Jake LaMotta, ovvero il leggendario Toro Scatenato interpretato sul grande schermo da Robert De Niro, è morto all’età di 96 anni in una casa di riposo per le complicazioni dovute ad una polmonite, come ha confermato una delle figlie.
Il pugile italo-americano (il padre era originario di Messina) è nato nel Bronx ed è stato campione mondiale dei pesi medi dal 1949 al 1951, uno dei più grandi di sempre. La Motta deve il soprannome al suo stile di combattimento, aggressivo proprio perché veniva dalla strada. Nella sua carriera ha totalizzato 83 vittorie (30 per KO), 19 sconfitte e 4 pareggi ed è stato il primo a battere Sugar Ray Robinson, mettendolo al tappeto durante il primo round del loro incontro inaugurale e dando il via ad una leggendaria rivalità sportiva che durò sei match.
Cinque di questi furono vinti dal boxeur di colore, compreso l’ultimo, quello del 14 febbraio 1951, noto come “il Massacro di San Valentino”, quando Robinson vinse per KO tecnico al tredicesimo round, lasciando LaMotta sfinito sulle corde e incapace di difendere il titolo mondiale.
Il pugile è celebre anche per la testimonianza depositata nel 1960 presso il “Comitato parlamentare sulla criminalità organizzata” a proposito dell’influenza della mafia sul mondo della boxe. Dopo il ritiro comprò alcuni locali e iniziò una nuova vita come performer di cabaret (straordinari i monologhi in camerino di De Niro).
Nel 1970 scrisse la sua autobiografia Raging Bull: My Story, che nel 1980 ispirò il film adattato per il grande schermo da Paul Schrader e Mardik Martin e diretto da Martin Scorsese. Per la sua interpretazione di Jake LaMotta, considerata una delle migliori performance della storia del cinema, Robert De Niro vinse il suo secondo premio Oscar.