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Christopher Lambert: «Weinstein era divorato dal potere, si sentiva intoccabile»

L’attore franco-americano, raggiunto vicino a Roma sul set del film che sta girando, si rivela… tra grandi poteri e immortale creatività

Incontro Christopher Lambert a Fiuggi, in un elegante salotto dell’Hotel Palazzo della Fonte dove alloggia in questi giorni, in cui è impegnato sul set del film The Voice Of The Wolf, opera prima di Alberto Gelpi, prodotto da Alessandro Riccardi e Alessandro Gatto per Vargo e Gatto Film. Lo attendo seduta sul divano, Lambert arriva, mi saluta e mi fa pure i complimenti per i miei jeans anni ’70… indossa una felpa azzurra e gli immancabili occhiali, è sorridente e ben disposto così mentre sorseggiamo dell’acqua da calici in vetro, inizio a chiacchierare con l’immortale Highlander.

Hai costruito una carriera brillante e accumulato nella tua vita una quantità incredibile di esperienze sia sul set che altrove. A che punto della tua vita ti trovi ora?
In verità non mi sono mai sentito così bene da trent’anni a questa parte, sono felice e forse più in pace con me stesso. Devo dire che sono ancora pieno di energia e la mia mente sta perfettamente al passo, affianco la carriera di attore e produttore con molti altri business nei più disparati campi. Faccio film da venticinque anni e questo mi rende felice, ma metto passione in tutto ciò che faccio anche fuori dal set. Quando c’è la passione in ciò che fai, che siano film o qualunque altra cosa, sei certo che funzionerà, non sai quando ma succederà. È una questione di adattamento, sia quando giro un nuovo film che quando porto avanti i miei business scopro qualcosa di diverso su di me e questo mi riempie di gioia. È necessario adattarsi a ciò che succede attorno ma soprattutto in sé stessi e prendendo la via più difficile si è più esposti al rischio ma la soddisfazione nel riuscire regala una gioia indescrivibile.

Avresti mai pensato di ritrovarti qui da ragazzo, quando iniziavi a muovere i primi passi in questo mondo?
Quando ho lasciato Ginevra ero molto giovane e per prima cosa mi diressi a Londra dove per sei mesi lavorai in banca. Poi andai a Parigi per provare a diventare un attore, il mio vero sogno da quando avevo dodici anni. Non ne conoscevo il motivo e non sapevo nemmeno come fare ma ero più che certo della mia decisione. Lavorare in banca non faceva per me ma è stata comunque un’esperienza interessante senza contare che oggi mi tocca confrontarmi costantemente con banche e persone del mondo del business, quindi il cerchio si è chiuso… penso a un me poco più che diciottenne mentre cerco di comprendere il sistema bancario e capisco ora quanto sia importante accumulare più esperienze interessanti possibili nel corso della vita per essere più completo possibile alla fine.

Hai paura della morte?
La morte è una conseguenza della vita e credo che si dovrebbe insegnare alle persone a non esserne spaventati – nasci, vivi e poi muori, è così. Io credo esista una vita oltre la vita ma è la mia personale opinione, ciò che bisogna mettere in chiaro è che non c’è nulla di spaventoso nella morte perché è l’unica certezza che abbiamo. Non possiamo decidere se e dove nascere, non possiamo scegliere se venire al mondo in un castello o in una favela in Brasile né tantomeno se appartenere a una famiglia povera o milionaria, ciò che sappiamo con sicurezza è che moriremo, quindi dimentichiamoci della morte e iniziamo a vivere!

Sembri forte e determinato, ma c’è qualcosa che ti spaventa?
Mi spaventa il numero di persone che oggi al mondo non sono felici, sono affamate, umiliate e preoccupate. Sono più triste per la gente che per me stesso, per il modo che hanno i governi di trattare le persone, di non coinvolgerle nelle decisioni, di non richiedere la loro opinione. Chi comanda prende le decisioni da solo, io non credo nella politica ma se ne facessi parte le prime persone che interpellerei prima di fare qualunque passo sarebbero i cittadini.

