Dopo aver visto la seconda puntata del serale di Amici 17 il presidente Mattarella sta pensando di conferire un mandato esplorativo per formare un nuovo governo a Maria De Filippi: se riesce a governare un consesso di prof isterici, commissioni esterne ondivaghe e giovani artisti inquieti, se lo fa trovandosi a gestire un sistema di regole che è per lo meno grottesco e ne esce comunque viva, allora chi meglio di lei? #Mariapremier
Daniele Rommelli: 10
Chi non ha pianto durante il suo discorso d’addio ha un bidone dell’immondizia al posto del cuore. Mandare via questo ragazzo facendolo esibire in extremis solo perché la maestra Veronica lo chiede con occhi da cerbiatto, supportata da un Tommassini che annusando l’ingiustizia gli affida il supernumero, è di una crudeltà inaudita. In questo Amici 17 si mandano via ragazzi senza conoscere la loro storia, senza vederli in azione (un pensiero al povero spettatore non pagante Filippo, durato nel serale quanto Eleonora Daniele al Grande Fratello), senza alcuna sensibilità. Daniele però buca lo schermo nel momento più difficile: trattiene le lacrime e tira fuori un discorso che ce lo farà ricordare in futuro come Daniel Luther King (a proposito, Gigi Buffon: se ci riesce un 24enne a cui rubano un sogno a essere lucido, ce la puoi fare anche tu a 40). “Queste telecamere hanno un potere enorme, non insultate la gente che prova a fare arte. Dateci consigli, non insultateci, perché far smettere qualcuno di fare arte è come ucciderlo: criticateci, ma non insultateci. Gli insulti non fanno crescere nessuno” è la lezione che il ragazzo dà ad adulti squilibrati davanti a lui che godono nell’umiliare i concorrenti e annaffiare il proprio ego, al pubblico (non a caso poi molto più buono sui social, dopo) e anche ai suoi compagni, con Lauren Celentano che passa alla terza puntata ma va subito a consolarlo. Standing ovation per lui e la voglia di abbracciarlo fortissimo. Rimarrà molto più questo ragazzo, per talento e palle, che molti dei suoi colleghi di quest’anno. O di giudici e prof che l’hanno tradito. Certo, dire di essere vecchio a 24 anni e parlare in terza persona magari è un filo eccessivo ma ieri poteva permettersi di tutto.
Ah, tutto questo succede dopo il numero di ballo più bello visto finora (unica occasione in cui l’abbiamo visto all’opera), dimostrando che i voti, pregiudiziali, li avevan già decisi prima. Non stavo così male per delle scelte insensate e stupide dai tempi dei rigori di Zaza e Pellé.
#JesuisDaniele
Giulia Michelini: 9
Giulia è tutti noi. Non solo perché è adorabile, bellissima, carismatica (che è una brava attrice lo sappiamo da tempo), ma perché le sue reazioni sono le nostre. A un certo punto scatta in piedi, sembra tarantolata, se potesse picchierebbe più o meno tutti coloro che le siedono accanto. Le sue espressioni, i suoi occhi, le sue reazioni, la passione con cui segue ogni singola prova ti fanno sentire il rispetto, l’ammirazione, l’empatia che prova per questi ragazzi. Certo, fossimo in lei prenderemmo un tranquillante prima di ogni serale: se continua così, ce la giochiamo. #saveGiulia
Carmen Ferreri: 8
Un diesel. Sta migliorando costantemente, ieri a dispetto di un incomprensibile plebiscito in studio per Einar (tu quoque, Paola Turci!), ci cattura con una Mia Martini vissuta più che cantata – la sua Gli uomini è calda, dolente, arrabbiata anche se non perfetta – e vince la puntata. Se lo aspettavano così poco che non le consentono di salvare nessuno – probabilmente lei avrebbe impedito l’ingiustizia Sephora – e lei stessa stenta a crederci. Di lei ed Emma sentiremo parlare.
Ghali: 7
Per lui una serie di trappole niente male. Lo fanno cantare con Gianni Morandi e Luca: c’è chi per molto meno avrebbe querelato tutta Mediaset. Lui con umiltà, professionalità e impegno dà spettacolo, si mette al servizio della trasmissione e dei due supergiovani – più Morandi di Luca – e per Cara Italia deve aspettare che passi la mezzanotte. Saluta tutti i ragazzi, li incoraggia, la nuova superstar trap che è lì a traghettarci in un nuovo immaginario, non solo musicale, non sbaglia un colpo. Anche quando parla del prossimo tour – “finalmente quello che volevo, stiamo preparando qualcosa di clamoroso” – e lo fa in prima persona plurale. Nel luogo in cui si usa troppo spesso la prima o la terza, singolare. Io t.v.b. caro Ghali.
Totti: 6
Ce lo aspettavamo più sciolto dopo il trionfo in Champions, ora che senza Spalletti e doveri da giocatore poteva “scatenarsi”. Sempre simpatico, attento, disponibile conferma però un feeling limitato col mezzo televisivo quando deve rimanere qualche minuto di più in scena. Certo non lo hanno aiutato: il Grazie Roma con Morandi, il fatto di rimanere per la prima incomprensibile fase e che davanti a lui sapessero di calcio quanto lui di badminton, rendono la sua ospitata meno efficace, sia pure emozionante quando parla di Roma-Barcellona. Con la De Filippi però si intende più che con Spalletti e Baldissoni e visti i sorrisi e gli sguardi, lo vediamo meglio come Corrado alla Corrida. In fondo lì troverebbe pure Conti. Certo Carlo, non Bruno.
