I passanti che camminano a notte fonda lungo le strade deserte di Edimburgo ignorano che a pochi metri da loro, all’interno della stazione dei treni di Waverley, si sta consumando una battaglia all’ultimo sangue (naturalmente si fa per dire: le star di Hollywood al centro della scena stanno benissimo e, se per caso dovessero esibire qualche brutta ferita sul grande schermo, la responsabilità sarà esclusivamente del dipartimento degli effetti speciali). Un uomo di nome John che somiglia a Mark Ruffalo e lavora per Disney ci consegna un braccialetto azzurro da indossare con su scritto Mary Lou (il titolo di lavorazione, utile a distogliere l’attenzione dei curiosi), fondamentale per superare i controlli e poter essere ammessi sul blindatissimo set.
«È la prima volta che scegliamo un nome che non ha nulla a che vedere con la trama» ci sveleranno più tardi Anthony e Joe Russo, registi di Avengers: Infinity War, diciannovesima pellicola del Marvel Cinematic Universe, in sala dal 25 aprile, due giorni prima rispetto agli Stati Uniti. I due fratelli erano già dietro la macchina da presa di due precedenti capitoli: «Il titolo di lavorazione de Il soldato d’inverno era Freezer Burn, mentre quello di Civil War era Sputnik: entrambe le parole contenevano naturalmente degli indizi significativi». John ci accompagna all’interno della stazione: sono le due del mattino di una giornata di fine aprile del 2017 e la produzione è impegnata da ore con le riprese di una sequenza che ritroveremo nel primo atto del film. Hanno iniziato alle 20 e smonteranno intorno alle 6.
«Siamo qui da quattro giorni e stanotte porteremo a casa 30 o 40 secondi al massimo. Al montaggio, infatti, i combattimenti durano ben poco» ci spiega davanti a un monitor. Il lavoro è agevolato dal fatto che la scena a cui stiamo per assistere è stata studiata a lungo: Una parte della troupe è venuta qui a marzo per girarla insieme agli stuntmen. Non facciamo altro che replicare e migliorare quei movimenti con gli attori». Le riprese sono iniziate a gennaio presso i Pinewood Studios di Atlanta, dove si realizzano da 10 anni tutti i titoli Marvel, e lì proseguiranno dopo la sosta europea. «Ormai la gente che abita in Georgia è abituata alla nostra presenza, non ci fa più caso. Qui, invece, siamo ancora i New Kids on the Block. Decisamente più figo, no?» scherza Anthony Mackie, interprete di Falcon, davanti a una tazza di caffè. Per il 39enne attore americano questa è la prima settimana di riprese, come lo è anche per Scarlett Johansson e Chris Evans, che tra qualche giorno proseguiranno per Londra e poi per New York.
Davanti ai binari, mentre la troupe prepara attrezzature e luci, riecheggiano soprattutto le loro risate. Hanno un look diverso rispetto a come li abbiamo conosciuti: Evans, barba di media lunghezza, si stiracchia come se il costume di Captain America (su cui manca la classica stella bianca) fosse troppo stretto. Agita nell’aria un bastone nero ricoperto di strisce verdi (« non credo di potervi dire di cosa si tratta, sappiate però che nel lm avrà un altro aspetto » ci avvisa), mentre Johansson chiacchiera con Mackie in attesa del ciak. L’attrice, 33 anni, sfoggia un taglio più corto e i capelli non sono più rossi, ma biondi. Suggeriamo che questo potrebbe indicare un cambiamento nella vita di Natasha Romanoff (aka Vedova Nera) e lei sorride enigmatica. Ci pensa su: «È un po’ come quando le donne, dopo la fine di una relazione importante, decidono di tingere i capelli di un altro colore. Chissà, forse ha davvero a che fare con una rottura, quella interna agli Avengers» conclude, senza svelare troppo.
In Civil War i Vendicatori si erano divisi in due fazioni contrapposte dopo la creazione di un ente governativo atto a monitorarli. Da una parte quella guidata da Captain America, che non si fida più del governo; dall’altra la squadra che fa capo ad Iron Man (Robert Downey Jr.), che invece richiede un maggiore controllo. «Civil War mi ha spinto, in quanto spettatore, a riflettere sui valori in cui credo. E questo non capita spesso con film di questo tipo» interviene Mackie, il cui personaggio è in grado di volare grazie ad un paio di ali artificiali.
«Sarò io a sconfiggere il nemico: volerò fino a lui e gli darò un pugno in faccia» esclama, prima di alzare un sopracciglio: «Come avrete capito, non mi hanno ancora fatto leggere la sceneggiatura completa, perciò tiro a indovinare». Infinity War è ambientato due anni dopo gli eventi narrati nel film precedente e mostra come i protagonisti abbiano preso strade diverse. Cos’ha fatto Falcon durante questo periodo? «Mi piace pensare che sia andato in vacanza a Ibiza, o magari in Costa Rica» scherza l’attore, la cui ambizione maggiore sarebbe indossare un costume di spandex e avere la vista degli uccelli: «Niente di meglio per conquistare una donna, datemi retta».
