Corrado Augias lascia la Rai dopo sessant’anni e sbarca su La7. L’ha annunciato lui stesso in un articolo scritto per Repubblica, quotidiano in cui lavora da anni. «Volevano demolire la Rai dei comunisti; stanno semplicemente demolendo la Rai», ha premesso nel pezzo per dare l’addio al servizio pubblico, non senza lanciare una frecciata al governo guidato da Giorgia Meloni. «Un governo che sul piano generale si è dimostrato approssimativo e incompetente ha prodotto il massimo d’efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione Italiana, nientemeno. Due fattori mi hanno spinto fuori dalla Rai dopo sessant’anni di onorato servizio (come si diceva una volta). Il dilettantismo, le scelte improvvide, la presunzione che una pedina valga l’altra, l’inconsapevolezza che l’efficacia televisiva è una delicata miscela di professionalità e congruenza con l’argomento, la dimenticanza che l’egemonia culturale non si può imporre piazzando un fedele seguace qua e uno là».
Da lunedì 4 dicembre Corrado Augias condurrà un programma in prima serata che si intitola La torre di Babele e in ogni puntata avrà un ospite. Il primo sarà Alessandro Barbero. Nell’articolo di commiato dalla Rai, il giornalista e storico conduttore ha poi spiegato quello che considera un vero e proprio “disegno” in atto per arrivare a quella che è stata definita “egemonia culturale”: «Dietro lo sconquasso s’intravede infatti un disegno, lo stesso che trapela da alcune decisioni del governo: cambiare la narrazione di fondo che ha retto la Repubblica dal 1948 (data di nascita della Costituzione). È come se gli esclusi, a giusto titolo, da quell’atto fondativo volessero oggi rifarsi con una seconda (o terza) repubblica affidata non solo a una nuova Costituzione ma anche alla riscrittura della storia. Questo compito è affidato, e ancora più lo sarà tra qualche mese, alla Rai».
Ma alla fine ha lasciato ancora una porta aperta per un programma, quello musicale, che potrebbe rimanere sulla tv pubblica: «Questo alla Rai è diventato più difficile perché, ecco un terzo e finale elemento, a tutto il resto s’accompagna un velo d’arroganza. Lascio in sospeso la terza possibile edizione del programma La gioia della musica. Vedremo».