FOTO
Come per ogni annuncio di candidature che si rispetti, non può mancare una lista degli snobbati e delle sorprese, ma visto che per l'ultima edizione dei Nastri d'argento queste ultime sono state parecchie, eccoci qua. Assente dalla cinquina della miglior colonna sonora, il misterioso rapper napoletano fa il suo ingresso nelle istituzioni del cinema grazie al pezzo We Come from Napoli (feat. 3D e Gaika), tema portante dell’esordio nel lungometraggio del suo “regista feticcio” Francesco Lettieri. Che però non ottiene altre nomination: anche questa è una sorpresa.
Al secondo (celebratissimo) film dopo La terra dell’abbastanza, i Fratelli D’Innocenzo fanno il pieno di candidature: 9 in totale, cifra che porta il loro Favolacce ad essere il titolo più nominato ai Nastri 2020 insieme al Pinocchio by Garrone. Dopo l’Orso d’argento per la sceneggiatura a Berlino (e una strada che li porterà di sicuro fino ai David 2021), questa è già una vittoria. Del resto, che siano loro i nuovi nomi del cinema italiano d’autore su cui scommettere noi l’avevamo già detto…
Dai Nastri d’argento, fanno sapere che è come agli Oscar: solo che l’Academy ha allargato a dieci titoli la categoria “best movie”, mentre quella dei registi resta una cinquina. I giornalisti cinematografici italiani hanno invece “pompato” la rosa degli autori. Dove, oltre ai cinque nomi che hanno diretto i “migliori film” (in ordine alfabetico: Amelio, Fratelli D’Innocenzo, Garrone, Muccino, Özpetek), ci sono anche Pupi Avati, Cristina Comencini, Pietro Marcello, Mario Martone e Gabriele Salvatores. Ammucchiata è meglio?
Ai Nastri d’argento, du’ gust is mej che uan: le coppie d’attori possono anche essere candidate in un colpo solo. Accorsi ne sa qualcosa (non solo a proposito di quella battuta). Eccolo dunque ricevere quest’anno una nomination doppia insieme al “fidanzato” Edoardo Leo per La dea fortuna di Özpetek. Dove, a dirla tutta, a spiccare era soprattutto il secondo, che non aveva mai rivelato corde così tenere e drammatiche. Ma l’alchimia tra i due è indiscutibile: va bene così.
Appena arrivato su RaiPlay, causa uscita nelle sale bloccata, l’esordio della prima regista di Casa Agnelli riceve già una candidatura di peso: quella nella cinquina (anzi, eccezionalmente, sestina) dei migliori esordienti. In barba ai pregiudizi, il film starring Alba Rohrwacher e Riccardo Scamarcio è piaciuto pressoché a tutti. Ed è giusto così.
Se la presenza di Matilde Gioli tra le best supporting non era scontata (il film per cui è candidata, Gli uomini d’oro, è rimasto purtroppo invisibile), di sicuro sorprende di più quella di Benedetta Porcaroli per 18 regali, buon successo nelle sale (e ora su Netflix) che dopo l’amato/odiato Baby la proietta anche nel panorama delle attrici “da cinema”. La stella era già nata, bisognava solo certificarla.
Forse non tutti sanno che l’ultimo (e da alcuni stupidamente contestato) capolavoro di Roman Polanski è una produzione perlopiù italiana. Grazie ai capitali investiti dalla Eliseo Cinema di Luca Barbareschi (più Rai Cinema), amico da tempo dell’ormai paria dell’industria. Che però, dopo il Gran premio della giuria a Venezia e il César per la regia, strappa anche questa meritata nomination “tecnica”. Senza processi a nessuno.
Restiamo
in contatto
Ti promettiamo uno sguardo curioso e attento sul mondo della musica e dell'intrattenimento, incursioni di politica e attualità, sicuramente niente spam.