È morta a Milano Valentina Cortese. Aveva 96 anni. Originaria di Stresa, è stata una delle attrici di punta del cinema italiano degli anni quaranta, una delle ultime grandi dive. Il suo primo ruolo importante fu quello di Lisabetta nel film La cena delle beffe (1942) di Alessandro Blasetti.
Nata il 1 di gennaio del 1923 e cresciuta in una famiglia contadina, da cui imparò a portare il foulard legato in testa per proteggersi dal sole (che poi divenne uno dei suoi marchi di fabbrica), la Cortese fu una strepitosa attrice di teatro e musa di Giorgio Strehler al Piccolo di Milano. Al cinema ha lavorato per tutti i più grandi registi, da Joseph L. Mankiewicz (Ne La contessa scalza recitò al fianco di Ava Gardner e Humphrey Bogart) a Luchino Visconti, da Franco Zeffirelli a Federico Fellini. Nel 1955 vinse un Nastro d’argento per Le amiche di Michelangelo Antonioni e fu nominata all’Oscar come miglior attrice non protagonista per Effetto notte di François Truffaut nel 1975. Ingrid Bergman, che vinse l’Oscar quell’anno per Assassinio sull’Orient Express, dichiarò che Valentina Cortese lo meritava più di lei.
Nel 1980 gira il suo ultimo film americano, Ormai non c’è più scampo, dove lavora con William Holden, Jacqueline Bisset e Paul Newman. Nel 1987 partecipa al film di Carlo Vanzina Via Montenapoleone nei panni di una madre della Milano bene incapace di accettare l’omosessualità del figlio. L’anno successivo prende parte a Le avventure del barone di Munchausen di Terry Gilliam al fianco di Robin Williams. Un paio di anni fa Francesco Patierno ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia Diva!, un film basato sulla vita dell’attrice tratto dal libro autobiografico Quanti sono i domani passati, scritto con Enrico Rotelli.