Solo: A Star Wars Story: Essere Chewbacca | Rolling Stone Italia
Interviste

Star Wars: «Essere Chewbacca»

Joonas Suotamo racconta il percorso e le difficoltà affrontate per diventare lo Wookiee più famoso di tutta la galassia.

Star Wars: «Essere Chewbacca»

Han Solo (Alden Ehrenreich) e Chewbacca (Joonas Suotamo) in ‘Solo: A Star Wars Story’. Foto Press.

Nel primo, parte della serie di spin-off iniziata con Rogue One nel 2016, Ehrenreich è Han Solo, un pivello alle prime armi, non ancora il contrabbandiere sgamato sempre in fuga dai debitori che interpretava Harrison Ford; non c’è Leia, ma troviamo Qi’ra (Emilia Clarke), che sembra essere a conoscenza di molti dei segreti di Solo. Per la prima volta scopriamo come ha conosciuto il leale pulcioso co-pilota Chewbacca (Joonas Suotamo) e come, insieme, entreranno in possesso del Millennium Falcon del famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian (Donald Glover).

In questo estratto dall’intervista pubblicata sul nuovo numero di Rolling Stone, in edicola a maggio, Joonas Suotamo racconta il viaggio che lo ha portato a vestire i panni del Wookiee più famoso di tutti i tempi, protagonista del nuovo capitolo di Guerre Stellari, Solo: A Star Wars Story.

In questo film il giovane Chewbacca ha 190 anni. Non male come traguardo.
Chewbe è un ragazzino, i Wookiee vivono circa 400 anni, quindi diciamo che deve ancora crescere parecchio. La relazione con Han è complicata, per me il loro è sempre stato il rapporto più interessante della saga. Han è l’unico che capisce cosa dica Chewbe e spesso il loro dialogo è ricco di battute diver- tenti, tra di loro nascerà un’amicizia profonda.

Questo è il tuo secondo film nel ruolo di Chewbe. Come hai ottenuto il ruolo?
Era il 2013, e, siccome ho sempre voluto fare l’attore, ho letto di un’audizione in cui cercavano qualcuno per fare la parte di un cavernicolo, che dovesse essere alto almeno 2 metri e 20. Visto che sono 10 cm più basso, ho deciso di non presentarmi all’audizione. Per la prima volta nella mia vita, mi sono sentito basso. Qualche mese dopo, ho sentito che, tramite l’associazione di basket scandinava, cercavano qualcuno alto almeno due metri, che avesse gli occhi azzurri. A quel punto sono andato a Londra, dove ho incontrato J.J. Abrams, che mi ha offerto di fare la controfigura di Peter Mayhew, che a quel punto iniziava ad avere problemi di salute.

Han Solo (Alden Ehrenreich) e Chewbacca (Joonas Suotamo) in ‘Solo: A Star Wars Story’. Foto Press.

Peter ti ha insegnato tutti i trucchi?
Si, insieme abbiamo fatto una settimana di “Wookiee camp”, dove abbiamo guardato i film e mi insegnato a muovermi nel costume, che è molto difficile da manovrare.

In che senso difficile?
La parte inferiore della maschera è meccanica e, a seconda di come muovo la bocca, posso creare espressioni facciali diverse. Il resto lo esprimo con occhi, gesti e suoni. Chewbacca è rigido nei movimenti, quando mi giro devo far ruotare anche il torso. Anche se non partecipa attivamente alle conversazioni con gli altri personaggi, ha una grande presenza.

Quanto è stato complicato imparare a fare il suo urlo?
Su YouTube ci sono centinaia di tutorial che ti spiegano come farlo, e tanti sono fatti bene. Nessuno mi ha chiesto di impararlo, ho scelto di farlo per strappare un sorriso a Harrison Ford che, però, non ha mostrato nessun interesse! Alden, invece, mi ha fatto i complimenti, è rimasto colpito dal realismo del costume. La prima volta che mi ha visto non aveva capito che c’ero dentro io.