Ci sono attori e attori. Ci sono quelli che a un certo punto sentono la chiamata, quasi mistica, e decidono che la loro vita deve essere dedicata all’arte della recitazione. E poi c’è Tye Sheridan, che a 10 anni viene indicato da due persone che stanno cercando il bambino giusto per il film di un regista che da qualche anno non lavorava. «Erano A.J. Edwards e Nicolas Gunda», mi ha raccontato Tye durante una lunga chiacchierata di quasi un paio d’anni fa a Cannes, dove era in concorso con Black Flies, uscito nei cinema italiani lo scorso 23 gennaio con il titolo Città d’asfalto. «Ero a scuola, nella città in cui sono nato e cresciuto, Elkhart, Texas, 1.300 anime. A.J. e Nicolas avevano visto qualcosa come 10mila ragazzini, ma naturalmente non si può entrare e mettersi a parlare con i bambini come niente fosse. Bisogna avere il permesso dal preside e anche in quel caso il massimo che si può fare è incontrarli e guardarli negli occhi. Se vedi qualcosa, allora puoi dare un invito all’insegnante che lo consegna al bambino che lo deve poi dare ai suoi genitori. Così feci, e mio padre e mia madre mi dissero che si trattava di un’audizione per un film. Non avevo voglia di farla, ma loro mi convinsero. E così incontrai Terrence Malick».
Sì, avete letto bene, perché Tye Sheridan è uno dei tre bambini protagonisti di The Tree of Life, figlio di Brad Pitt e Jessica Chastain. Ci sono pochi modi migliori di cominciare la carriera, ancora meno per continuarla com’è riuscito a questo ragazzone texano, appena 28 anni, che si è tolto la soddisfazione di lavorare con registi del calibro di Steven Spielberg, Paul Schrader, Jeff Nichols, e attori come Nicolas Cage, Matthew McConaughey, Sean Penn, Oscar Isaac, oltre a quelli già citati.
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Tye Sheridan con Jessica Chastain in ‘The Tree of Life’ di Terrence Malick. Foto: Searchlight Pictures
«The Tree of Life fu una specie di scintilla», mi dice Tye. «Ho sempre amato le storie, da bambino mi piaceva farmele raccontare, ma non immaginavo si potesse fare per vivere, che dietro lo schermo ci fossero delle persone. Allora ho continuato, poi ho lavorato con Jeff Nichols e David Gordon Green nei due film successivi, Mud e Joe, avevo 15 e 16 anni. Sono stati loro a convincermi definitivamente nell’intraprendere la carriera nell’industria cinematografica. Sono stato fortunato fin da subito e ho lavorato con persone straordinarie che hanno influenzato la mia prospettiva sul cinema e sulle storie che volevo raccontare».
Grandi storie, dai giovani X-Men a Ready Player One, unendo intrattenimento e riflessioni profonde sulla vita, sulla società, sul futuro. Tye ci tiene a queste cose, non a caso i due film che ha fino a oggi anche prodotto, oltre che interpretato, sono incentrati su figure molto speciali. In The Night Clerk (da noi I segreti della notte) interpreta un portiere di notte affetto dalla sindrome di Asperger, mentre in Città d’asfalto è un giovane paramedico che passa le notti in ambulanza con un veterano del mestiere (Sean Penn) in una New York sull’orlo della fine del mondo, metaforicamente parlando.
«I paramedici sono persone speciali», spiega, «sono al servizio del prossimo con una dedizione incredibile, con una paga ridicola, facendo spesso doppi o addirittura turni tripli per arrivare a fine mese e senza ricevere il rispetto che gli è dovuto solo perché non sono davvero dei dottori. Accendere un riflettore su questi professionisti eccezionali era un progetto che mi ha appassionato dalla prima volta che mi è stato proposto e ci sono voluti cinque anni per portarlo a casa».
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Tye Sheridan con Sean Penn in ‘Città d’asfalto’. Foto: Vertical
È un giovane intraprendente Tye, anche imprenditore di successo. Nel 2017 ha aperto la Wonder Dynamics, una società specializzata nello sviluppo di effetti visivi da realizzare a basso costo grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, il tutto mirato a supportare giovani filmmaker che non possono permettersi una costosa post-produzione. Un progetto andato così bene che nel 2024 è stato acquisito da Autodesk, la software house che produce Maya, il programma d’animazione 3D più usato al mondo.
Nel frattempo, il ragazzo si era anche tolto la soddisfazione di farsi dirigere da George Clooney per duettare con Ben Affleck in Il bar delle grandi speranze, uno dei migliori film da regista dell’uomo una volta conosciuto come Dottor Ross. Altri due da cui ha imparato non poco. «Quando inizi a fare questo mestiere da molto giovane e senza avere studiato per farlo, l’unica cosa che puoi fare è imparare osservando le persone con cui lavori, cogliere gesti, espressioni, emozioni, immagazzinare tutto e poi elaborarlo secondo uno stile che ti crei nel corso degli anni. Lo stesso vale per la produzione. Non avevo la più pallida idea di quante persone servissero per fare un film, l’ho imparato e adesso cerco di metterlo in pratica».
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Tye Sheridan con Jude Law e Jurnee Smollett in ‘The Order’ di Justin Kurzel. Foto: Prime Video
Avrà sicuramente imparato molto anche sul set di The Order, il film dell’australiano terribile Justine Kurzel tratto dal libro-inchiesta The Silent Brotherhood di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, in cui interpreta un poliziotto di provincia che aiuta un agente dell’FBI a dare la caccia a Bob Mathews, un fanatico della Nazione Ariana che all’inizio degli anni Ottanta fondò una sua cellula nota appunto come The Order. Una storia importante e potente, una di quelle che piacciono a Tye e in cui si è gettato anima a corpo. Anche qui con un mentore d’eccezione, cioè Jude Law, e confrontandosi direttamente con un altro attore che ha iniziato la carriera da bambino, quel Nicholas Hoult di cui abbiamo parlato qualche settimana fa.
Giovani di belle speranze, che molto probabilmente si incontreranno tante volte nel corso degli anni. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso settembre, The Order è arrivato in Italia il 6 febbraio direttamente su Prime Video. Un peccato, perché è un film importante, per il tema prima di tutto, che in questo momento di congiuntura politica mondiale è quanto mai pressante. E per la fattura, merito prima di tutto di Kurzel, narratore di storie sporche, cupe, con uno stile e un tono che non molti si possono permettere (recuperate il suo esordio, Snowtown, storia vera di uno dei più agghiaccianti casi di cronaca della storia recente australiana, e anche il magnifico Nitram, quest’ultimo disponibile sempre su Prime Video nel canale IWonderfull).
Tye Sheridan interpreta il suo agente Jamie Bower, retto, ligio al dovere, marito fedele e giovane padre di famiglia, con una dedizione palpabile, consapevole prima di tutto della funzione politica e sociale del suo lavoro. Non è da molti, soprattutto se sei stato fagocitato da Hollywood da bambino. E la sua caccia ai nazisti non è finita. Nel suo prossimo film, The Housewife, sarà un giovane giornalista del New York Times che negli anni cercò di smascherare un ex ufficiale nazista che si nascondeva sotto mentite spoglie nella Grande Mela. Tye Sheridan sa quali sono i nemici da combattere. E questo ce lo fa stare ancora più simpatico.