Karla Sofía Gascón, prima attrice dichiaratamente trans a ricevere una nomination all’Oscar come Miglior attrice protagonista (per Emilia Pérez), ha eliminato il suo account X (il vecchio Twitter) a causa di alcuni vecchi tweet che contenevano messaggi razzisti e offensivi nei confronti di alcune religioni.
I post sono riemersi il 30 gennaio sul profilo X della giornalista Sarah Hagi, che ne ha raccolti alcuni commentandoli così: «È incredibile che Karla Sofía Gascón non abbia ancora eliminato questi tweet. Lo dico, non ho mai visto contenuti così razzisti condivisi da qualcuno che sta attivamente cercando di vincere un Oscar. Ce ne sono più di una dozzina di questo tipo…».
it’s so insane that karla sofía gascón still has these tweets up. straight up have never seen tweets this racist from someone actively campaigning to win an ACADEMY AWARD. there are more than a dozen… pic.twitter.com/1rcNzkJXuo
— sarah hagi (@KindaHagi) January 30, 2025
I post, poi eliminati dall’account, si dipanano lungo il corso degli anni. In uno risalente al 2016 si legge: «L’Islam sta diventando la culla d’infezione per l’intera umanità, dobbiamo curarla il più in fretta possibile». In un altro: «Quante volte ancora nel corso della Storia dovremo espellere i Mori dalla Spagna… Non abbiamo ancora capito la minaccia che pongono alla nostra civiltà, dato che attaccano la libertà e i diritti degli individui. Non si tratta di razzismo, è l’Islam». E ancora: «L’Islam è meraviglioso, non è sessista. Le donne sono rispettate, e quando lo sono particolarmente, portano un piccolo rettangolo sulla faccia così da far vedere il loro naso e i loro occhi, però solo se si comportano bene. Però certo, tanto si vestono così per loro piacere. Che umanità profondamente disgustosa».
Fino ad arrivare, per esempio, al 2023, dove si legge: «Molte persone sono confuse: tanto più parlano di istruzione domestica, quanto più i genitori sono ignoranti. Le cose vanno a braccetto. Le scuole devono garantire lo sviluppo del libero pensiero, e questo proprio per evitare la mancanza di libertà insita nell’istruzione condotta a casa. Guardate gli arabi». Qualche tempo prima invece, in un post su George Floyd e sul movimento Black Lives Matter, Gascón scriveva: «Penso che George Floyd interessasse davvero a poche persone: era un furfante dipendente dalle droghe. Ma la sua morte è servita per dimostrare ancora una volta che ci sono delle persone che trattano i neri come scimmie prive di diritti, e che credono che i poliziotti siano degli assassini. Entrambe hanno torto».
È solo l’ultimo capitolo (per ora) di una vicenda cominciata alla fine di gennaio, quando Gascón aveva dichiarato di essere stata vittima di commenti discriminatori e incitanti all’odio nei confronti delle persone trans. Un’altra controversia era stata aperta il 21 gennaio, quando l’attrice aveva accusato il team PR di Fernanda Torres, candidata all’Oscar come Miglior attrice protagonista per Io sono ancora qui, di aver organizzato campagne mediatiche per screditarla a favore della “avversaria”.
«Non mi piacciono i team che lavorano sui social e che cercano di screditare il nostro lavoro, intendo il mio e quello del film in cui recito, perché è proprio inutile. Non c’è bisogno di fare a pezzi il lavoro di altri per esaltare il proprio. Io, finora, non ho detto nulla di male su Fernanda Torres, né sul suo film. Nonostante questo, ci sono persone che lavorano con Fernanda Torres che stanno screditando me ed Emilia Pérez. Questo la dice lunga sul loro film, e non su di me».
Le dichiarazioni sono quasi costate a Gascón la squalifica dalla corsa agli Oscar, in quanto non è permesso ai nominati esprimersi in maniera screditante nei confronti degli altri concorrenti. L’attrice ha poi chiarito la sua posizione in merito a Variety: «Sono una grande fan di Fernanda Torres, e conoscerla nei mesi scorsi è stato meraviglioso. I miei ultimi commenti si riferivano al discorso violento e tossico che si crea sui social, e che purtroppo continuo a vedere nei miei confronti. Fernanda è un’alleata stupenda. Tutte le persone direttamente associate a lei sono state di supporto e generose».
Anche dopo la condivisione dei post da parte di Hagi, l’attrice ha dichiarato in un messaggio di scuse ufficiali: «La conversazione che si è creata attorno ai miei vecchi post sui social media ha causato del dolore, è giusto riconoscerlo. Come membro di una comunità marginalizzata, conosco questo male perfino troppo bene, e mi scuso sentitamente con tutti coloro a cui ho causato dolore. Ho combattuto per un mondo migliore tutta la vita. Credo che la luce trionferà sempre sull’oscurità».
Intanto cominciano ad arrivare le prime reazioni da parte di chi ha lavorato con Gascón. Zoe Saldaña, sua co-star in Emilia Pérez, ha dichiarato ieri durante un Q&A a Londra a proposito del film: «Sto ancora riflettendo su tutto quello che è successo negli ultimi giorni. Mi rende molto triste perché non lo condivido, e non ho alcuna tolleranza verso alcun tipo di retorica negativa indirizzata a qualsivoglia gruppo di persone. Io posso parlare solo per l’esperienza che abbiamo avuto, che ho avuto con ogni singolo individuo che è stato parte di questo film. Le mie interazioni con loro sono sempre state improntate all’incisività, alla collaborazione e all’uguaglianza razziale, culturale, e di genere».
“I’m still processing everything that has transpired in the last couple of days, and I’m sad,” Zoe Saldaña said during a Q&A in London in response to the recent relevation of bigoted tweets by her #EmiliaPérez costar Karla Sofía Gascón: https://t.co/zFzfmQL9oG pic.twitter.com/tp82xk7GU4
— The Hollywood Reporter (@THR) January 31, 2025