Prima l’attesa terza (e ultima) stagione di Suburra – la serie, poi un nuovo progetto cinematografico, Mondocane. Dopo Diavoli, la serie di Sky sull’alta finanza londinese, Alessandro Borghi torna sul piccolo e grande schermo. Il 30 ottobre su Netflix infatti debutterà il capitolo conclusivo del crime thriller, che dopo aver esplorato a fondo l’universo politico e quello della Chiesa, si sposta tra le strade e i vicoli di Roma e provincia per raccontare ancora più da vicino il mondo del Crimine. Insieme a Borghi tornano i protagonisti di questa battaglia all’ultimo sangue per ottenere il potere sulla città: Spadino (Giacomo Ferrara), Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), Samurai (Francesco Acquaroli), Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi), Sara Monaschi (Claudia Gerini), Adelaide Anacleti (Paola Sotgiu), Angelica (Carlotta Antonelli), Nadia (Federica Sabatini), Alice Cinaglia (Rosa Diletta Rossi), Cardinale Fiorenzo Nascari (Alberto Cracco) e Adriano (Jacopo Venturiero).
La seconda notizia è che al momento Alessandro è impegnato nella lavorazione del film Mondocane, opera prima di Alessandro Celli, prodotto da Matteo Rovere (Groenlandia) con Rai Cinema. Le riprese dureranno 7 settimane e si svolgeranno tra Roma e Taranto. Ecco la sinossi:
In un futuro non molto lontano, Taranto è una città fantasma cinta dal filo spinato in cui nessuno, nemmeno la Polizia, si azzarda a entrare. Sono rimasti i più poveri che lottano per la sopravvivenza, mentre una gang criminale, le Formiche, capeggiate dal carismatico Testacalda (Alessandro Borghi), si contende il territorio con un’altra gang. Due orfani tredicenni, cresciuti insieme, sognano di entrare in quella banda. Pietro, detto Mondocane per aver superato la prova d’accettazione nella gang, impone Christian al gruppo che lo deride chiamandolo Pisciasotto. Ma qualcosa si incrina nel loro equilibrio mettendo a rischio tutto quello in cui credono.
“Groenlandia film continua a scommettere su pellicole che si prefiggono di superare il genere pur rispettandone le regole, in un mix di intrattenimento e qualità della narrazione, che è per noi continuamente la sfida più alta”, ha spiegato Rovere. “Il nostro lavoro sulle opere prime è costante, la ricerca di nuovi talenti è l’unica garanzia di futuro per l’industria italiana, e l’incontro con questo copione è stato folgorante”.