Incalzato sulle polemiche riguardo a Johnny Depp, protagonista del film che domani sera aprirà il Festival di Cannes (Jeanne du Barry di Maïwenn, in cui il divo interpreta re Luigi XV), il direttore Thierry Frémaux replica nel corso della conferenza stampa in modo molto diretto: «Se pensaste davvero che Cannes è un festival per stupratori, non sareste qui ad ascoltarmi, né vi lamentereste del fatto che non riusciate a trovare i biglietti per le proiezioni».
«Non so nulla dell’immagine di Johnny Depp negli Stati Uniti», continua Frémaux. «Nella mia vita ho solo una regola, che è la libertà di pensiero e di espressione, e quella di parola, se è pronunciata secondo le norme di legge».
«Se a Johnny Depp fosse stato vietato di recitare in un film», aggiunge il direttore, «o se il film stesso fosse stato censurato, allora non saremmo qui a parlarne. Abbiamo visto l’opera di Maïwenn e sarebbe potuta essere tranquillamente presentata anche in concorso (è invece tra i titoli fuori concorso, ndr). Questa polemica è scoppiata quando è stato dato l’annuncio che il film sarebbe stato a Cannes. Non so perché Maïwenn ha scelto Depp, è una domanda da rivolgere a lei».
«Quanto al resto», conclude Frémaux, «sono l’ultima persona che può parlare di questo. Se c’è qualcuno nel mondo che ha trovato totalmente non interessante quel processo, quello sono io. Non so nulla, mi interessa solo Johnny Depp come attore».
Dopo la presentazione di Jeanne du Barry a Cannes, Depp sarà impegnato nella regia del suo secondo film dietro la macchina da presa: Modi, biopic su Amedeo Modigliani, che sarà interpretato da Riccardo Scamarcio.