Franca Valeri ha rilasciato una nuova intervista, al Corriere, in cui si racconta come non faceva da tempo. Da quando era una bambina, con i nonni, passando per la guerra, fino alla pandemia e alla morte: «voglio proprio vedere cosa c’è dall’altra parte». 100 anni il prossimo 31 luglio, una vita ricchissima di teatro, cinema, televisione. Ma non senza terribili ricordi: «Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse. Fu il momento più brutto della mia vita».
Prima che iniziasse la guerra, il padre e il fratello fuggirono in Svizzera. Lei rimase qui, con la madre, ma dovette nascondersi quando arrivarono i nazisti. «Per passare il tempo leggevo la Recherche di Proust. Senza la guerra forse non sarei mai riuscita a finirla». C’è il ricordo anche di quando andò a verificare lei stessa se il Duce fosse morto, in piazzale Loreto: «Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo».