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È arrivato il momento di difendere Kevin Spacey?

Il documentario dal titolo ‘Spacey Unmasked’ lo inchioda di nuovo, e lui si difende ancora dalle accuse di molestie. Intanto, per la prima volta dopo anni, tante star si schierano pubblicamente in suo favore, da Liam Neeson a Stephen Fry, fino a Sharon Stone. Che dice: «È un genio, il cinema ha bisogno di lui»

Foto: Scott Eisen/Getty Images

Continua a tirare un’ariaccia su Kevin Spacey, che ormai dal 2017 vive il suo personale MeToo e viene accusato ciclicamente di molestie sessuali da parte di attori e addetti ai lavori con i quali negli anni, tra Stati Uniti e Regno Unito, avrebbe avuto comportamenti inappropriati, spesso con la promessa di far fare loro carriera. Lui ha ammesso di soffrire di una dipendenza dal sesso, ma per il resto si è sempre professato innocente, dicendo che le vittime erano consenzienti o di non aver mai commesso niente di illegale. E a un certo punto, la scorsa estate, la storia sembrava sorridergli: a Londra, per fatti risalenti ai primi Duemila, era stato giudicato non colpevole, mentre nel 2022 era stato prosciolto da tutti i capi d’imputazione negli Stati Uniti. Insomma, pareva sul punto di uscire dall’oblio, ma qualcosa evidentemente non torna.

O almeno questo fa pensare un nuovo documentario in due parti appena uscito in Inghilterra, dal titolo Spacey Unmasked. Prodotto Channel 4, si trova in streaming su Max e raccoglie altre dieci testimonianze, prevalentemente di persone che sarebbero state molestate dall’attore due volte premio Oscar. Di queste, nove non avevano mai parlato prima, e in ogni caso nessuna è stata coinvolta nel fatidico processo del 2023. Di più: tra gli intervistati c’è chi dice quella sentenza è stata «come ricevere un pugno in faccia», e che «anche se non ha commesso un crimine, il suo comportamento non è eticamente accettabile».

In generale, nel documentario si vedono per lo più attori maschi eterosessuali – la prospettiva di «cambiarli», dicono, lo eccitava – che all’epoca dei fatti erano giovanissimi e in cerca di successo. Sarebbero stati tutti circuiti da Spacey con la promessa di avere un grande futuro, salvo poi scoprire che l’attore non chiedeva altro che favori sessuali, spesso in maniera violenta e inopportuna, sul set e fuori. «Mi sentivo», dice uno degli intervistati, «come se stessi fissando un mostro senz’anima». Ma c’è anche chi descrive uno Spacey molesto già da debuttante, forse per una rabbia repressa. «Se poteva farmi questo quando non aveva potere, cosa farà da famoso?», dice un testimone ricordando scene addirittura del 1981. Una teoria, questa della rabbia repressa, che in parte sottintende anche il fratello di Spacey, Randy. Da piccolo è stato a sua volta abusato dal padre, che organizzava riunioni naziste in casa. «Kevin non è stato molestato», precisa, «ma è rimasto comunque traumatizzato».

L’attore ha ovviamente preso malissimo l’operazione, attaccando Channel 4 per avergli concesso «appena una settimana» di tempo – viene da sé, rispetto alla prima internazionale – per rispondere a queste nuove accuse «anonime», che risalgono anche a decine d’anni fa. «Non mi farò attaccare da questo documentario unilaterale», ha scritto su X. «Ma quando ho avuto tempo e modo di farlo, ogni volta sono riuscito a procurarmi prove che smentissero le accuse, per le quali sono sempre stato giudicato innocente». In un’intervista poi si è scusato di nuovo per essere stato «fastidioso» e «insistente» in passato, ma ha ribadito di non aver mai sforato nell’illegalità.

In generale è sembrato più insofferente del solito alle accuse, probabilmente perché convinto che la luce in fondo al tunnel, stavolta, fosse davvero vicina. Anche se non si sa se sarà ancora un giudice a decidere su queste muove testimonianze, infatti, ciò che è certo è che, visti i precedenti, al di là di come andrà sul piano legale, la sua immagine è comunque macchiata, e la riabilitazione cominciata in queste settimane diventa ancor più difficile.

Anche per questo, diversi colleghi a lui storicamente vicini ora gli stanno manifestando una certa vicinanza. Liam Neeson, per esempio, l’ha definito «un brav’uomo e uno di carattere», dicendosi «molto triste» per l’esito del documentario. Per Sharon Stone, Spacey è semplicemente «un genio», e «non vediamo l’ora che torni a lavorare: il cinema ha bisogno di lui, sente tanto la sua mancanza». Stephen Fry, infine, ha giudicato inutile e ingeneroso Spacey Unmasked: «Come si può giustificare un documentario su delle accuse per fatti che non costituiscono un reato?».

Spacey, nel dubbio, è ormai lontano da Hollywood dal 2017, ma negli ultimi giorni è tornato in televisione dopo anni di silenzio, in un’intervista con Chris Cuomo per NewsNation. «Son contento che molti si sono fatti avanti per difendermi. Tanti altri l’hanno fatto in privato, ma hanno paura a parlarne in pubblico», ha detto. La ruota, pensa, sta girando anche per lui. «In questi anni ho cercato solo di proteggere la mia vita personale. Ne sono uscito migliore: più amorevole e comprensivo, non arrabbiato o rancoroso. Ora chiedo solo di tornare a lavorare». Spacey Unmasked permettendo, s’intende.

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