Amici è un ottimo programma, capace di far amare i talent anche persino a chi ne odia il format stesso. Ci piaccia o no è entrato nella storia, perché pur rappresentando di fatto il pioniere di un genere, è tutt’ora il miglior esempio dello stesso. Ecco perché è così facile apprezzarlo e criticarlo. Prima di leggere queste pagelle, vi diamo un’avvertenza, anzi due: Maria De Filippi è come la Juventus, invincibile. E come la Juventus, ai suoi fa vestire delle divise terribili.
Laura Pausini e Paola Turci: 10
Laura generosa, sempre in palla, ci esalta con la sua personale e azzeccatissima imitazione di Maria – sì, in tv la conduttrice delle conduttrici la si invoca come la Madonna, col solo nome di battesimo -, che strappa un sorriso pure al grande capo. Ha un futuro da Cortellesi. E che dire di Paola Turci? Non strafà, in un contesto in cui (quasi) tutti fanno a gara a chi urla, insulta, polemizza di più pensa bene di pesare le parole, mettere tutti al proprio posto e non cadere nel tranello di essere troppo accondiscendente con chi si gioca un pezzo di vita. Ah, peraltro mentre noi invecchiamo lei diventa sempre più bella. Ipnotica.
Ermal Meta: 9
Come giudice esterno mostra una verve che sul palco, mentre canta, non gli sospetteremmo mai. La sua seriosità quasi snob qui diventa empatia, ironia, in un momento con Simona Ventura e negli sguardi a Heather Parisi anche goliardia. Sa puntare sui cavalli giusti (e difenderli), parla la sua lingua e coinvolge nei suoi flussi di parole anche i ragazzi e in una compagine buona ma discontinua (c’è chi non proferisce parola), spicca. La verità è che Manuel Agnelli insegna: prendi un cantante impegnato e mettilo in un contesto apparentemente inadatto: eleverà il programma e lui si sporcherà le mani, e farà un gran bene a entrambi. Il vero vincitore di questo “serale”.
Rudy Zerbi: 8
Per chi lo ha amato nelle incursioni a Rai dire Sanremo, non è mai stato una sorpresa. Carisma, cattiveria (ha fatto arrabbiare pure Meta), sarcasmo (passerà alla storia la battuta “sei il Gigi Sabani della musica”): liberato dalla tirannia del televoto, la figura del prof trova nuova linfa. Ma solo Rudy sa approfittarne al meglio, mentre gli altri sono nostalgicamente affezionati ai loro personaggi. Lui non si ferma davanti a nessuno, asfalta che è un piacere, pure quelli che temporaneamente salva. Forse solo per asfaltarli meglio. A volte esagera, ma va bene così.
Maria De Filippi: 7
Che le vuoi dire? Riporta indietro Amici di una decina d’anni, se ne riappropria ridando centralità ai ragazzi, ai prof, agli elementi primigeni che ne facevano un talent prima che il varietà che era diventato negli ultimi anni (a volte sembrava C’è posta per te inframmezzata da coreografie ipertrofiche, a causa di una collocazione, il sabato sera, non semplice e non adatta a un programma che necessita di altro respiro). In questa prima puntata fa da vigile urbano, sembra un po’ arrugginita. O forse, semplicemente, cerca la messa a punto della sua macchina e osserva i difetti da correggere: ottimo l’inizio, anche a livello di messa in scena, ma c’è qualche lungaggine di troppo e forse un regolamento che va snellito e rivisto (Filippo che esce senza esibirsi è uno schiaffo al pubblico che ha visto il suo potere quasi annullato). Rimane la regina, le basta uno sguardo per indirizzare tutto e tutti, sempre a metà tra il generale e la preside. E la zia.
