'Hotel Gagarin', il cinema è la fabbrica dei sogni | Rolling Stone Italia
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‘Hotel Gagarin’, il cinema è la fabbrica dei sogni

Abbiamo incontrato Luca Argentero, Claudio Amendola e tutto il cast dell'opera prima di Simone Spada ambientata in Armenia.

Credit: Andrea Miconi

Credit: Andrea Miconi

Ci sono film che fanno bene al cuore, perché a volte abbiamo bisogno di andare al cinema e uscirne semplicemente con un sorriso sulle labbra e la testa tra le nuvole. Hotel Gagarin è uno di quei film. Opera prima di Simone Spada, che ha alle spalle una lunga carriera come aiuto regista (tra gli altri di Caligari, Leo, Pieraccioni, Mainetti, Nunziante e lo stesso Amendola) racconta di un improbabile troupe che arriva in Armenia per girare un lungometraggio.

Ci sono il professore di storia e regista Nicola Speranza (Giuseppe Battiston), l’elettricista convertito a responsabile delle luci Elio (Claudio Amendola), l’operatore perennemente sballato Sergio (Luca Argentero), la prostituta promossa a protagonista Patrizia (Silvia D’Amico), la gelida producer Valeria (Barbora Bobulova), aiutata in loco da Kira (Caterina Shulha), ribelle che non vive bene la futura maternità.

E, naturalmente, come nella migliore tradizione della commedia, nulla va liscio: scoppia una guerra e il “produttore” (Tommaso Ragno) scappa con i soldi, abbandonando i protagonisti all’Hotel Gagarin del titolo, sperduto tra i boschi e la neve. Ma, come ricorda il personaggio di Battiston citando Lev Tolstoj ai compagni di viaggio: “Se vuoi essere felice, comincia”. E il cinema, fabbrica di sogni, è la cura, per i protagonisti e non solo.

Il cinema, fabbrica dei sogni
Amendola Il cinema è ancora la fabbrica dei sogni, nel momento in cui non dovesse esserlo più, ci dovremmo preoccupare. E spesso incanta pure i lavoratori dell’industria: mi è capitato di stare in scene con attori straordinari, mi viene in mente Albert Finney in Nostromo. Danno lo stop e la troupe resta così, ipnotizzata. È tantissima roba.

Claudio Amendola. Credit Andrea Miconi

Claudio Amendola. Credit Andrea Miconi

Spada C’è questo carrozzone zingaresco che va in giro, non può che esserci qualcosa di magico. Il cinema ti dà anche la possibilità di conoscere persone che mai avresti incontrato, arrivare in luoghi inaccessibili e fare cose impensabili.

Amendola Tipo mangiare la carbonara di Heinz Beck alla Pergola gratis, perché stavamo girando Suburra con Favino e ce l’hanno cucinata di pomeriggio. Costa 110 euro a porzione, quella è la fabbrica dei sogni (ride).

Argentero Il cinema è il luogo fisico in cui vedi sogni creati da altri, ma per me è il cinema è un sogno personale, fare questo lavoro, vivere così è un sogno.

Bobulova Se il cinema morisse penso che sarebbe una catastrofe, io non riesco ad immaginare me stessa senza. Credo che ne avremo sempre più bisogno, perché stiamo sprofondando nel baratro dei social.

Barbora Bobulova. Credit Andrea Miconi

Barbora Bobulova. Credit Andrea Miconi

D’Amico Non siamo più abituati a sognare, ma piuttosto a cercare di far aderire la nostra immagine a quella virtuale, il sogno è una stimolazione completamente diversa, bisogna ricominciare a sognare, ma degli spazi larghi, come l’Armenia.

Shulha Siamo arrivati là per questo film e che abbiamo fatto fantasticare le persone che abbiamo incontrato: per la prima volta hanno visto cos’è il cinema, cos’è la macchina da presa, cosa sono gli attori. Nel nostro piccolo abbiamo già fatto sognare un sacco di gente con questo viaggio e abbiamo lasciato bellissimi ricordi.

Girare a -24 gradi
Bobulova Io sono stata da Dio, per me è più fastidioso il freddo di Roma che quello dell’Armenia perché è più secco e piacevole, ma anche Caterina…

Shulha Sì, anche io bene. Tra gli ormoni della gravidanza (durante le riprese Caterina era incinta del suo primo figlio, nda) e le mie origini a volte avevo pure caldo con quel giubbotto di pelle.

D’Amico Posso dirti da romana che è un freddo diverso da quello che siamo abituati a conoscere, ti rinvigorisce, ti dà energia.

Bobulova Ma che stai a dì?! Se stavate tutto il giorno tipo: “Oddio che freddo!“.

Amendola Io mi sono lamentato dal primo all’ultimo giorno. Poi quando riguardi le foto sorridi, perché rivedi quei i paesaggi da paura e ti ricordi solo le cose divertenti. Che ne so, Battiston che bestemmiava per il freddo fa ridere da morire oggi a ripensarci.

Spada A volte mi sono sentito quasi in colpa per averli portati là, poi alla fine dimentichi le situazioni difficili, rimane solo il bello.

