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Franca Valeri: «Vidi Mussolini morto, ma non provai pietà. Avevamo sofferto troppo»

L'artista, 100 anni il prossimo 31 luglio, racconta in una lunga intervista al Corriere alcuni dei momenti più importanti della sua vita. Tra bei ricordi e l'incubo della guerra

Franca Valeri, foto di Stefania D'Alessandro/Getty Images

Franca Valeri ha rilasciato una nuova intervista, al Corriere, in cui si racconta come non faceva da tempo. Da quando era una bambina, con i nonni, passando per la guerra, fino alla pandemia e alla morte: «voglio proprio vedere cosa c’è dall’altra parte». 100 anni il prossimo 31 luglio, una vita ricchissima di teatro, cinema, televisione. Ma non senza terribili ricordi: «Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse. Fu il momento più brutto della mia vita».

Prima che iniziasse la guerra, il padre e il fratello fuggirono in Svizzera. Lei rimase qui, con la madre, ma dovette nascondersi quando arrivarono i nazisti. «Per passare il tempo leggevo la Recherche di Proust. Senza la guerra forse non sarei mai riuscita a finirla». C’è il ricordo anche di quando andò a verificare lei stessa se il Duce fosse morto, in piazzale Loreto: «Mia mamma era disperata a sapermi in giro da sola. In quei giorni a Milano si sparava ancora per strada. Ma io volevo vedere se il Duce era davvero morto. E vuol sapere se ho provato pietà? No. Nessuna pietà. Ora è comodo giudicare a distanza. Bisogna averle vissute, le cose. E noi avevamo sofferto troppo».

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