Solo una persona, in Italia, può incollare davanti allo schermo 20 milioni di persone con una serie animata dozzinale, ambientata in una surreale Napoli del 2068 dove la gente usa gli ologrammi ma c’è ancora chi fa l’orologiaio, mescolata a talk, stand-up comedy, musical e chi più ne ha più ne metta: Adriano Celentano, che al suo Adrian lavora da anni e con un budget stratosferico di 20 milioni di euro. Il pubblico, come abbiamo detto, l’ha premiato.
La sbornia, però, è durata più o meno quanto il primo episodio. Poi il disastro: prima i commenti del pubblico, che sui social si è lamentato della scarsa qualità delle animazioni e dell’assurdità del tutto (trama, ambientazione, format, ospiti), poi il calo degli ascolti – che Celentano ha detto di aver «scientemente sabotato, e lo farò finché non ne rimarrà uno soltanto» – e infine i distinguo di chi teoricamente a quel prodotto ha lavorato. Come Milo Manara, che tramite la sua pagina Facebook ha specificato di non aver lavorato alle animazioni della serie, ma solo ad alcuni bozzetti di character design che sono stati comunque inseriti – senza la sua approvazione – nel prodotto finale.
È strano, bisogna dirlo, che Manara faccia queste dichiarazioni solo adesso. Il suo nome è stato associato alla serie fin dal momento dell’annuncio ufficiale e la sua collaborazione era uno degli elementi più pubblicizzati di tutta la produzione. Potete leggere il suo post poco sopra.