Che Hugh Hefner, il mitico fondatore di Playboy, fosse un amante del sesso è un aspetto scontato della sua biografia. Ma che sia arrivato a fare sesso persino con un cane è una circostanza che di certo non ci si poteva aspettare. E non sarebbe accaduto una sola volta. Questa è solo una delle (mille) perversioni che stanno emergendo dal documentario di A&E Secrets of Playboy, che sarà trasmesso negli Stati Uniti tra qualche giorno. «L’ho visto con il mio cane e gli ho detto: “Cosa stai facendo?”. Sono rimasta scioccata. Mi ha lasciato intendere che fosse solo una cosa una tantum, che stesse scherzando. Ma non l’ho mai più lasciato solo con il mio cane».
A parlare è l’ex modella e playmate Sondra Theodore, oggi 65enne, che con questo aneddoto ha confermato quanto sostenuto anche da altre fonti. Tanto che, a quanto pare, “Hef” avrebbe chiesto più volte alle sue “conigliette” di fare sesso con i cani. Nelle dieci puntate viene approfondita la vita del noto editore, in particolare tra le quattro mura della “Playboy Mansion”, la villa del patron della rivista che per anni ha fatto sognare gli uomini di tutto il mondo.
Oltre a queste “curiosità”, non mancano orge e droga, così come una certa propensione del padrone di casa a registrare tutto ciò che avveniva nella sua magione al 10236 di Charing Cross Road, Holmby Hills, nell’area di Los Angeles. Non a caso, pare che inizialmente le partecipanti al doc avessero particolari timori a esporsi, visto che era risaputo che le telecamere interne alla villa hanno sempre registrato tutto ciò che avveniva. «Non avrei mai pensato di sentire cose così scioccanti», ha ammesso la regista Alexandra Dean.
Un documentario, il suo, che non era nato con intenti scandalistici, ma che, testimonianza dopo testimonianza, ha scoperchiato un vaso di Pandora pieno di degenerazioni. «Pensavo sarebbe stato divertente e un po’ leggero, ma quando ho iniziato ad avere queste conversazioni il progetto si è trasformato di 180 gradi, da leggero a super critico», ha aggiunto la regista, che ha spiegato quale domanda le è sorta alla fine di questo lavoro: «Le nostre idee di femminilità emancipata, sessualità e libertà sessuale sono tutte racchiuse in Playboy. Ma un uomo come Hugh Hefner è adatto a esserne la definizione?».
Tra le ex “conigliette” che hanno partecipato ce ne sono di famosissime. Come Linda Lovelace, celebre anche come pornostar negli anni ’70 (vedi cult Gola profonda), la quale ha raccontato che Hefner le chiese di avere un rapporto orale con un pastore tedesco mentre era «ubriaca e drogata». Tra l’altro, niente di così segreto, visto che il video di quel momento si trova ancora oggi sul web. Ma quello che ha trasformato la “Playboy Mansion” da paradiso della libertà sessuale a villa degli orrori sono altre ricostruzioni.
«Hugh Hefner era un despota che pretendeva sesso di gruppo senza protezioni, tra droghe e abusi», ha detto un’altra playmate, e i membri vip dei nightclub di Playboy potevano «fare tutto quello che volevano». Tra loro, molti personaggi del mondo dello spettacolo come Bill Cosby, Tony Curtis, Wilt Chamberlain e Arnold Schwarzenegger.
Per il magnate del porno, inoltre, non erano eventi isolati, anzi, sembra che li pretendesse almeno cinque volte a settimana. E in queste orge di gruppo senza freni il rispetto per le donne era davvero ridotto ai minimi termini, come ha confermato ancora una volta Linda Lovelace: «Sono stata trattata come un pezzo di carne. Hug Hefner era un vampiro che, mascherandosi da paladino della libertà sessuale, manipolava e drogava le donne costringendole a partecipare a orge degradanti e pensando che fossero di sua proprietà». Il tutto condito da grandi quantità di droga.
Su questo aspetto, il racconto più dettagliato lo ha fornito Sondra Theodore, che ha spiegato quanto fossero importanti per il padrone di casa certe sostanze per sostenere un ritmo forsennato di sesso di gruppo che comprendeva sia uomini che donne. Ma nel documentario c’è anche chi difende il fondatore di Playboy. Tra loro Holly Madison, 42 anni, che dal 2001 al 2008 è stata sposata con “Hef” (insieme ad altre due donne contemporaneamente), che ha definito le orge come “giochi” che divertivano il magnate e che nel tempo trasformati in appuntamenti di “culto”.