L’Italia torna di frequente nella tua vita e ora sei nuovamente qui per un nuovo film, che rapporto hai con il nostro paese?
Adoro l’Italia, qui le persone sono esattamente l’opposto dei Parigini. Diciamo che gli italiani in generale trovano sempre il modo per migliorare la propria vita, non importa come. Sono persone ottimiste ed estremamente positive, non dimentichiamoci che dal 2007 in poi viviamo un periodo molto complicato ma gli italiani continuano a sorridere nonostante tutto e questo mi piace molto.

Hai accennato alla classe politica dalla quale non ti senti rappresentato appieno, a tal proposito come giudichi ciò che sta succedendo ora negli USA? Tu ci hai vissuto e lavorato molto, ma cosa ti viene da dire oggi?
Non voglio giudicare Trump, l’Italia a suo modo non è meglio. Il problema è lui come essere umano, è in mezzo ad ogni cosa dalle armi alla chimica ed è stato eletto dalla popolazione poiché la gente si era stufata; molti sono convinti che l’America sia solo East Coast e West Coast ma ci dimentichiamo di tutto ciò che sta in mezzo, chilometri e chilometri di terre che costituiscono la vera America. Per la prima volta si presenta Trump, un individuo che non era mai stato in politica e si rivolge proprio a loro, ai milioni di cittadini che si trovano anche in aree remote, gente che magari non legge e che non ha mai preso un aereo, loro non s’interessano tanto a ciò che dice ma soprattutto al fatto che Trump si rivolge a loro ed è con loro. Non sono qui per giudicare, ho ancora tanto da imparare e non voglio fare politica. Poi c’è il rispetto delle donne dalle quali io sono sempre stato molto affascinato, pensa che ho iniziato a studiarle ed osservarle da quando avevo otto anni. Molti credono siano complicate ma sono invece complesse a differenza degli uomini che sono creature molto più semplici e facilmente decodificabili, gli uomini sottomettono le donne da duemila anni o forse più solo perché sono spaventati dalla loro evidente superiorità e il giorno che avranno il meritato potere, cosa che pian piano e a fatica sta succedendo, saremmo noi uomini ad essere spacciati. Quel giorno sarò felicissimo.

Sei stato con donne pazzesche, talentuose e bellissime (Diane Lane, Sophie Marceau… ndr) che rapporto hai tu con il genere femminile?
Tra gli otto e i dodici anni ero timidissimo, una timidezza quasi patologica che mi portava a vergognarmi tanto davanti a qualunque donna, come ho già detto erano per me come una calamita, ne subivo il fascino incredibilmente. Sono ancora timido davanti a una donna, quando ne conosco una non faccio alcun pensiero ma sono consapevole di avere davanti una persona da rispettare. Credo che gli uomini quando cercano di approcciare ad ogni costo una donna ancora prima di conoscerla, presi dalla foga della conquista si perdano tante occasioni di incontrare, fare amicizia e scambiare idee con degli splendidi ed intelligenti esseri umani.

Con l’avvento dei colossi della comunicazione e la loro foga di produrre contenuti, il cinema sta subendo un tracollo?
Con l’arrivo di grossi nomi come Google, Facebook, Amazon, Microsoft, Apple etc che hanno miliardi di dollari da investire in produzioni, la situazione del cinema si è un po’ complicata, esiste sempre una industria attiva ma perché andare al cinema se per esempio puoi avere Netflix per pochi euro al mese direttamente sulla tua TV e in più con una quantità pressochè infinita di titoli a tua disposizione? Puoi guardare quello che vuoi senza pagare i dieci euro del biglietto del cinema. Il copione resta la parte fondamentale di un prodotto ben riuscito; dal 1984 quando ho iniziato fino al 1995 o forse anche 2000 erano le star a portare spettatori al cinema, oggi la situazione si è capovolta. Le persone vogliono delle storie coinvolgenti a prescindere dagli attori che vi recitano, il grande schermo va bene per film come Avatar e ce ne saranno cinque all’anno, oggi ci sono troppe produzioni.