Maria De Filippi: 5
Scusami Maria perché non so quel che faccio. Dare un’insufficienza a te è come dare dell’analfabeta a Umberto Eco, ma sarà il numero (17), ma questa edizione di Amici sembra per lo meno nata male. Un insieme di errori abbastanza pacchiani. Il regolamento insensato, i passaggi a vuoto troppo lunghi, i meccanismi reality che a volte si mangiano il talent quando la forza del format era piuttosto il contrario, i tre organi giudicanti che fanno venir voglia di tornare indietro nel tempo e votare sì al referendum voluto da Renzi se insieme al Senato e al Cnel avessero aggiunto anche l’abolizione di Alessandra Celentano, delle cantanti mute (muovono la testa, canticchiano ma non parlano neanche a pregarle) e del televoto, ci hanno portato a un’edizione che se continua così rischia di far vincere nella battaglia dello share Milly Carlucci pure se fa ballare un prof del consorzio Nettuno. Sciatta pure nella gestione degli ospiti, non sembra lei nemmeno nei momenti migliori, in cui si lascia andare a battute e improvvisate. Con Geppy Cucciari, facendo uno scherzone a Einar, sfottendo la Celentano. Noi ci limitiamo a un consiglio: in uno dei tre organi, metta Daniele Rommelli. Spariglierebbe parecchio. E magari salutasse chi sta lì a scaldare la sedia.
Luca Tommassini: 4
Voto ingeneroso per un genio. Ma abbiamo ancora negli occhi la scena onirica splendida nell’ultimo film di Verdone e vederlo qui, dover fare le nozze coi fichi secchi, è un dolore grande. E’ evidente che gli hanno dato il budget della sagra della castagna di Roccamonfina per farci rimpiangere Peparini, ma se si esclude l’idea dei ballerini con testa di cane sulla prova in terza fase di Matteo, il resto delle coreografie le ha prese dallo screensaver del pc di redazione. Si faccia dare soldi e libertà d’azione, che poi ci divertiamo. Merita 8, però, per aver salvato Bryan: bravissimo, il 5% preso nel televoto e i giudici in studio che scrivono sì o no tirando la moneta mettevano in pericolo uno dei più bravi. Daje Luca, come direbbe Carletto.
Gerontocrazia: 3
“Hai solo 18 anni” dicono a Sephora per consolarla di un’eliminazione che ha già dell’assurdo di suo. Perché neanche ad Amici i ragazzi devono avere l’illusione che questo non sia un paese per vecchi. Se una è brava – e Sephora lo è – non c’è limite anagrafico che tenga. Almeno questo non insegniamolo a chi ha ancora delle illusioni su parole desuete come merito, studio, equità di giudizio. Per dire, ho già confessato il mio amore per Valentina, ma ieri ha ballato così male che si è infortunata (tra l’altro sui tacchi mi muovo meglio io).
Tutti contro Emma: 2
Ha doti sopra la media e un gran carattere. Una bellezza dolce e una capacità interpretativa già considerevole. Ha il problema di essere educata, posata, poco incline alle sceneggiate da rvm. Così gli montano un servizio che sembra più fazioso di un tg di Emilio Fede, di Del Debbio che parla di Prodi, di un titolo di Libero e creano una pessima atmosfera attorno a lei, sembra che provino a farla fuori anzitempo. Perché, probabilmente, si limita a lavorare e migliorarsi. Per ora si è creato un #teamEmma tra i televotanti, ma temiamo che se non limona forte con un/una concorrente in fretta, la saluteremo presto.
Regolamento: 1
Allora, intanto le variabili come “chi salva chi, e quanti” sono demenziali e arbitrarie. Neanche fosse la Var. Poi il sistema di eliminazione è più astruso del Rosatellum: vi basti pensare che nelle prove a squadre vincono i blu. E poi vengono eliminati due blu. I bianchi, peraltro per metà composti da ragazzi che potevano essere tranquillamente accompagnati alla porta, invece vengono eliminati ma poi si salvano tutti. Persino Biondo che però ci mostra il suo vero talento: quello di annunciatore. Un po’ come il Pd che perde le elezioni ma tutti vogliono al governo. Poi: che senso hanno le sfide interdisciplinari? La prossima volta per Sanremo ai cantanti facciamo mandare un monologo? Infine il peso dei voti e l’incoerenza dei votanti in studio: in confronto i giudici dei match di pugilato olimpici sono più onesti ed equilibrati con gli atleti di casa.
Televoto: 0
A volte dura pochi secondi, sconta il fatto che gli ultimi a esibirsi hanno la metà del tempo per far votare i loro ammiratori, hanno risultati improbabili. Anche basta, tanto poi quest’anno conta quanto Simona Ventura (svegliati Simo! Dov’è finita la nostra leonessa?) nell’economia del programma. Quanto la Meloni nella coalizione del centrodestra. Quanto Di Maio in una riunione con Casaleggio Jr. Quanto Martina. No, Martina non è una nuova concorrente.