«Noi siamo la città dei fiori», attacca subito il sindaco di Sanremo, «Amadeus sta facendo un lavoro straordinario con i bouquet. Ognuno di noi ogni tanto fa delle stupidaggini, tutti siamo stati ragazzi, ma io credo che se uno fa una cazzata basta chiedere scusa e tutto va a posto. Bisogna solo avere rispetto per il lavoro di tutti».
Blanco è l’elefante nella stanza della conferenza stampa post prima serata, anzi no: tutti vogliono parlare solo di quello, mica dei numeri (62% di share, picchi del 69, mai così dal Baudo del 1995). E Ama (pardon) anticipa il “Grazie (insomma) dei fiori-Gate”: «Aspetto le domande su Blanco, che ieri ho chiamato Salmo: se lo chiamavo Salmo prima (dell’esibizione, ndr), forse spaccava altre due cose».
Pronti, via. È stata una gag preparata? «No», risponde secco Amadeus. «Durante le prove c’era una quantità di rose notevole sul palco, Blanco ha provato due o tre volte proprio perché era difficile posizionare le rose. Era previsto che lui a un certo punto desse un calcio alle rose, è stato detto che poteva rotolarsi o finire sulla batteria, di questo ero assolutamente a conoscenza».
Durante la diretta, però, nessuno si è accorto dei problemi tecnici durante l’esibizione di Blanco: possibile? «Nel nostro piccolo sgabuzzino dietro il palco c’è un monitor ma non si intuisce molto di quello che succede, soprattutto non si sentono le parole. Tant’è che nell’anno di Bugo e Morgan non mi sono accorto di quello che stava cantando Morgan, sono uscito perché ho visto Bugo lasciare il palco. Ieri sera, stando lì dietro, io non ho percepito il problema tecnico, ho visto un’esagerazione rispetto alle prove, ho percepito che non era più il finale previsto ma che c’era qualcosa che non andava. Ho capito dopo che Blanco aveva avuto problemi di audio».
Poi Amadeus fa sapere che stamattina gli sono arrivate le scuse di Blanco. «Mi ha chiamato, era dispiaciutissimo, chiede scusa a me e al Festival. Io lo conosco, è un ragazzo talentuoso, uno dei più grandi talenti della musica italiana, ha sbagliato e lui lo sa per primo. Ho detto anche a lui che, quando ci sono dei problemi tecnici, basta alzare le mani io mi fermo, si rifà, è già capitato. Non lo voglio scusare perché lui è consapevole di questo: non ha chiesto di essere capito, ma di essere perdonato. Forse a 19 anni può capitare di fare una cosa che non si voleva fare, voglio accettare queste scuse con serenità».
I calci di Blanco vengono persino paragonati allo schiaffo di Will Smith: qualcuno chiede che venga bannato dal Festival come l’attore dall’Academy, che l’ha messo in punizione per dieci anni dopo l’aggressione a Chris Rock. «Credo che Will Smith abbia sbagliato, ma che per dieci anni venga escluso dagli Oscar mi sembra esagerato, è un mio pensiero personale», replica Amadeus. «Non potevamo prevedere la reazione di Blanco ma non me la sento, e magari sbaglio, di dire che Blanco non deve più far parte del Festival per i prossimi anni, o di punirlo. Conosco Riccardo da un paio d’anni e tutte le volte che l’ho incontrato ho trovato un ragazzo educato, disponibile, rispettoso, mai qualcuno che mi sembrasse pericoloso. È stata una sorpresa anche per me vederlo così ieri sera. Non mi sento di dargli una punizione, spero che lui capisca da solo quello che ha fatto, per il bene suo e della sua carriera».
Si torna sui problemi tecnici durante l’esibizione, la Rai parla di «problemi con il ricevitore» (eh?), Amadeus ripete di non aver percepito, da dietro le quinte, il problema, «mi è sfuggito e questo chiaramente mi dispiace, se no sarei entrato prima». Gianni Morandi dice che a vent’anni «ho fatto di peggio», che non vuole nemmeno lui punire Blanco ma che spera impari dai suoi errori.
«Comunque non abbiamo mai parlato così tanto di fiori in nove anni», chiude ironicamente il sindaco. Che però si augura che arrivano delle scuse da parte di Blanco alla città di Sanremo.
Arrivano, poco dopo, via Instagram, con una poesia/letterina indirizzata all’Ariston:
Cadono fiori, Ariston
Si spezzano fiori, Ariston
Cala il sipario, Ariston
Ti ho messo in lacrime
Come la mia mamma, Ariston
Mi hai visto fragile
Come un bimbo…
E qui proprio qui, dove
Mi hai insegnato a correre,
Sono caduto…
Mi sono rotto la faccia e piango, Ariston
Ma poi…
Rido, rido, rido, rido, rido, rido e grido
Perché sono perfetto come mi volevi
Ma finalmente sono me stesso
Ti voglio bene Ariston
Con tutta la mia follia
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