A fine 2023, Lee Sun-kyun, attore di ‘Parasite’, era stato trovato morto in un’auto nel centro di Seul. Ora, a meno di un mese dall’accaduto, una coalizione di artisti e associazioni chiede che venga fatta luce sui metodi della polizia sudcoreana, che avrebbe indagato Lee per possesso di sostanze stupefacenti nel periodo immediatamente antecedente alla sua morte (trattatasi, probabilmente, di suicidio). Nel mirino della protesta anche i media mainstream, accusati di aver dato eccessiva copertura a notizie che avrebbero potuto condurre Lee alla decisione finale.
Alla testa del gruppo proprio il regista del film premio Oscar, Bong John-ho, che ha guidato la conferenza stampa organizzata al 19esimo piano del Korea Press Center della capitale sudcoreana. L’evento è giunto dopo la pubblicazione di un comunicato stampa ufficiale, “Demands of Artists and Culture Workers Facing the Death of the Late Actor Lee Sun-kyun” (Richieste degli artisti e del lavoratori della cultura a seguito della morte dell’attore Lee Sun-kyun).
«È necessario apportare chiare migliorie legislative per assicurare che non vi sia inversione di principi ed eccezioni tra i diritti umani degli indagati e il diritto del pubblico di essere informato. Inoltre, è fondamentale evitare che le autorità investigative interpretino e applichino arbitrariamente l’intento della legge», ha dichiarato il gruppo, che si è rifiutato di accettare domande dalla stampa e dai presenti.
«Speriamo che una tragedia simile non si ripeta nel processo di indagine degli artisti legati alla cultura pop. Questa è la richiesta della comunità culturale e artistica di fronte alla morte del compianto Lee Sun-kyun». Questa, invece, la dichiarazione di Bong: «Esigo che le autorità svolgano un’indagine. Chiediamo che la polizia verifichi se ci sono state eventuali negligenze nella sicurezza dell’indagine dal momento in cui sono stati esposti i dettagli dell’indagine sul defunto fino a due mesi dopo. Vogliamo sapere se ci sono stati contatti mediatici individuali durante l’indagine, e desideriamo che i risultati siano resi pubblici per dissipare ogni dubbio».