La star di Harry Potter Daniel Radcliffe, durante un’intervista per la televisione britannica, è voluto ritornare sulle polemiche scatenatesi lo scorso febbraio in seguito alle nomination per gli Oscar, esplose a causa della mancata presenza di attori di colore nella lista dei candidati al premio.
La cerimonia di premiazione fu boicottata da numerosi personaggi di spicco, tra cui Dustin Hoffman e il regista Spike Lee, mentre fuori dal Chinese Theatre decine di manifestanti accusavano di razzismo l’industria cinematografica.
«Ci piace pensare di far parte di un mondo liberale che in realtà è ancora molto arretrato – ha affermato Radcliffe – il razzismo di Hollywood è innegabile».
L’ex maghetto del cinema ha aggiunto quanto sia difficile per gli attori omosessuali fare coming out dato che, crede, “gli verrebbero offerti solamente ruoli gay”.
L’attore si è detto anche molto preoccupato dell’ascesa politica di Donald Trump, e ha confessato di sentirsi “spaventato e schifato”.
Radcliffe, fresco del successo di Imperium, in cui recita nei panni dell’agente FBI Micheal German – che trascorse anni sotto copertura all’interno di un gruppo neonazista – ha anche voluto commentare i rumors che lo vorrebbero protagonista dell’eventuale trasposizione cinematografica dell’opera teatrale Harry Potter and the Cursed Child, andata in scena in anteprima sul palco del Palace Theatre di Londra il 7 giugno scorso: «Nessuno me lo ha chiesto e non penso che a questo punto della mia carriera farei un altro Harry Potter; sono passati sei anni dall’ultimo film della saga e sono molto felice di esser riuscito a recitare molte altre parti».
«Forse fra 30 anni – ha aggiunto Radcliffe – potrei pensarla diversamente; se facessero un remake potrei interpretare il padre di Harry o qualcosa del genere».