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La morale di “Inside Out”? Nella vita reale si prova Gioia solo attraverso il Disgusto

Abbiamo visto l'ultima fatica della Pixar. E dovreste farlo anche voi
Una immagine di "Inside Out"

Una immagine di "Inside Out"

Anche se mi romperete le palle, questa volta parto dalla fine.

Nella più pura tradizione Pixar, l’ultimo film della casa di produzione californiana Inside Out conclude la propria parabola con un guizzo geniale, chiarissimo e sparato senza filtri: nella vita non c’è gioia senza tristezza.

Talmente semplice da farci sorridere come degli imbecilli di fronte alle notifiche dello smartphone (solitamente la mail dello stipendio o l’amicizia su Facebook della tipa conosciuta la sera prima).

Novanta minuti di puro godimento in animazione iper colorata, chiusi con stile e delicatezza unici. Ma c’è qualcosa che non funziona, che non supera le porte antipanico della sala.

Purtroppo, una volta asciugate le poche lacrime versate, ciò che avete appena visto non riesce a scalfire la vostra esistenza. Così come Daniele Interrante in Troppo Belli, rigettate tutto a spruzzo, convinti che si tratti della solita menata della Disney. E via con la testa ricurva a sparare “Like”, condivisioni e commenti. Perché l’unico modo che ci è rimasto per provare gioia, non è ammettere di aver provato paura o di essere vittime della tristezza.

Le nostre barriere difensive 3.0 ci portano a un’altra sequenza di emozioni: prima la rabbia, da consumarsi preferibilmente nel buio del nostro monolocale davanti a uno schermo, poi trasformata dalla tastiera in disgusto, vero motore dei social linciaggi collettivi.

Una sorta di dieta Dukan
per il cervello


Lo ammetto, sono il primo ad esserci cascato, ma dopo Inside Out proverò un’altra via. Una strada diversa, per non passare dal solito bar (virtuale) alla moda, affollato da far schifo, in cui a colpi di “sarcasmo” si cerca di distruggere ogni cosa in 140 caratteri. Solo per sentirsi meglio. Ogni evento mediatico, reality o concorso di bellezza diventa il pretesto per espellere escrementi e sentirsi più leggeri. Una sorta di dieta Dukan per il cervello, ormai affollato da ricordi inutili: il pensiero “In Italia è tutta una merda” ha lasciato spazio a “Miss Italia è brutta e pure scema”. Ma non preoccupatevi, tornerà al prossimo TG5.

Basta con le paternali da ex ubriacone agli alcolisti anonimi, che però ha la boccia nascosta sotto il sedile in macchina. L’unico consiglio che posso darvi è quello di fiondarvi al cinema, se non l’avete già fatto, a vedere Inside Out. Una delle poche possibilità rimaste per divertirsi nel più puro dei modi. Da soli, con la fidanzata, con un amico o anche con i figli. Non abbiate paura che non capiscano o si annoino, probabilmente siete voi quelli che non comprendono.

Non capite quanto sia limitante vivere ogni esperienza della vita vittime solo del disgusto. Imparate a mescolare tutte le emozioni, e a riscoprire quelle ormai dimenticate dall’avvento del Nokia 3310. Magari potrebbe ripresentarsi il vostro amico immaginario, sempre pronto a farvi felice, anche a costo di portarvi sulla Luna (con la fantasia). Eccomi Bing Bong.

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