Simone Spada. Credit Andrea Miconi

Simone Spada. Credit Andrea Miconi

Esperienze assurde sul set
D’Amico Per questo film ho dovuto imparare ad andare a cavallo ed è stata l’esperienza più assurda di tutta la mia vita, sono una persona molto temeraria (ride) e quindi ho fatto un mese di lezione quasi tutti i giorni a Capannelle con il top degli allenatori. Dopo che mi ero imparata tutto, arriviamo in Armenia e mi danno una cavalla incinta, un po’ allo stato brado. E i segnali ovviamente erano all’opposto.

Silvia D'Amico. Credit Andrea Miconi

Silvia D’Amico. Credit Andrea Miconi

Argentero Più che sul set, nell’hotel che ci ospitava nella seconda parte del film: eravamo in mezzo alla montagne e stavano costruendo un delfinario dentro all’albergo in Armenia, con mezzo metro di neve fuori!

Bobulova L’esperienza più assurda l’ho avuta sul set di Scialla: Francesco Bruni a un certo punto mi dice che dobbiamo giare questo contributo per il mio personaggio che è un ex porno diva. Dovevamo vederla mentre si preparava a fare un blowjob…

Se vuoi essere felice, comincia
Shulha È difficile, io me lo ripeto ogni giorno e quasi mai ci riesco, ci vuole coraggio anche solo a pensarci.


Spada L’ho pensato quando li ho visti arrivare tutti quanti a Yerevan in aereo alle due di notte, sbarcare nel freddo con i loro bagagli, qualcuno si è anche perso. Il messaggio del film è: la felicità spetta a noi.

Argentero Io sono nato felice, da testimonianza di mamma. Sempre stato felice, ho fatto fatica ad avere dei momenti di infelicità, a un certo punto li cercavo disperatamente ma non li trovavo, poi la vita qualcuno te lo regala. Però sono proprio arrivato al mondo felice.

Luca Argentero. Credit: Andrea Miconi

Luca Argentero. Credit: Andrea Miconi

Amendola Devo darti la stessa risposta: sono nato felice e sono voluto rimanere tale anche nei momenti in cui non avrei dovuto. E questo l’ho pagato più tardi: la felicità per forza ti fa un po’ distrarre.

Colonna sonora, playlist e Aznavour
Le musiche di Hotel Gagarin sono a cura di Maurizio Filardo ma ci sono alcuni brani iconici utilizzati nel film.

Spada Paradise me l’ha fatta sentire un amico e l’ho trovata meravigliosa, mi piaceva per il testo e questa versione un po’ balcanica dei Figli di Madre Ignota era davvero adeguata. Di Vecchioni ne abbiamo parlato con Claudio, perché avevo bisogno di un pezzo da ballare, un brano italiano che fosse anche storico, visto che in ex Unione Sovietica molti nostri autori sono diventati famosi: Cutugno, Ramazzotti, la Carrà, Albano e Romina. Poi è venuta fuori Samarcanda che era un po’ più mia ed è insieme allegra e struggente. Infine il pezzo in chiusura degli M83 è perfetto, è un’apertura verso il sogno.

Argentero A volte ho una playlist del personaggio, ma in questo caso no, Sergio è troppo pigro per mettersi a farla…

Bobulova Mi faccio sempre una compilation per i miei ruoli e questa volta mi ero innamorata di Adele.

Shulha Ascolto un po’ di tutto ma adesso che sono mamma nella mia playlist c’è lo Zecchino d’Oro, sono proprio al massimo de La pappa col pomodoro (ride).

Caterina Shulha. Credit Andrea Miconi

Caterina Shulha. Credit Andrea Miconi

D’Amico Io ho fatto un viaggio filologico, depurativo da tutte le altre musiche grazie a Giuseppe Battiston. Mi ha regalato un cd che custodisco come una reliquia e che metto quando mi voglio sentire in Armenia: quello di Charles Aznavour.

Amendola Ho due risposte: una è che in questo film c’era Maurizio Nardi, il truccatore, che ha le meglio playlist del cinema. In più io ho la mia che è sempre quella: il pezzo più moderno è del ’71, non riesco a fare un passo in avanti.

Argentero Ma come, non ascolti Sfera Ebbasta?!

(E Claudio sfoggia sull’avambraccio sinistro il tatuaggio del Pink Floyd).
Amendola Abito a 25 metri dalla mostra dei Pink Floyd al Macro, non vedo l’ora di tornare a Roma per andare.


Roma-Juve
Simone, Luca e Claudio hanno lavorato spesso insieme e sono parecchio legati. Resta il tempo per l’immancabile battuta sul calcio, dopo lo scontro Roma-Juve del 13 maggio, che ha portato i bianconeri al settimo scudetto consecutivo con una giornata di anticipo.

Spada Basta, non è successo niente, sono sette anni che non succede niente.

Argentero Non ho niente da dire (sorride).

Amendola Questo sodalizio dura anche perché Luca è uno juventino sui generis. Quelle poche volte in cui abbiamo occasione di prenderlo in giro, si presta e gli scarichiamo addosso di tutto! È un signore.

Spada Sì, però poi tanto vince lui.
(risate)