Il maestro sudcoreano Kim Ki-duk è morto in Lettonia, in seguito a complicazioni legate al Covid-19. Aveva 59 anni. Lo annuncia il sito lettone Delfi.lt.
Kim Ki-duk era arrivato in Lettonia il 20 novembre: il direttore dell’Art Doc Fest di Riga, Vitalijs Manskis, ha dichiarato che stava per acquistare una casa a Jurmala e richiedere un permesso di soggiorno, ma non si era presentato all’incontro. Da alcuni giorni il suo entourage aveva perso i contatti. Successivamente, i suoi collaboratori avevano iniziato a cercarlo negli ospedali, riferisce sempre Delfi. La morte del regista è stata confermata anche dalla sua interprete Daria Krutova.
Kim Ki-duk era nato il 20 dicembre 1960 a Bonghwa, nel nord della provincia del Gyeongsang, nella Corea del Sud. Dopo aver frequentato una scuola professionale a Seoul per poter lavorare nel settore agricolo, a causa di problemi in famiglia si arruola nell’esercito, esperienza che influenzerà tutta la sua opera. Abbandonata la Corea per seguire la sua vocazione artistica, inizia a scrivere per il cinema a Parigi. Nel 1992 torna in patria, dove vince il premio della Korea Film Commission per la migliore sceneggiatura di Jaywalking, e debutta alla regia l’anno seguente con The Crocodile. Nel 1997 è sceneggiatore, scenografo e regista di Wild Animals e nel 1998 di Birdcage Inn.
Nel 2000, grazie a L’isola, lo scopre anche la Mostra del Cinema di Venezia, dove poi vincerà il Leone d’argento per la miglior regia con Ferro 3 – La casa vuota nel 2004 (anno in cui, con La samaritana, conquista anche l’Orso d’argento per la miglior regia a Berlino) e il Leone d’oro con Pietà nel 2012. Il 2004 è anche l’anno del suo primo grande successo nelle sale italiane: Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera, girato nel 2003 e ad oggi uno dei suoi titoli più amati.
Dopo anni di produzione forsennata – L’arco (2005), Time (2006), Soffio (2007), Dream (2008), Rough Cat (2008) – nel 2011 arriva Arirang, frutto del lungo periodo di silenzio e crisi artistica. Kim Ki-duk torna alla Biennale di Venezia nel 2013 con Moebius e nel 2016 con Il prigioniero coreano, distribuito nelle sale italiane nel 2018.