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Com’è il nuovo Late Show di Stephen Colbert

Comico diverso, band diversa, modalità diverse, ma non sentirete la mancanza di David Letterman
Stephen Colbert

Stephen Colbert

La seconda serata del canale americano CBS di martedì 8 settembre 2015 era particolarmente attesa: da più di un anno si sapeva che David Letterman avrebbe lasciato la fascia oraria dalle 23.35 occupata per 22 anni dal suo Late Show, e si sapeva che a sostituirlo sarebbe arrivato Stephen Colbert, comico ex host di un night show di Comedy Central, The Colbert Report. Così c’è stato più di un anno per speculare sul Colbert, giudicare tutta la sua produzione passata, temere rispetto alla scelta del network di prendere qualcuno che ha sempre presentato nei panni di un personaggio – il Stephen Colbert che presentava lo show era un folle conservatore ricco. Poi finalmente è arrivata la prima puntata di The Late Show with Stephen Colbert, e ovviamente è stato all’altezza delle aspettative – anche se come ha raccontato Colbert all’inizio della puntata di ieri sera, l’episodio rischiava di non andare in onda per problemi tecnici.

Non è la rivoluzione del late show, ma è sicuramente qualcosa di nuovo: Stephen Colbert è principalmente un attore comico, non il classico stand up comedian – e Colbert lo esplicita subito dopo il primo pezzo, “Come fanno a stare in piedi tutto quel tempo?”. La sua comicità è fisica, fatta di autolesionismo e gestione perfetta dei tempi, e grazie all’esperienza del Colbert Report è anche un ottimo intervistatore, come dimostra con il candidato repubblicano Jeb Bush, in cui con tono divertito chiede “Sarai diverso da tuo fratello?”, ma subito pretende una risposta seria. Il vantaggio di essere un attore gli permette di gestire sia situazioni in esterno, come l’intro con l’inno americano e il cameo del suo primo “datore di lavoro” Jon Stewart, che quelle dietro la scrivania, nel segmento dedicato a Trump e nella gag nonsense sull’amuleto satanico che lo costringe a presentare lo sponsor della puntata. E la sua intromissione nel numero musicale di fine puntata va liscia come l’olio, dimostrando che Colbert è un vero show man.

Ma che fosse bravo era ovvio, il fatto è che la scelta di prendere qualcuno che fosse comicamente diverso da Letterman per quanto fosse rischioso era anche l’unica scelta possibile per evitare che si sentisse la mancanza di un mostro sacro. Il programma non è un calco del precedente, cosa che non è successa in altri casi, come quando Conan O’Brien ha sostituito Letterman sulla NBC – ma Conan era un autore comico e aveva bisogno di un modello da seguire.

L’unica continuità con il precedente Late Show che si spera resista è la replica sottotitolata il giorno dopo su Rai 5, che per il momento latita.

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