Due chiacchere con Daredevil e Iron Fist | Rolling Stone Italia
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Due chiacchere con Daredevil e Iron Fist

Abbiamo incontrato Charlie Cox e Finn Jones a Londra per parlare dei 'Defenders' e non solo

daredevil e iron fist

Entrano nella stanza ed è subito show. Charlie Cox, a.k.a. Daredevil, e Finn Jones, ovvero Iron Fist (e prima Loras Tyrell di Game of Thrones), si divertono di brutto a promuovere The Defenders. E si vede.
Sul tavolo ci sono i telefoni di otto giornalisti pronti a registrare l’intervista: «Ma state facendo un gioco?! Mettiamo anche i nostri!» ridono mentre appoggiano gli smartphone vicino ai bicchieri. «Vuoi dell’acqua frizzante?» chiede Cox a Jones e lui: «Adorerei dell’acqua frizzante, caro, mi conosci così bene». Ridono ancora, ridiamo tutti.

The Defenders

Potrebbero continuare così all’infinito, a saltare l’uno sulla voce dell’altro. E in effetti sarà così per tutto il tempo a disposizione. Prima domanda: «Perché tutti dovrebbero guardare questa serie?». «Non vi forzeremo a guardarla» inizia Jones. «Non è vero, se non lo farete ci infileremo i costumi da supereroi e vi troveremo» minaccia il diavolo di Hell’s Kitchen.
«È divertente, sono i vostri quattro supereroi preferiti che si riuniscono per affrontare una minaccia più grande di loro. Ho detto tutto!» scherza l’interprete di Pugno d’acciaio. E Charlie aggiunge: «C’è una percentuale di persone che magari ha visto solo una o due delle rispettive serie sui nostri personaggi. E quindi si è voluto fare qualcosa che potesse piacere a chi ha guardato uno degli show o magari nessuno. Ma non era facile perché c’era il rischio di annoiare quelli che invece sono i fan».

Mettere insieme quattro character come Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist non era facile, spiega Finn: «Siamo andati d’accordissimo da subito e non era per nulla scontato, come attori siamo dei team player, lavorando in questo mondo sappiamo tutti quanta fatica c’è dietro a uno show, ma se parliamo dei nostri personaggi non è stata per niente una passeggiata». E anche lo show runner Marco Ramirez (che ha scritto anche la seconda stagione di Daredevil) ce lo conferma: «Pensi che riunire quattro star sia un incubo, avevo paura che Mike Colter lanciasse Charlie Cox per la stanza o che Krysten Ritter picchiasse Finn… E invece nulla, sono stati fantastici. Non si erano mai incontrati e non sapevo se ci sarebbe stata della chimica tra di loro, ho solo incrociato le dita. Alla prima lettura del copione ho tirato un sospiro di sollievo: “Ok, sono divertenti insieme, sono grandi”». E i Defenders si devono confrontare con una cattiva d’eccezione, Sigourney Weaver: «È molto generosa, super professionale, la sua presenza in una scena alzava la posta in gioco» afferma Jones.

The Defenders Sigourney Weaver

Tocca a qualche aneddoto dal set: «Eravamo seduti in attesa di girare» racconta Charlie Cox «Guardo Finn e vedo che sta leggendo un copione, mi dice che è quello del sesto episodio. Io non ce l’ho, me lo recuperano e mi metto a leggere, ma lui è avanti di 15 pagine. E inizia a commentare: “Wow! No, non è possibile” e “Oh cavolo, combattiamo…” e poi “Vinco io”». Continuano a ridere.

Quello che colpisce della serie è che ogni personaggio mantiene i colori e i toni del suo show: «Dopo quattro anni di anticipazioni non potevamo di colpo metterli seduti a un tavolo tutti insieme dopo soli 5 minuti dall’inizio» svela Ramirez «I personaggi dovevano arrivare in maniera organica ai Defenders, abbiamo dovuto prenderci il tempo necessario, i loro mondi sono stati ripresi con le stesse lenti e nello stesso stile ma l’universo di Luke è giallo e dorato mentre quello di Jessica è blu e quello di Daredavil rosso. Quando iniziano ad incrociarsi lo show sembra costruirsi davanti agli occhi e nel momento in cui si trovano insieme è come se si guardasse la prima scena della serie, almeno visivamente».

Entrare nei panni di un Defenders richiede disciplina confessa Charlie: «Due mesi prima dello show vado in palestra tutti i giorni e cerco di mettere su peso e muscoli. Ma per me è più facile fare le scene d’azione rispetto a Finn perché il suo personaggio ha una tecnica molto precisa, lui è fantastico. Matt Murdoch invece è uno da strada e le coreografie con cui mi devo confrontare sono semplici. Le mie sequenze sono tipo: pugno, pugno, calcio, pugno, pugno, calcio. Gli stunt di Iron Fist invece iniziavano: “Dai un pugno in questo modo e poi fai questa cosa”. Finn la faceva benissimo. E loro: “ Sì, ma dev’essere un po’ più…”». Ma la più tosta nella realtà è Krysten Ritter, alias Jessica Jones, ammette Finn : «Oh lei farebbe il culo a tutti, è una dura, niente da fare per noi».

Parliamo di musica: «Questa è roba di Finn che si porta una cassa ovunque, anche al trucco, io cerco di meditare e lui spara brani a volume altissimo» racconta Cox. Quale sarebbe la playlist ideale di Iron Fist? «Outkast prima maniera, un po’ di Wu-Tang Clan, tanto hip-hop trip-hop nineties come De La Soul e A Tribe Called Quest». E quella di Daredevil? «Suppongo che sia un po’ diversa. Credo che Matt ascolti Michael Bolton (ride) Ennio Morricone, pezzi epici da grandi film come la colonna sonora di The Mission».

Grazie al lavoro fatto dai creatori di Luke Cage la musica ha un ruolo importantissimo anche in questa serie come ci spiega Marco Ramirez: «John Paesano ha fatto lo score anche per Daredevil e voleva che suonasse più grande, orchestrale, cinematografico, quindi ha portato musicisti classici e violoncelli. Per quel che riguarda la soundtrack volevo che i Defenders avessero una loro personalità musicale, uno street level New York sound».

Il tempo sta per scadere e qualcuno chiede a Charlie Cox: «È una domanda molto frequente ma farai mai un film come Daredevil?». «Pensi che ci siano molte possibilità che oggi risponda diversamente da come ho fatto finora?» ride «Non ne ho idea, non c’è stato nessun contatto, so che siamo molto impegnati e credo che per fare un film degli Avengers ci voglia tempo, sarebbe bellissimo se ci invitassero a farne parte anche solo per un minuto».

Ultima domanda: «Ci raccontate qualcosa che non sappiamo di voi?» «C’è una ragione se non sapete» scherza Charlie. Il clima di cazzeggio continua. Finn prova a non esporsi: «Amo la musica» ma Cox non perdona «Non vale, lo abbiamo detto poco fa» e continua «Mi piace cucinare». «Anche a me!» ribatte l’altro.
«Ma questa è una cosa mia!» finge di arrabbiarsi Daredevil
«Vabbè ma io faccio degli spaghetti alla bolognese buonissimi!». Iron Fist ride, ridiamo tutti. Da venti minuti.