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Vince Vaughn scende all’inferno con ‘Brawl in cell block 99’

Tra le chicche di Venezia 74 c'è anche la proiezione di mezzanotte del brutale prison-movie di S. Craig Zahler
Vince Vaughn a Venezia 74. Credit: Guido Alberto Mattei

Vince Vaughn a Venezia 74. Credit: Guido Alberto Mattei

Vince Vaughn psicologicamente nudo e crudo come non lo avete mai visto: è come se rasarsi la testa a zero per Brawl in cell block 99 lo avesse liberato. Dalla gabbia comica, dai ruoli magari forti ma sempre un po’ in secondo piano (vedi il cattivo di True Detective 2 e il sergente di ferro di Hacksaw Ridge). Vince Vaughn liberato. E consacrato.

Se dopo lo zombie-western d’esordio Bone Tomahawk con Kurt Russell aspettavate il prossimo film di culto di S. Craig Zahler, finalmente è arrivato: Brawl in cell block 99 è un violentissimo prison-movie, che a Venezia è stato proiettato a mezzanotte e ha ricevuto una vera e propria standing-ovation.



L’ex pugile Bradley Thomas viene licenziato dall’officina meccanica in cui lavora e, come se non bastasse, tornando a casa scopre che la moglie (Jennifer Carpenter, la Debra Morgan della serie tv Dexter) lo tradisce. Per risollevare la propria vita fa la scelta sbagliata: diventa corriere per un vecchio amico narcotrafficante. Una notte però durante una consegna viene coinvolto in un conflitto a fuoco con la polizia e arrestato. In prigione il boss vuole fargliela pagare e per Bradley inizia una parabola discendente che lo costringe alla violenza totale pur di salvare la sua vita, quella della compagna e della loro bambina che deve ancora nascere.

Lo diciamo subito, Brawl in cell block 99 non è per tutti. Ci sono scene toste: automobili distrutte a mani nude, torture, aborti minacciati, crani fracassati, facce cancellate. Insomma se vi dà fastidio il rumore delle ossa che si spezzano non fa per voi. Un’escalation di violenza (catartica) che non possiede nulla, e nello stesso tempo ha molto, di umano. «La cosa più complessa è stata portare a casa alcune scene senza che gli attori si facessero (troppo) male: abbiamo fatto nove take di una sequenza in cui Vince veniva colpito alle costole ogni volta. Lui ha un background da pugile ma quello che abbiamo usato è senz’altro il modo più pericoloso di girare queste sequenze, ma anche il più autentico: l’energia è perfetta» racconta S. Craig Zahler.

Il cast di ‘Brawl in cell block 99’ a Venezia 74. Credit: Guido Alberto Mattei

Si tratta di un film estremo, come estremo è il dolore dei suoi personaggi: «Bradley ha molta rabbia dentro ma non vuole essere un violento. E quando scopre il tradimento della moglie, decide di sfogarsi distruggendo l’automobile» spiega Vaughn. «Quella della macchina è sicuramente la scena che definisce il personaggio e il suo tsunami di rabbia. Jennifer è stata bravissima ad aggiungere realtà alla scena: sembra di essere in un film di Cassavetes» afferma il regista. Stacco. Nella sequenza successiva la coppia è seduta sul divano di casa, non si guarda, non si sfiora, ma si parla con una delicatezza inaspettata in un contesto simile. È questa doppia faccia della pellicola che conquista. Il personaggio di Vaughn infatti va all’inferno, che ha l’aspetto di un carcere di massima sicurezza, e prende a pugni chiunque si trovi davanti. Ma lo fa per amore.

«Il sentimento guida tutto» sottolinea Vince «Sono due persone ferite da un passato difficile, stanno cercando di rimettersi in piedi. C’è voglia di riscatto: ognuno è responsabile delle proprie scelte. Craig ha una voce molto originale, stiamo facendo un altro film insieme (Dragged Across Concrete, con Mel Gibson, nda)». La stima tra i due è reciproca ed evidente. E tra i protagonisti del nuovo progetto del regista c’è, ancora una volta, anche Jennifer Carpenter: «Quello in Brawl è stato il mio ruolo più difficile, ma in un modo che ho amato, con Craig non c’è nulla che non venga attentamente esaminato. Ti chiede di essere vera e viscerale, ti fa spogliare piano piano di tutti gli aspetti di performance finché non resta solo una donna spezzata». «In una giornata di merda delle riprese Jennifer aveva la parte più impegnativa ed è stata capace di regalarmi 51 sfumature di quello che le avevo chiesto. Ha una sensibilità straordinaria» replica il regista.

Nel film la musica è essenziale: poca ma sceltissima e composta su misura per sottolineare aspetti dei personaggi o farli connettere. Il regista S. Craig Zahler è anche batterista, scrive canzoni e suona in una band metal: «Per me c’è qualcosa di falso nello score tradizionale, che in qualche modo dice allo spettatore come si deve sentire mentre guarda quella scena» spiega «Poi ovviamente ci sono un sacco di film pieni di musica fantastica usata in modo straordinario, io sono un grande fan di Sergio Leone. Nella mia estetica cerco verità. Adoro la musica e voglio che arricchisca la pellicola in maniera non artificiale».

Il protagonista interpretato da Vaughn, che ha un buco enorme dentro ma non ha intenzione di piangersi addosso, ascolta il soul. «Con la colonna sonora di questa pellicola ho realizzato il mio sogno di scrivere pezzi soul con Jeff Herriott, collaboratore e amico storico» sottolinea Zahler «Leggende del genere del calibro di The O’Jay’s, Butch Tavares e emergenti di talento come Adi Armour cantano questi brani che arricchiscono il mondo strano e brutale di Brawl in Cell Block 99».

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