«Molti membri della comunità lgbtq+ si sono lamentati del fatto che io abbia fatto il mio coming out per deviare l’attenzione delle accuse [di abusi sessuali], e ora capisco perché le mie parole sono state prese in quel modo».
Questo quanto dichiarato da Kevin Spacey nel corso del processo attualmente in corso a Londra che lo vede imputato per 12 casi di molestie nei confronti di altrettanti uomini. «Non volevo che fosse una “distrazione” dalle accuse nei miei confronti», spiega.
Le prime accuse nei confronti di Spacey sono state mosse nel 2017, e molti colleghi dichiaratamente gay, da Billy Eichner a Zachary Quinto, hanno criticato il coming out che ne è seguito: «Il coming out non può essere usato come “distrazione” dalle accuse di violenza sessuale».
«Sentivo su di me tantissima pressione, sapevo di dover fare qualcosa», dice ora l’attore due volte premio Oscar. «Se non avessi detto che sono gay sarebbe stato un incubo dal punto di vista della mia immagine».
«Ora però capisco la reazione di molte persone di fronte a quella scelta», aggiunge Spacey, rivelando anche che parte del suo team non era d’accordo con la sua decisione di fare coming out. «La comunità gay mi invitava da tempo ad uscire allo scoperto, l’ho fatto solo allora per mettere definitivamente a tacere le voci sulla mia sessualità».
«Ora che le accuse che mi ha fatto Anthony Rapp (il suo primo accusatore, ndr) si sono rivelate false, forse qualcuno potrà comprendere meglio il perché della mia decisione di allora», conclude Spacey.
Anthony Rapp ha perso 40 milioni di dollari nella causa contro il divo dei House of Cards, che ora dovrà rispondere di fronte al tribunale inglese degli altri 12 casi che lo vedono imputato.