e ho lavorato sempre con Maria De Filippi (alla quale sarò, per sempre, eternamente grata) e al suo gruppo (Fascino PGT, ndr) alla nuova edizione di Temptation Island Vip che, a oggi, rimane il reality con l’ascolto più alto. Quando, però, ho avuto la chiamata in Rai da Freccero, non ho potuto che dire: «Obbedisco!». Mi ha cercato una domenica di novembre, appena insediato come Direttore di Rai2 e mi ha chiesto a bruciapelo: «Vuoi venire a fare The Voice con me?». E io: «ne sarei onorata». Eccoci qui.

Maria come l’ha presa?
L’ho chiamata. Avevo bisogno dei suoi consigli, di confrontarmi.

Ma non c’era in ballo La pupa e il secchione?
Se ne parlava, ma ho voluto seguire il mio istinto. Così, quando Carlo mi ha telefonato, l’ho vissuto come un segnale. E poi, con lui, volevo concludere una storia professionale che si era chiusa troppo presto.

Cioè?
È vero che, nel 2001, mi ha voluta al timone di Quelli che…il calcio, ma è anche vero che è andato via dopo pochi mesi. Per cui questa storia si era un po’ interrotta.

Arriviamo a The Voice of Italy. Hai dichiarato che riuscirai a ritagliarti i tuoi spazi, ma il format è abbastanza blindato. Come farai?
Devo dire che gli olandesi (detentori del format, ndr) mi hanno lasciato libertà di movimento. Mi sono ritagliata un ruolo nuovo, mettendo la mia idea di musica e di conduzione. È un fil rouge tra le varie storie: con i parenti ho un trattamento meno asettico, più di pancia. Ho un video in cui coinvolgo alcuni concorrenti a modo mio. Insomma The Voice farà esplodere la mia forza creativa che, in questo periodo, è particolarmente fervida e al servizio dei quattro coach!

Ecco, i coach: Morgan, Gigi D’Alessio, Guè Pequeno ed Elettra Lamborghini, quella che hai definito la tua grande scommessa. Come mai?
Elettra vi stupirà per la sua allegria e la grande umanità. Ho sempre lanciato personaggi nuovi che, poi, hanno avuto successo non solo nel mondo della musica: da Giusy Ferreri a Francesca Michielin, da Francesco Facchinetti ad Alessandro Cattelan. Amo dare opportunità di crescita professionale alle persone, poiché il loro successo mi rende orgogliosa. I coach, nel contesto di The Voice, formano una squadra perfetta. Insieme a Morgan e Gigi (D’alessio, ndr), Elettra e Guè si inseriscono molto bene.

Perché?
Nel programma c’è la vecchia e la nuova guardia. I puristi sono Morgan e Gigi, mentre Elettra e Guè sono la nuova generazione. La miscela è deflagrante dal punto di vista musicale: i coach sono al servizio dei ragazzi, duettano con loro ed escono live improvvisati che mi piacciono moltissimo.

Si parla di una fitta dialettica musicale tra D’Alessio e Morgan.
Sì, pazzesco, in camerino provano anche i pezzi insieme. Elettra è divertente, ma mi ha colpito la sua grande umanità. Guè non si gira spesso: lo fa quando è veramente convinto e sa di poter dare una reale opportunità ai talenti. È una perfetta alchimia, una commistione dei vari stili, che vorrei sempre in un talent musicale. Al giorno d’oggi si rischia che ognuno resti nel suo orticello, per mantenere quello che ha. La vera ricchezza è, invece, la contaminazione. Nessuno penserebbe a un amore così fraterno tra Gigi e Morgan, visto che sono così diversi.

Be’, effettivamente…
Però, incredibilmente, si sono trovati. E anche Elettra e Guè fanno parte di questo progetto Anzi, molto spesso la “vecchia” guardia lascia spazio alla “nuova” in un perfetto concerto che mi commuove e mi esalta.

Va bene tutto, ma torno a parlare di Elettra Lamborghini, scelta criticatissima…
Sarà una sorpresa, una rivelazione. Del resto, anche per Elettra è una chiamata in nazionale: la sua umanità sta uscendo fuori, è davvero simpatica, bolognese e molto umile. Non dimentichiamoci, poi, che è amatissima dai ragazzi. Sono rimasta colpita, soprattutto – lo ripeto – dalla sua umanità. Aspetto caratteriale che avevo un po’ percepito, vi stupirà.

