Amanda Knox ha scritto un lungo thread su Twitter contro La ragazza di Stillwater, il film di Tom McCarthy con Matt Damon presentato al Festival di Cannes.
Anche se il lungometraggio racconta una storia inventata, durante l’attività stampa McCarthy ha raccontato di aver tratto ispirazione, almeno all’inizio, dal caso della studentessa americana che ha trascorso quasi quattro anni in prigione in Italia per l’omicidio della sua compagna di stanza Meredith Kercher nel 2007 prima di essere assolta in via definitiva dalla Cassazione nel 2015.
In Stillwater, il personaggio di Damon arriva dall’Oklahoma a Marsiglia per aiutare la figlia (interpretata da Abigail Breslin), in carcere per l’omicidio della sua coinquilina, che però dice di non aver commesso. Il padre spera di catturare il vero assassino e liberarla.
La Knox accusa il film di sfruttare la sua storia, ribadendo che per lei non c’è stato nessuno diritto all’oblio: “Il mio nome mi appartiene? La mia faccia? E la mia vita? La mia storia? Perché il mio nome è usato per riferirsi ad eventi in cui non ho avuto voce in capitolo? Torno su queste domande perché altri continuano a trarre profitto dal mio nome, dalla mia faccia e dalla mia storia senza il mio consenso”.
Does my name belong to me? My face? What about my life? My story? Why does my name refer to events I had no hand in? I return to these questions because others continue to profit off my name, face, & story without my consent. Most recently, the film #STILLWATER.
/ a thread
— Amanda Knox (@amandaknox) July 29, 2021
Scrive ancora Knox: “La versione che Tom McCarthy offre di me è quella colpevole delle cospirazioni da tabloid. Romanzando la mia totale mancanza di coinvolgimento e cancellando il ruolo delle autorità nella mia condanna ingiusta, McCarthy rafforza l’immagine di me come persona colpevole e inaffidabile”. E continua: “Con il potere di una star come Matt Damon, entrambi trarranno sicuramente profitto da questa versione romanzata della ‘saga di Amanda Knox’ che sicuramente lascerà molti spettatori a chiedersi: ‘Forse la vera Amanda è stata coinvolta in qualche modo'”.
La Knox ha anche contestato il fatto che il film sia stato definito la “saga di Amanda Knox” dalla stampa, anche se è stata assolta dal crimine: “Voglio soffermarmi proprio qui su quella frase: “la saga di Amanda Knox”. A cosa si riferisce? Si riferisce a qualcosa che ho fatto? No. Si riferisce agli eventi che hanno portato all’omicidio di Meredith Kercher di Rudy Guede”.
“Mi piacerebbe che agli eventi di Perugia ci si riferisse come ‘L’uccisione di Meredith Kercher per mano di Rudy Guede’, il che mi collocherebbe come la figura periferica che avrei dovuto essere, la compagna di stanza innocente”.