Quando si parla di serie tv, non è facile superare lo scetticismo del pubblico italiano. Forse siamo troppo abituati alla serialità americana, forse guardiamo la nostra tv con troppo scetticismo, come se fossimo condannati all’esterofilia. Per fortuna le cose stanno cambiando, perché trascinati dal successo di Gomorra e The Young Pope, un’intera generazione di autori e attori si è aperta una breccia nel nostro binge watching quotidiano.
Noi ne abbiamo scelti quattro, protagonisti del servizio pubblicato nel numero di Rolling Stone di Giugno, e del video backstage che trovate in cima all’articolo. C’è Andrea Arcangeli, 24 anni, che in Trust si è fatto dirigere da Danny Boyle: «Rideva fortissimo durante le scene e non era facile rimanere concentrati». Angela Curri, invece, sogna il grande schermo ma sa che il confine con la tv «non esiste più, anzi. È un’occasione per ampliare personaggi e storia», esattamente come ha fatto in La mafia uccide d’estate – La serie.
Poi Eduardo Valdarnini, il Lele di Suburra – La serie, un successo che ha sconfinato in oltre 190 paesi: «Robetta, insomma. Lo stress mi è arrivato di colpo il giorno di uscita della prima stagione: è stata una botta meravigliosa». Infine Giulia Schiavo, una delle protagoniste di Skam Italia, versione norvegese dello show che più di tutti ha spezzato le regole della serialità. «Ogni personaggio è un’avventura profonda, perché non c’è ruolo grande o piccolo, dipende da come lo fai. Skam è una serie verace, senza filtri».