Geppy Cucciari: 6
All’inizio e alla fine ci mette il suo zampino comico. Diverte, perché ha talento da vendere. L’impressione però è che nonostante l’intesa con sua Maestà Maria, lei in fondo lì ad Amici non si senta troppo a suo agio. E la Parisi permalosissima non la aiuta. Non dà tutto quello che potrebbe. Ma basta e avanza, per essere sempre una delle migliori.
I ragazzi: 5
I concorrenti quest’anno sembrano non avere gran carisma. Taceremo di Biondo ed Einar, imbarazzanti, ma nel complesso nessuno ti cattura il cuore, la testa, la pancia. Forse non aiuta una puntata che offre poche vere emozioni anche per la scelta di alcune coreografie e di alcuni numeri, ma non è che prima di questo sabato avessimo trovato chi spiccasse. Bryan sembra avere una marcia in più e nel complesso le donne surclassano gli uomini: Valentina sa conquistare Bocci e non scomparire accanto a Fabri Fibra né indietreggiare di fronte agli attacchi, Emma merita i consensi che ha raccolto (chi scrive ha avuto un colpo di fulmine, non solo artistico, vedendola) e Lauren è più brava che bella. Anzi, più bona come ha detto Heather Parisi rispondendo alla famigerata Celentano. E chi siamo noi per contraddire colei che cantava il pezzo superrock Cicale?
Le divise: 4
Ora, siamo sinceri: felpe, divise, tute di Amici sembrano da sempre uscite dalla fantasia malata del costumista di Borat, ma nella sua fase depressiva. Questa volta, però, hanno esagerato: complice il sabato sera e il ritmo non forsennato della puntata, i bianchi e blu sembravano in pigiama. In un brutto pigiama, per la precisione, che ne uccideva il già limitato fascino. Capisco che il sadismo è parte integrante di Amici, ma qui ci sarebbe da invocare la Convenzione di Ginevra. A Guantanamo si vestivano meglio.
Il televoto: 3
Il termometro del pubblico è lo studio, che sembra un incrocio tra il Colosseo e La Corrida nei momenti più caldi. Non c’è competenza né gusto artistico in platea, così come da casa. A votare, a naso, sembrano essere soprattutto teenager infoiati/e. E per carità, ogni generazione ha i suoi: ma noi non chiamavamo Non è la Rai urlando che Pamela era la nuova Mina, per dire. Bene ha fatto la Maria a limitare i danni e a renderlo marginale. Il televoto ormonale ha fatto il suo tempo.
Matteo: 2
È abbastanza bravo, il voto non è per il suo valore. Vincitore di puntata, un filo sopravvalutato, ma abbiamo visto di peggio. Il 2 glielo dobbiamo per aver deciso di salvare Einar. Roba che andrebbe eliminato solo per questo.. Oppure costretto a portare il pigiama della sua squadra anche in pubblico.
Alessandra Celentano: 1
È simpatica quanto il caffè bruciato a colazione. E ne gode. Ma se Zerbi è brillante, sagace e sa quando usare fioretto o spada, lei assomiglia più ai mostri degli horror americani. Una sorta di inarrestabile mano che impugna la sua mannaia contro innocenti indifesi, costretti a ballare coreografie assegnate per vendetta, a subire giudizi pretestuosi e contestati persino da altri professionisti e colleghi della stessa Celentano, infine a sentirsi insultati. Ne sa qualcosa Lauren Celentano, su cui si è abbattuto il suo ormai tristemente famoso “sei in sovrappeso”. E onestamente il “per fortuna all’entrata non c’è una bilancia” della De Filippi è davvero poca cosa rispetto alla mancanza di rispetto e al messaggio pericoloso che lancia la prof. L’impressione, infine, è che con i suoi voti – li supponiamo, ovvio – incida ancora più arbitrariamente del televoto ormonale da casa. Le sue antipatie la portano a falsare il talent: per le prove che assegna, per le battaglie ideologiche che porta avanti, per un ego che ancora facciamo fatica a capire da cosa sia alimentato.
Ah, Lauren, non sei in sovrappeso.