Come ogni gennaio anche ieri a Los Angeles si è svolta la cerimonia dei Golden Globe, i premi di cinema e tv assegnati dalla stampa estera sul suolo americano che aprono ufficialmente la stagione degli award. Utili per vedere che aria tira nel settore, i Golden Globe sono soprattutto occasione imperdibile per vedere le star del piccolo e grande schermo ubriache. Mattatore della serata Ricky Gervais, tornato alla conduzione dopo la doppia razione di Tina Fey e Amy Poehler, che comincia il suo monologo così: “I wanna do this monologue and then go into hiding. Not even Sean Penn will find me”.
Se il buongiorno si vede dal mattino, si preannuncia un altro anno di gloria per Alejandro G. Iñárritu dopo Birdman. La sua nuova pellicola, Il Redivivo (che uscirà in Italia il prossimo 16 gennaio) si aggiudica la statuetta come miglior film drammatico, miglior regia (Iñárritu, per l’appunto) e miglior attore protagonista, Leonardo DiCaprio, che puntualmente si avvicina agli Oscar come il favorito. Sarà la volta buona? Glielo auguriamo di cuore, anche solo per sbarazzarci una volta per tutte del suo meme.
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Di sicuro il grande rivale de Il Redivivo agli Academy Awards sarà il biopic Steve Jobs, film sulla vita del celeberrimo fondatore della Apple che ieri si è portato a casa il premio alla migliore sceneggiatura (firmata dal maestro Aaron Sorkin) e quello alla migliore attrice non protagonista, Kate Winslet. Altro vincitore cinematografico della serata è The Martian, l’ultima opera fantascientifica di sua altezza Ridley Scott, che nella categoria commedia o musical (come ci sia finito è forse spiegabile dall’ubriachezza accennata all’inizio dell’articolo) vince il premio come miglior comedy (sì, lo ripetiamo, comedy) e miglior protagonista (sempre di comedy), Matt Damon. Grandi sconfitti invece le pellicole Carol, La grande scommessa e Mad Max: Fury Road, che restano a bocca asciutta.
Jennifer Lawrence si dimostra una forza della natura agguantando l’ennesimo Globe come migliore attrice di commedia per il suo Joy, mentre il titolo di migliore interprete drammatica spetta a Brie Larson, già conosciuta nel circuito indie americano e memorabile in Room, ben accolto alla Festa del cinema di Roma. Primo Golden Globe “della carriera” (nella categoria attore non protagonista) per Sylvester Stallone grazie al ritorno nei panni del leggendario Rocky Balboa in Creed («anche se immaginario, il migliore amico che si possa avere», come dirà accettando il premio). Miglior film d’animazione è ovviamente Inside Out della Pixar, miglior colonna sonora Ennio Morricone per The Hateful Eight e miglior brano musicale Writing’s on the Wall di Sam Smith per il film Spectre.
Sylvester Stallone thanks the HFPA for his Golden Globe. #GoldenGlobes
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Passiamo ai premi televisivi, che di solito si caratterizzano per l’alto grado di assurdità di alcuni assegnazioni. Il premio “assurdità” 2016 è vinto da Mozart in the Jungle, che si accapparra le statuette di migliore comedy e miglior protagonista di comedy (Gael Garcia Bernal), battendo, beh, tutte le altre comedy televisive in circolazione, nominate o meno. Non che si possa dire nulla di male contro questa deliziosa commedia di Roman Coppola, ma definirla la punta massima della commedia televisiva dell’ultimo anno è un giudizio, diciamo, eccessivo. Sta di fatto che Amazon sta compiendo un impressionante lavoro di promozione per la sua produzione televisiva originale, cavalcando l’onda del successo mediatico di Netflix e di tutti i servizi di streaming.
Dopo il colpo di scena che lo scorso gennaio ha visto salire sul palco Gina Rodriguez come migliore attrice di comedy per Jane The Virgin, stavolta la ribalta spetta a Rachel Bloom per la commedia Crazy Ex Girlfriend, che si aggiudica anche il titolo di migliore acceptance speech della serata, forse perché il più sincero. Le battute più divertenti spettano invece a Taraji P. Henson, che trionfa come migliore attrice drammatica come “queen” Cookie, protagonista della “hip hop soap” Empire.
@tarajiphenson keeps it real backstage at the #GoldenGlobes.
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Al suo primo grande ruolo d’attrice protagonista, una commossa Lady Gaga trionfa con la miniserie American Horror Story, giunta ormai alla quinta edizione. Best supporting actress è Maura Tierney (The Affair), mentre migliore attore in una miniserie è Oscar Isaac per l’eccellente Show Me A Hero della HBO.
Lo scettro di drama televisivo lo conquista Mr. Robot, una delle novità più incisive e apprezzate della passata stagione, che si aggiudica anche il riconoscimento al migliore attore non protagonista (Christian Slater). A chiudere un pezzo di storia del piccolo schermo è il Golden Globe a Jon Hamm per il suo Don Draper, icona tv del decennio e ultima statuetta di sempre a quel capolavoro che è stato Mad Men.