Ultimi progetti da attore?
Ho appena finito di girare tra New York e Città del Messico, il film Bel Canto con Julianne Moore. Una sceneneggiatura e un regista (Paul Weitz) eccellenti, sarà costato tra i dieci e i venti milioni di dollari ma è una storia coinvolgente e capace di attrarre le persone che assisteranno a qualcosa di nuovo e mai visto. Ormai esistono i franchising del cinema come i fumetti Marvel e DC che attirano al cinema tantissimo pubblico ma la loro produzione costa altrettanto, c’è bisogno di equilibrio. Questo lo dimostra il fatto che uno dei film più apprezzati della scorsa stagione sia stato Wonder Woman, probabilmente perché per la prima volta abbiamo visto una vera donna supereroe, era estremamente ben fatto e soprattutto nuovo… non si può continuare a riproporre i sequel dei film all’infinito, conosciamo già Spider Man e i Pirati dei Caraibi, ora vogliamo le novità.

Per quanto riguarda il mondo del cinema di oggi, siamo nel mezzo di uno scandalo che ha contaminato e infettato l’industria. Da Harvey Weinstein in poi, in che condizioni versa ora questo ambiente e in che direzione stiamo andando?
Credo che tutta la faccenda sia molto triste e devo dire che non ne sono sorpreso. È necessario che il Potere rimanga umano ma il problema arriva quando si è convinti di essere intoccabili e non si è capaci di accettare i no, ne viene intaccato l’Ego, diventa un’offesa personale. Chiunque nella propria vita a prescindere dal genere e dalla professione, si troverà a fare i conti con molte più risposte negative che positive, bisogna metterlo in conto. Se una donna dice di no è no! purtroppo non vale lo stesso per alcuni individui che hanno accumulato così tanto potere da venirne divorati. Molte delle ragazze che hanno subito delle molestie a Hollywood e non hanno parlato allora, vengono oggi colpevolizzate perchè lo fanno dopo venti o trent’anni, dovremmo dimenticarci del tempo che è intercorso ma concentrarci all’atto in sé stesso. Erano spaventate, avevano paura che la loro carriera venisse distrutta… alcune di loro si erano anche recate alla polizia ma non sono state ascoltate. Il fatto che grandi nomi del mondo dello spettacolo oggi abbiano deciso di esporsi e parlare è una gran cosa per tutte le ragazze vittime di abusi e che non hanno ancora trovato il coraggio di denunciare.

Tutti sapevano di Weinstein anche coloro che oggi si fingono scioccati, è un bugia bella e buona, stavano zitti perché erano terrorizzati dall’estremo potere di quell’uomo… ha lavorato con registi incredibili e prodotto film da Oscar, era sulla bocca di tutti e chiunque lo conosceva. Tutto ciò di vero che è venuto fuori deve essere rispettato in nome delle donne che l’hanno vissuto, senza alcun giudizio, è venuto fuori e fa stare tanto male, bisogna prestare molta attenzione al modo che si sceglie per divulgare una notizia, dal momento che è fuori sai per certo che farà male a qualcuno. Da parte mia posso dire che questi fatti sono ingiusti, una totale mancanza di rispetto e se si usa il potere per spaventare qualcuno minacciandolo di non lavorare mai più nello show business sappiate che non è vero, sì ci sono persone capaci di creare o distruggere una carriera ma di base non è così che funziona. Voglio dire, se hai passione, la giusta età e una grande volontà allora devi andare avanti, metterti in gioco, conoscere e farti testare dai casting director, dimostrare che sei adatto per ciò che viene proposto.
Dicono che gli attori, così come i ballerini o i pittori sono degli artisti… per me è sbagliato, un artista è semplicemente colui che ha passione per ciò che fa che sia un banchiere o un chirurgo, se hai creatività potrai essere un banchiere creativo.

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