L’anno scorso, mentre si trovava a Barcellona per girare un film, l’attrice Hunter Schafer aveva perso il passaporto dopo che le era stata rubata la borsa dall’auto. Dopo aver seguito tutte le procedure corrette per ottenere un passaporto d’emergenza, questa settimana si è recata all’Agenzia Passaporti di Los Angeles per ottenerne uno definitivo. Tuttavia, le informazioni sul suo documento non erano più le stesse.
«Ho compilato tutto come faccio normalmente», ha raccontato l’attrice in un video di otto minuti pubblicato sui social media. «Ho indicato ‘femmina’, e quando l’ho ritirato oggi, aprendolo, ho scoperto che avevano cambiato il marker in ‘maschio’».
Schafer era consapevole dell’ordine esecutivo firmato da Donald Trump nel suo primo giorno di mandato, che imponeva alle agenzie statali di riconoscere solo i generi assegnati alla nascita, tuttavia non l’aveva preso sul serio. «All’inizio pensavo: ‘Ci crederò quando lo vedrò’. Ora l’ho visto», ha commentato la star di Euphoria.
hunter schafer posted a 8 minute and 34 seconds long tiktok story about trump government and how it changed her passport gender from female to male. please listen carefully and with attention to everything she's saying. part one.pic.twitter.com/KVw1LwVCm9
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I documenti di Schafer riportano “femmina” sin da quando ha preso la patente da adolescente, ma il suo certificato di nascita non è mai stato aggiornato. «Tutto questo mi porta a credere che le agenzie responsabili dei passaporti ora siano obbligate a verificare i certificati di nascita», ha spiegato. «Non so esattamente cosa sia cambiato nel processo, ma è la prima volta che mi succede da quando ho cambiato il mio marker di genere. Stiamo parlando di quasi un decennio, e sono convinta che sia una conseguenza diretta dell’amministrazione attuale».
All’inizio del mese, l’American Civil Liberties Union ha intentato una causa contro Trump e il governo degli Stati Uniti, denunciando la nuova politica come “discriminatoria e pericolosa”. Il cambiamento normativo è solo uno dei tanti che prendono di mira le persone trans e non binarie, aumentando il senso di paura e insicurezza all’interno di queste comunità.
part three. pic.twitter.com/tlpUpphEKo
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«Sono spaventata dal modo in cui queste cose vengono implementate lentamente», ha commentato Schafer. «Come abbiamo visto nella storia con la nascita del fascismo, prima ci sono le parole, poi le azioni, e gradualmente iniziamo a normalizzare le circostanze in cui viviamo. È importante condividere che non sono solo parole: è reale, sta accadendo e nessuno è escluso, indipendentemente dal loro status, ricchezza, razza o bellezza».
Schafer non ha ancora dovuto usare il suo nuovo passaporto, ma prevede che dovrà “dichiararsi apertamente alle guardie di frontiera più spesso di quanto vorrebbe o di quanto sia necessario” durante i suoi prossimi viaggi all’estero. Questa nuova realtà per le persone trans è la dimostrazione tangibile di quanto un semplice segno su un documento possa complicare la vita quotidiana.
«Non me ne frega niente che abbiano messo una ‘M’ sul mio passaporto. Non cambia nulla di me o della mia identità trans. Ma rende la vita un po’ più difficile», ha affermato. «Pensando ad altre donne trans e persone trans a cui potrebbe accadere lo stesso, il numero delle difficoltà e delle ingiustizie non farà che aumentare».
final part. pic.twitter.com/TXNVt5mWcD
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L’attrice ha poi concluso: «Le persone trans sono meravigliose. Non smetteremo mai di esistere. Io non smetterò mai di essere trans. Una lettera su un passaporto non può cambiare questo. Fanculo questa amministrazione. Non so quale sia la soluzione, ma sentivo fosse importante condividere questa realtà».
Schafer, 26 anni, ha chiarito che il suo intento nel raccontare questa esperienza non è “diffondere paura, creare dramma o cercare consolazione”, ma piuttosto far conoscere le difficoltà che le persone trans in America stanno affrontando oggi, specialmente quelle che non rientrano negli standard della “donna trans celebre, bianca e magra che può aderire ai canoni di bellezza contemporanei”.