Il See What’s Next romano Netflix si apre un corto dove con il CEO Reed Hastings che chiede ad Alessandro Borghi consigli su come vestirsi e cosa dire in Italia. E l’attore protagonista di Suburra gli fa due raccomandazioni: non indossare il solito maglione di BoJack Horseman ma piuttosto qualcosa fatto su misura e provare a esordire con un “Ciao Roma!”, con i Rolling Stones ha funzionato.
Insieme ad Álvaro Morte, il Professore dell’acclamatissimo La casa di carta, Borghi è anche il protagonista di uno dei panel più attesi, che segue la presentazione delle serie europee originali Netflix, con ben 10 novità assolute. L’attenzione per storie inedite da territori nuovi insomma è un vero e proprio mantra.
«Anni fa c’era differenza con le produzioni americane» spiega lo spagnolo Morte «Ora penso che ci sia molto talento in Europa, così come in Asia. Queste distanze si stanno appianando, non importa dove si produce, serve qualità». Borghi è d’accordo: «Globalizzazione significa opportunità di relazionarsi con le persone, va oltre il concetto della tv, è qualcosa di grande. Sono fiero di essere parte di questa trasformazione». Le riprese di Suburra sono iniziate da qualche giorno. La seconda stagione è ambientata a Roma tre mesi dopo la fine della prima e si svolge nei quindici giorni che precedono le elezioni del nuovo sindaco. La battaglia tra criminalità organizzata, politici corrotti e la Chiesa si fa ancora più intensa e i personaggi diventano sempre più affamati di potere. «Aureliano si evolve profondamente e affronta sfide e dinamiche inedite relative a nuovi eventi. Sta cercando di conquistare potere e di dimostrare a se stesso e a gli altri che è in grado di gestirlo. E poi è alle prese con la gestione delle emozioni che riguardano la sorella Livia». racconta Borghi. «Parliamo di criminalità organizzata, ricerca del potere, temi che riguardano tutti i paesi del mondo, ma anche di amicizia, amore, tematiche positive».
L’altra notizia che mezzo mondo aspettava riguarda La Casa di Carta: dopo il successo mondiale delle prime due parti, il Professore svilupperà nuovi progetti criminali che verranno svelati nel 2019. La produzione della terza stagione sarà interamente di Netflix. Álvaro Morte scherza sull’improvvisa fama: «Abbiamo tantissimi fan, soprattuto sui social. Ci sono persone, tipo in Argentina, che si sono tatuate i nostri personaggi, è un po’ strano. E credetemi il Professore non è così cattivo, in fondo si capisce che è un pesce piccolo».
Tornano tutte le serie più amate, a partire da Stranger Things ovviamente, con due new entry nella terza stagione: Bruce e il sindaco Kline interpretati rispettivamente da Jake Busey (Starship Troopers, Contact, Agents of S.H.I.E.L.D. e From Dusk Till Dawn) e Cary Elwes (Glory, Days of Thunder, Bram Stoker’s Dracula, Robin Hood: Men In Tights e The Princess Bride). Poi Tredici con la season two, così come le donne del wrestling in Glow, alla prese con la fama su Netflix dal 29 giugno.
Le grandi novità internazionali sono The Alienist (dal 19 aprile), intrigante giallo di fine Ottocento tratto dal romanzo di Caleb Carr e con Luke Evans, Dakota Fanning e Daniel Brühl e The Rain, la prima serie danese originale, dal 4 maggio 2018. Confermatissima Maniac, la nuova creatura di Cary Fukunaga con Emma Stone e Jonah Hill su due sconosciuti coinvolti in una sperimentazione farmaceutica.
Il primo giugno poi arriva “13 novembre”, il documentario francese in 3 parti diretto dai fratelli Jules e Gédéon Naudet, che racconta le storie dietro l’attacco terroristico al Bataclan nel 2015. The Staircase invece segue la vicenda di Michael Peterson, un romanziere del crimine accusato di aver ucciso la moglie, troovata morta in fondo ad una scala, e la sua battaglia giudiziaria durata 16 anni.