Daniel Day-Lewis tornerà a recitare dopo sette anni lontano dal grande schermo: sarà il protagonista di Anemone, che segna il debutto alla regia di suo figlio, Ronan Day-Lewis.
I due hanno scritto insieme il film, un’esplorazione delle intricate relazioni tra padri, figli e fratelli, nonché delle “dinamiche dei legami familiari”. Tornando su un set per la prima volta da Il filo nascosto del 2017, Daniel Day-Lewis guiderà il cast, composto anche da Sean Bean, Samantha Morton, Samuel Bottomley e Safia Oakley-Green.
“Non potremmo essere più entusiasti di collaborare con un brillante artista visivo come Ronan Day-Lewis nel suo primo lungometraggio insieme a Daniel Day-Lewis”, ha dichiarato in una nota il presidente di Focus Features, Peter Kujawski. “Hanno scritto una sceneggiatura davvero eccezionale e non vediamo l’ora di portare la loro visione condivisa al pubblico insieme al team di Plan B”. Anemoneinfatti riunisce Daniel Day-Lewis con Focus Features, lo studio dietro anche a Il filo nascosto.
Ronan Day-Lewis, 26 anni, è un pittore la cui mostra personale internazionale di debutto si aprirà il 2 ottobre a Hong Kong prima di fare tappa a New York e Los Angeles. E Daniel è l’unico interprete ad aver mai vinto tre Oscar come miglior attore per Lincoln di Steven Spielberg, Il petroliere di Paul Thomas Anderson e Il mio piede sinistro di Jim Sheridan. Ha ricevuto nomination anche per Gangs of New York e Nel nome del padre.
Daniel Day-Lewis aveva annunciato che avrebbe smesso di recitare nel 2017 prima dell’uscita di Il filo nascosto, anche se non aveva detto nulla sulle motivazioni. “È immensamente grato a tutti i suoi collaboratori e al pubblico nel corso di questi anni”, aveva detto un portavoce dell’attore in una nota. “Questa è una decisione privata e né lui né i suoi rappresentanti faranno ulteriori commenti”.
L’attore in seguito ha riflettuto sulla sua decisione di annunciare pubblicamente il suo ritiro, spiegando alla rivista W: “Prima di realizzare Il filo nascosto, non sapevo che avrei smesso di recitare. E sapevo anche che era insolito annunciarlo, ma volevo tracciare una linea. Non volevo essere risucchiato in un altro progetto. Per tutta la vita non ho fatto altro che parlare di come avrei dovuto smettere di recitare, e non so perché questa volta fosse diverso, ma l’impulso di smettere ha messo radici in me, ed è diventata una compulsione. Era qualcosa che dovevo fare”.