Express Solicitors, studio legale inglese che permette ai propri clienti di pagare la parcella solo in caso di vittoria in tribunale, ha consegnato una prima lettera ufficiale a Studio Lambert, co-produttori di Squid Game – La serie, il reality ispirato dall’omonima serie coreana.
Per ora, questo passo non ha (ancora) portato la produzione, e Netflix, in tribunale, ma le accuse sono chiare: molti concorrenti avrebbero infatti dichiarato di aver sofferto di ipotermia e di danni ai nervi durante le riprese del reality, nello specifico durante la prima prova del gioco, la famosa “luce rossa, luce verde”, dove una bambola di quattro metri elimina o grazia i partecipanti a seconda della loro performance a “un, due, tre, stella”.
Durante il gioco, queste le dichiarazioni, ai partecipanti sarebbe stato imposto di non muoversi per molto più tempo del previsto. Seconda Daniel Slade, CEO di Express Solicitors, «I concorrenti pensavano che avrebbero partecipato a qualcosa di divertente, non certo che avrebbe provocato loro gli sofferenze. Ora stanno patendo conseguenze fisiche dovute al fatto di essere stati immobilizzati al freddo per lunghi periodi di tempo».
Il set in questione sarebbe quello dei Cardington Studios, ex-base dell’aviazione militare di Bedford. “Luce rossa, luce verde” è l’unica prova a non essere stata girata agli Wharf Studios di Londra a causa delle dimensioni della scenografia, bambola compresa. A febbraio Netflix aveva già dichiarato che tre dei partecipanti alla prima prova avevano avuto bisogno di attenzione medica durante le riprese, e il set del reality era stato oggetto di un’indagine indipendente legata alla sua sicurezza per i partecipanti.