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Amadeus via dalla Rai. E ora che succede?

Il comunicato ufficiale arriverà a breve, lo dice anche Fiorello. Nella trattativa tra Tv di Stato e canale Nove, la prima ha perso. E adesso Sanremo…

Amadeus via dalla Rai. E ora che succede?

Amadeus

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

E se lo dice Fiorello, se perfino lui a Viva Rai 2! stamattina ha dovuto commentare la faccenda diventando un attimo serio, c’è da credergli: «La Rai farà un comunicato a breve. Decideranno loro quando, non è semplice comunicare ciò che devono comunicare». La battuta è arrivata solo a margine («ormai l’ad della Rai, Roberto Sergio, li fa approvare prima a me»), per cui sì, la storia è seria: la notizia per cui Amadeus se ne andrà dalla Rai a giugno, quando scadrà il suo contratto, è vera, quasi certa. All’orizzonte c’è un trasferimento sul Nove, il canale televisivo di Discovery che ha già raccolto l’esule Fabio Fazio con Che tempo che fa, fuoriuscito dalla tv di Stato dopo la svolta meloniana, nonostante gli alti ascolti (che sta replicando altrove).

Ma lì, ecco, era stato lui a essere fatto fuori. Stavolta invece – come ricostruisce tra gli altri il Foglio – è Amadeus a voler andare via, con la Rai che nonostante le divergenze politiche sta provando in tutti i modi a trattenerlo, anche proponendogli una sesta conduzione del Festival di Sanremo, dove al momento non sanno che pesci prendere. Lui ha rifiutato, ma non è mai stato quello il punto. Secondo le voci, in ballo c’è una promozione a direttore dell’intrattenimento tutto, che gli sarebbe stato proposta sia dalla Rai e sia dal Nove. Problema: Discovery, dopo aver visto gli ottimi risultati di Che tempo che fa sul suo canale, ha alzato di molto la proposta. A Viale Mazzini invece non possono spingersi troppo in là. «Cosa possiamo dire? Amadeus rifiuta le nostre offerte. Trattiamo ma senza speranza», commentano.

O forse sì, in realtà. Secondo altre versioni, i motivi d’attrito sarebbero altri, e non c’entrerebbero i soldi. Amadeus infatti aveva proposto alla Rai di fare una sorta di talent show tramite la sua casa di produzione, la Banijay; i dirigenti prima gli avrebbero lasciato intendere di sì, poi avrebbero affidato un programma simile a Milly Carlucci (L’acchiappatalenti, in onda da maggio), una produzione però di Fremantle. E lui si sarebbe offeso. In più, pare, dietro l’addio ci sarebbe una generica voglia di «sperimentare», nonché di tornare a Milano.

In ogni caso, pare che ieri i vertici di Viale Mazzini e Amadeus si siano incontrati, e che non ci sia più verso di trovare un accordo. Per la Rai, sempre citando voci ufficiose, si tratta di un «problema industriale». Il rischio, infatti, è quello di un’emorragia: ora come ora è difficile immaginarsi senza di lui, dopo che ha marchiato con il suo nome Rai 1 così nettamente; perderlo significa perdere il 30% di share assicurato nel preserale con Affari tuoi, che attualmente conduce, oltre che rischiare di privarsi del format I soliti ignoti, che aveva contribuito a rilanciare Amadeus nelle case del nostro Paese – la conduzione di Sanremo si è costruita proprio lì, dopo un periodo in cui davvero non lo voleva più nessuno – e che lui potrebbe portarsi dietro sul Nove, sempre insieme alla casa di produzione con cui lavora.

Di nuovo: i dati dicono che Discovery ha investito bene su Fazio e sul rilancio, e che per la Rai perdere programmi del genere è un bagno di sangue in termini di ascolti, di sponsor, di soldi. «Se la Rai fosse quotata in borsa, avrebbe già perso il 10% con l’uscita di scena di Fazio», fanno sapere da Mediaset, dove Amadeus al momento è un desiderio proibito, e tale resterà. «Una volta la Rai lanciava i talenti, e Mediaset se li prendeva. Era il ciclo di vita», dicono. Ora gli investimenti del Nove hanno rotto il giocattolo, spodestando l’egemonia di Cologno Monzese. Ma anche la Rai fa una fatica nuova, e immane, a rinnovarsi.

Come si riempie una voragine come questa? Affari tuoi – ma siamo davvero agli inizi, sono ipotesi – potrebbe andare a Stefano De Martino, con preghiera che non finisca male; il format, alla fine, è consolidato già da sé, e potrebbe non essere un dramma. I soliti ignoti, quello sì, sarebbe una grossa perdita, specie a livello d’immagine, se venisse trasmesso su un altro canale. Ma il vero problema resta Sanremo, dove la rosa dei nomi per la successione è risicata e in un modo o in un altro sembra sempre di fare un passo indietro, o al massimo di lato, rispetto ad Amadeus. Che in questi anni ha fatto un lavoro incredibile, in termine di appeal, rilancio, risultati: unendo il gusto e lo stile di uno che si è formato in radio e in reti corsare con l’aplomb da Prima Repubblica e istituzionale che chiede la Rai, ha messo su un Festival per tutti, con un linguaggio che piace alle nuove generazioni, etichette discografiche che fanno la fila per mandare i loro artisti migliori, un cast che rispecchia quella che davvero è la musica più popolare e che, al tempo stesso, non fa inorridire o gridare allo scandalo il pubblico più anziano all’ascolto. L’affetto che gli artisti gli hanno dimostrato fa il resto.

I nomi per la sostituzione non sembrano all’altezza. Carlo Conti, il più accreditato, è forse troppo istituzionale, troppo già visto in Rai: non avrebbe lo stesso appeal sulle nuove generazioni, a cui non ha mai parlato (ok, neanche Amadeus aveva chissà quali trascorsi in questo, ma appunto è stato un’eccezione, e non è facile si ripeta), e il rischio è che Sanremo perda fosforo e tono. Vale lo stesso per Antonella Clerici, anche lei più paludata di Amadeus, meno fresca. E non è detto che un cambio di rotta, ora, possa convenire. Al contrario, l’accoppiata Laura Pausini (quota famiglie) e Alessandro Cattelan (quota gggiovani) è una scommessa, e potrebbe aprire a un’edizione minore – non granché, ecco, dopo cinque anni di trionfi. Nek, che è stato rilanciato in queste ore e che non è digiuno di conduzione tv, è semplicemente un po’ debole, specie contando che i cantanti che hanno condotto all’Ariston prima d’ora rispondono a nomi come Claudio Baglioni e Gianni Morandi. Insomma, per ora l’unico sereno sembra Amadeus, che sul Nove troverà una prateria davanti a sé. Alla Rai restano i rebus.

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