Più seria la risposta di Chris Evans, che esaurirà gli impegni contrattuali con Marvel con Avengers 4, nel 2019: «Steve Rogers è disilluso, aveva riposto le sue speranze nel sistema e quel sistema lo ha tradito. Ora vede il mondo in sfumature di grigio, ha un approccio più freddo… ». Si interrompe, non sa come procedere. Prende la parola Johansson: «Quando continui a lottare per difendere ciò in cui credi ma sei costantemente in fuga, è inevitabile che il tuo mondo si faccia più buio » osserva l’attrice, sottolineando come i toni da commedia dei primi film siano un lontano ricordo. «Ci sono incertezza e dolore. Penso che il pubblico sia pronto a seguirci lungo questo percorso e sono convinta che, per certi aspetti, i toni dark riflettano anche il momento storico che stiamo vivendo».
Riuscire a ricavare altre informazioni è un’impresa, visto che nessuno vuole rischiare di rovinare la suspence con qualche spoiler di troppo. Come dare loro torto? Questo è il titolo più atteso dell’anno: per la prima volta una sessantina di supereroi pro-venienti dai vari cinecomic Marvel si riuniranno nella battaglia più epica di sempre, quella contro Thanos. Ci sono tutti, inclusi i più recenti: da Black Panther a Doctor Strange, dai Guardiani della Galassia ad Ant-Man.
«Io e Joe siamo sempre stati attratti dalle storie corali, piene di personaggi, perché ci piace poter sviluppare un film attraverso molteplici punti di vista. È parte del divertimento, siamo fan di un certo tipo di cinema più articolato, quello che puoi rivedere più volte senza stancarti mai» spiega Anthony Russo. A ottobre 2014 fu an-nunciato che Infinity War sarebbe stato diviso in due parti, ma i piani sono cambiati: è scomparso il sottotitolo Parte 1 e il prossimo capitolo è diventato un generico Untitled Avengers 4Il guanto dell’infinito, scritta da Jim Starlin e pubblicata nel 1991, a cui il film si ispira. Ma sappiate che Markus e McFeely si sono presi alcune libertà creative: «Gli appassionati conoscono bene l’arco narrativo di Infinity War e noi abbiamo voluto inserire momenti e scene che li renderanno felici. Per il resto, però, non ci siamo attenuti rigidamente al fumetto, pur rispettandone lo spirito». L’ideale è che il pubblico abbia visto i capitoli precedenti: « Se dovessimo spiegare di nuovo chi sono questi personaggi e da dove provengono, avremmo tra le mani un fillm di 10 ore!».
La novità principale è rappresentata da Thanos (interpretato da Josh Brolin), un despota intergalattico che dominerà la scena anche grazie ad alcune straordinarie abilità fisiche. «Josh sta facendo un lavoro incredibile, ha dato vita ad un personaggio terrificante» anticipa Anthony Russo. «Chiunque si sia lamentato dei cattivi Marvel visti finora, dovrà ricredersi. Thanos è un guerriero-filoso con una missione da portare a termine. Ogni volta che abbiamo mostrato un cattivo abbiamo cercato di dargli un punto di vista comprensibile, così che il pubblico potesse identicarsi con lui. Sarà così anche stavolta» promette. Thanos è disposto a tutto pur di mettere le mani sulle Pietre dell’Infinito che, se riunite, gli permetteranno di piegare la realtà a proprio piacimento. Una delle Pietre è incastonata nella fronte dell’androide Visione (Paul Bettany), che stavolta avrà un aspetto umano: «Il mio personaggio sta scoprendo nuovi sentimenti grazie a Wanda (alias Scarlet Witch, interpretata da Elisabeth Olsen), di cui è innamorato. Ma queste scoperte saranno anche dolorose», ci dice il 46enne attore inglese, la faccia coperta dal trucco viola, I registi lo convocano per girare la scena. Dopo il ciak, Bettany si accascia sul pavimento, una mano premuta sullo stomaco. È stato appena aggredito da Proxima e Corvus, due scagnozzi di Thanos. Il trio formato da Falcon, Captain America e Vedova Nera si affretta a raggiungerlo. Evans dice qualcosa, mentre gli altri ascoltano, serissimi.
Sembra l’inizio di uno scontro che, si intuisce, mieterà non poche vittime. A quali personaggi dovremo dire addio? «Infinity War è il culmine di un viaggio iniziato 10 anni fa. Solo perché nessuno dei protagonisti è ancora morto, non significa che non accadrà», conclude Joe Russo con un sorriso. «Aspettate di arrivare alla fine. E preparate i fazzoletti».