Jason Momoa, il colosso di cui Hollywood non può più fare a meno
Foto: Nick Agro/AFP via Getty Images
Qualcuno (pochi) lo ricorderà in Baywatch, alias il bagnino Jason (che fantasia), muscolosetto ma non certo tra i più fisicati della spiaggia di L.A. Poi l’hawaiano Jason Momoa è diventato un colosso: letteralmente. E su quella stazza ha saputo costruirci una carriera, sempre con grandissima autoironia. Prima di vederlo in Sweet Girl, su Netflix dal 20 agosto, e in attesa (soprattutto) di Dune di Denis Villeneuve, in anteprima mondiale a Venezia 78, ecco i suoi ruoli più hot.
Stargate Atlantis (2005-2009)
Dopo Baywatch, la serie che lo impone è questo spin off di Stargate SG-1, a sua volta ispirato al film cult del 1994. Dreadlocks e fisico già più piazzato, Jason è Ronon Dex, uno dei membri della squadra del colonnello Sheppard. Arriva nella seconda stagione, e s’impone da subito: in tutti i sensi.
Conan the Barbarian (2011) di Marcus Nispel
Sfidare Sua Maestà dei Colossi anni ’80/’90 Arnold Schwarzenegger? Momoa può. Prendendosi uno dei ruoli che hanno definito il mito di Mr. Terminator. Il nuovo film è certamente dimenticabile, ma il protagonista ha trovato la sua cifra: uno stile tra cartoon e cazzoneria che nessuno sa portare come lui.
Game of Thrones (2011-2012)
E poi arriva LA serie. Nel fenomeno pop-televisivo degli ultimi dieci anni, è presente solo per due stagioni. Ma il suo Khal Drogo, a cui va in sposa Daenerys all’inizio della saga, non si scorda più. Nonostante il successo, «dopo GoT ero completamente al verde». Ma Jason ha saputo rialzarsi. Continua…
The Bad Batch (2016) di Ana Lily Amirpour
Uno dei suoi (rarissimi) detour nel cinema d’autore è nelle mani della regista iraniano-americana, in concorso a Venezia 73. Momoa è Miami Man, e il nome (tatuato sul petto) dice già tutto: è il capobanda della comunità simil-Burning Man in mezzo al deserto in cui finisce la protagonista Suki Waterhouse. A suo modo, (stra)cultissimo.
Aquaman (2018) di James Wan
Dopo le avventure di gruppo nel pastiche Justice League, quella in solitaria dell’eroe dei mari. Che è altrettanto kitschissima, ma per motivi incomprensibili funziona: la maggior parte della critica l’ha (a sorpresa) apprezzata. Tra mamma Atlanna/Nicole Kidman (!) e situa ‘In fondo al mar’, ci si diverte. Lui, di sicuro, si diverte moltissimo.
See (2019– )
Altro giro, altro eroe. E stavolta non vedente. Sulla carta, un altro pasticcio annunciato. E difatti non è che la serie “made in Apple” sia stata accolta così bene, a dispetto della firma di Steven Knight (Locke, Taboo). Ma Jason, chi l’avrebbe mai detto, è credibilissimo anche qua. Tanto che è in arrivo, il 21 agosto, la terza stagione: tiè.
Sweet Girl (2021) di Brian Mendoza
L’action fa una sorta di svolta family, alla maniera di certi progetti starring Dwayne “The Rock” Johnson. Nel nuovo titolo Netflix, il nostro è un Uomo Qualunque (vabbè: quasi) che deve proteggere la figlia e, insieme, vendicarsi dei tipacci che gli hanno ucciso la moglie. C’entrano anche le grandi farmaceutiche senza scrupoli. O la va o la spacca.
Dune (2021) di Denis Villeneuve
Ed eccolo, il più atteso di tutti. Per il reboot by Villeneuve del classico sci-fi di Frank Herbert (poi film di David Lynch), l’attore riprende il ruolo di Duncan Idaho, il membro della Casa Harkonnen precedentemente interpretato da Richard Jordan. Tra Timothée Chalamet e Zendaya, non vediamo l’ora di ritrovare anche Jason nostro.
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