Che mi dici dell’esclusione di Sfera Ebbasta, che doveva fare il coach?
È stata una scelta aziendale e io sono aziendalista. Mi sarebbe piaciuto avere Sfera tra i coach, ma se la Rai ha messo dei paletti noi abbiamo trovato subito una grande soluzione. Cercando con serenità, abbiamo individuato la figura che mancava. Gigi D’Alessio rappresenta il pop, un tema che rivendico perché anche io voglio arrivare alla pancia delle persone. Pop che non vuole dire trash, ma un mondo in cui tutti si sentono inclusi.

Perché, al posto di Sfera, non avete preso un altro trapper?
Sarebbe stato un errore. Abbiamo cercato, invece, una voce pop. Diciamo che pensavo a Gigi ed è arrivato.

Ammetterai, però, che da The Voice of Italy (quasi) nessuno ha avuto successo. Come la mettiamo?
È la nostra missione. Vogliamo dare a questi ragazzi un’opportunità dopo il talent. Questo è il mio modo di vedere questi show. È sempre importante il “dopo” dei ragazzi, penso come un impresario, un po’ come Mara Maionchi. Vedere che i miei concorrenti hanno successo ancora oggi, per me, è una grande soddisfazione. Un lavoro che faremo con i coach che, in assoluto, vogliono dare una mano ai talenti. E questa è già una novità, un passo avanti: i musicisti cominciano a essere generosi con le nuove generazioni. Perché il nuovo non toglie, semmai regala qualcosa in più.

Hai fatto tutti i talent esistenti in Italia: X Factor, Amici e The Voice of Italy. Qualcosa da aggiungere all’affermazione di Manuel Agnelli che ti ha definita il peggior giudice di X Factor?
Non lo sapevo. Marano mi voleva alla conduzione, ma ho preferito fare la giudice. Detto questo, Manuel Agnelli è un bellissimo cognome, alla ricerca di un nome. Non saprei cos’altro dire.

E del tuo presunto arrivo a Pechino Express, invece, che mi dici?
È stata un’affermazione del Direttore, che ringrazio per la fiducia. Ma non ci ho ancora messo la testa. Ora voglio fare bene The Voice of Italy, poi ci penseremo.

Da sempre sei famosa per lanciare nuovi show: hai citato X Factor, ma c’è pure L’Isola dei Famosi. Non vorresti lanciare un nuovo programma?
Sì, c’è una trasmissione che mi piacerebbe molto fare e, forse, è arrivato il momento. Un format che richiede coraggio da parte delle aziende.

Di che si tratta?
Celebrity Rehab. In Italia si fatica ancora a fare uscire i problemi e, in questo show, si vedono vip che vanno in un centro di riabilitazione. In America ha avuto in successo incredibile, ma negli States hanno un’altra mentalità verso queste cose.

Perché proprio questo format?
Sarebbe un cambio di mentalità importante, in un Paese che tende a tenere le cose per sé. Ho sempre voluto portarlo in Italia perché ci vuole anche l’autorevolezza per poterlo fare. E credo che, in questi anni, non abbia mai perso la credibilità: ho sempre detto quello che pensavo, anche pagandone le care conseguenze, senza salire mai sul carro del vincitore. Rivendico il fatto di parlare di certi argomenti senza risultare ridicola.

Del resto tu sei stata definita la regina dei reality…
Ma il reality in diretta sta subendo una profonda crisi.

Ecco, cos’è successo? L’Isola dei Famosi e il GF sembrano non funzionare più. Cosa bisognerebbe fare?
Il successo del Collegio e di Temptation Island mi fa pensare che, forse, i reality registrati hanno un montaggio più accattivante, mentre quelli in diretta non hanno più un ritmo così incalzante.

Tra le altre cose tu, con i reality, hai sempre cercato di scardinare la mentalità (a volte) chiusa dei telespettatori. Penso alla partecipazione di Luxuria all’Isola, grazie alla quale sei diventata un’icona gay.
Io lo sono veramente un’icona gay e lo rivendico. Credo di averlo dimostrato. L’amore non ha colore e non ho mai giudicato una persona dai gusti sessuali, ma solo se è o non è una brava persona. Ognuno, della sua vita, fa quello che vuole. Vivo e lascio vivere.

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