Se sul palco del Madison Square Garden, davanti a ventimila e passa fan adoranti, è un’autentica popstar traboccante di spavalderia e sfrontatezza, l’Harry Styles in versione attore è capace di trasformarsi in un mostro di pacatezza e umiltà. Domenica 11 settembre Styles ha ricevuto il suo primo riconoscimento al Toronto Film Festival per il dramma LGBT My Policeman, diretto da Michael Grandage e prodotto da Amazon Studios, in cui recita al fianco di Emma Corrin, Rupert Everett e altri volti del cinema britannico.
Un’interpretazione da standing ovation, la sua, almeno stando alle cronache dall’evento canadese: Harry e il cast di My Policeman hanno vinto l’Actor Award per la loro performance, e c’è chi già parla di una possibile candidatura agli Oscar di Styles come migliore attore non protagonista.
«Grazie mille a tutti per questo meraviglioso, meraviglioso premio. Il motivo per cui la storia è così devastante è che, in definitiva, parla del tempo perduto, e io credo che il tempo perduto sia la cosa più devastante di tutte. Non lo possiamo controllare, non lo possiamo riavere. È l’unica cosa importante – qualunque tipo di vita sia stata vissuta – quando alla fine si ripensa al tempo passato con le persone che si sono amate».
Decisamente un diverso tenore di reazioni e commenti rispetto alla presentazione veneziana di Don’t Worry Darling, dove il suo Jack Chambers ha suscitato svariate perplessità, per non dire vere e proprie stroncature. «D’altronde è giusto così, non gli può mica riuscire bene tutto» era il commento più sentito fuori dalla Sala Darsena, ma ora sorge il dubbio: e se in realtà quello nel film di Olivia Wilde fosse stato uno scivolone e lui fosse in realtà un bravo attore?
Ai posteri – ehm, al pubblico – l’ardua sentenza: il 22 settembre al cinema per Don’t Worry Darling; il 4 novembre su Prime Video per My Policeman. Che siate fan, detrattori, scettici o semplicemente curiosi, fatevi sotto.